24 maggio, 2010

Sovraesposizione

liberare i pensieri in rete, anche in forma anonima, mi sa sempre meno di liberazione, e sempre più di inquietante sovraesposizione.

18 Comments:

Anonymous Papero psicopatico said...

In questi giorni sono stato via. Ora vedo che hai cancellato il post precedente e quello che dici in questo mi fà pensare che sia sorto un problema. Ho combinato qualcosa o la tua è solo una riflessione circa l'uso deo blog?

11:45 AM, maggio 25, 2010  
Anonymous zauberei said...

Io non ho mai considerato il blog come liberazione. Mboh. Io lo considero come creazione o espressione. Sovraesposizione è una categoria che comunque si può usare solo per se, a proposito di un altro è inferenza che eh ce devi azzecca' devi conoscere il diametro della giusta esposizione. Credo che sia variabile:)
Ma forse mi sono persa il pèost di cui diceva il papero. E mo so curiosa:)

1:34 PM, maggio 25, 2010  
Blogger lophelia said...

Papero, non hai combinato niente anzi, quella citazione sul neofuturismo era perfetta e la conservo comunque salvata come bozza...
ho cancellato il post dopo aver individuato tra i visitatori recenti un soggetto...diciamo uno "stakeholder" relativo alla questione del post
Zaub: parlava di quella cosa che viene scavata sotto le case per permettere a qualcuno di correre velocissimamente in su e in giù per l'italia.
Sì la creazione e l'espressione per me c'erano (indipendentemente dai risultati), c'era però anche un che di liberatorio, perlomeno all'inizio del blog quando proprio in rete non conoscevo quasi nessuno.
Ora vedo che, anche a non fare nomi, alla fine la rete si stringe sempre di più e questo toglie quel senso di anonimità.
Naturalmente parlo per me, non mi permetterei di dire che qualcun altro si espone troppo, la misura è certamente strasoggettiva e variabile.

5:02 PM, maggio 25, 2010  
Anonymous Papero psicopatico said...

Ahpperò! Hai capito? Quelli s'infilano in ogni dove...


Un saluto a Zauberai! :o)

5:26 PM, maggio 25, 2010  
Anonymous artemisia said...

Scusate ma che uno stakeholder? Dal suono sembrerebbe un candelabro, ma mi sa di no.

Io il post in questione l'ho letto, na-na-na-na (musichina infantile di presa in giro)... eh, sapeste che c'era scritto!!! Non lo immaginerete MAI! Delle cose che... vi siete persi!

;)

Sull'uso e abuso del blog quoto Zauberei, che anzi nomino mio addetto stampa, tanto ormai la quoto ovunque (ma non ti pago Zaub).Di questa cosa del liberatorio ne abbiamo già discusso con Lophelia, e neanche per me c'è mai stato questo aspetto.
È vero che l'anonimato alla fine per forza di cose si restringe. Però per quanto mi riguarda mi fa anche meno paura apparire col mio nome, mi riconosco sempre di più in quello che scrivo e non me ne frega poi tanto se mi riconoscono.

Per me il blog più che liberazione è stato anche progressivo disvelamento.

9:23 PM, maggio 25, 2010  
Blogger lophelia said...

stakeholder=portatore di interessi, nel lessico economico-amministrativo affermatosi nell'ultimo decennio

Arte, riconoscersi in ciò che si scrive mi sembra il minimo!

non è il punto di essere riconosciuti (chissene frega dell'ansaldo e all'ansaldo sai che gliene frega della lophelia)
- il senso di sovraesposizione non è una questione giuridica, è una questione privata.

9:33 AM, maggio 26, 2010  
Blogger lophelia said...

approfitto per dire a Zauberei, sai che mi ha molto colpita quella cosa che hai scritto poco tempo fa sullo scrittore che su facebook aveva tantissimi "amici" e poi alla presentazione si è ritrovato quasi da solo?
ecco, mi conferma nel pensare che io persone come te, il Papero e altri mi piacerebbe conoscerli e frequentarli di persona, e la rete ok, ha certe funzioni irrinunciabili, ma non altre più "di sostanza".

11:06 AM, maggio 26, 2010  
Anonymous artemisia said...

Aaaah, stakeholder, being at stake, ok. Vedi che io in realtà sono fuori da tutto ciò che è lessico economico amministrativo, figurati se lo sapevo.

Sul riconoscersi. Mi spiego meglio.
Io mi sono sempre riconosciuta in quello che ho scritto. Direi che però, in tutti questi anni di blogging, c'è stato un cambiamento, anzi un'evoluzione, parallela ad un percorso mio personale. Nella scrittura, questo percorso si riconosce, almeno io lo riconosco benissimo.

L'esigenza di conoscere personalmente i blogger e commentatori coi quali si è più in sintonia l'ho sentita fin dagli albori, e questo ha anche plasmato il mio bloe e la mia vita, come sai. Questi incontri mi hanno arricchita infinitamente.

Il senso di sovraesposizione di cui parli, specialmente se tu - come mi pare - lo percepisci come negativo in quanto alternativo alla vita "reale" dovrebbe secondo me avere come logica conseguenza la chiusura del blog, almeno nella sua forma sovraesposta.

11:30 AM, maggio 26, 2010  
Blogger lophelia said...

infatti, le prove tecniche di chiusura sono iniziate da un po'.

Ma il bisogno di trasporre nel reale certi contatti e il senso di sovraesposizione non c'entrano l'una con l'altra.
La prima è dovuta al bisogno di concretezza e verità, di andare oltre le apparenze- per quanto possibile.
La seconda a un certo senso di "pudore mentale", bruttissima espressione ma al momento non ne trovo altre.

12:33 PM, maggio 26, 2010  
Anonymous artemisia said...

Credo di aver capito. E sono in, generale, d'accordo.

Io credo che la linea tra personale e privato sia sottilissima, e che, anche ad essere consci della sua esistenza e impegnandosi a non oltrepassarla, a volte ci si possa inciampare. Soprattutto, che sia estremamente soggettiva. Allora, non inferendo come dice Zauberei nei blog degli altri (che se non ci piacciono, o li consideriamo sovraesposti, basta che smettiamo di leggerli)ognuno guarda al proprio blog, e se lo sente sovraesposto vuol dire che è vero, per definizione.

Dissento però sull'analogia concretezza fisica = verità, ma anche questa è annosa...

:)

1:25 PM, maggio 26, 2010  
Blogger lophelia said...

non è un confine, riguarda l'essere (mio) in rete in sé

è annosa, posso darti ragione nella precisa misura in cui ci sono persone che neanche dal vivo sono vere - però lo puoi capire sempre meglio dal vivo che in rete :)

e comunque i miei blog preferiti sono sovraesposti, paradossalmente ma forse no.
In realtà c'è un nesso, e il paradosso ha una sua logica: per me conta solo quello che sento vero, per cui è tale (cioè "da me sentito vero") sia quello che dico sul mio blog, sia quello che cerco nei blog altrui. Proprio per questo, smetto di bloggare per eccesso di verità(sovraesposizione)
Logico, no? :)
In questo senso correggo il mio commento precedente, perché scopro che il bisogno di contatti concreti e la sovraesposizione alla fine sono interdipendenti.

ps "quello che sento vero" è un concetto soggettivo e insindacabile :))))))

3:07 PM, maggio 26, 2010  
Anonymous zauberei said...

Lophelia ma niente ce lo vieta:
ma la questione di fondo è: se non c'era la rete questo sarebbe stato meno possibile, perchè o io divento Selma Freiberg de Testaccio, o te che te lo auguro Leni Rifiensthal de Santa Maria Novella, ma nzomma non è che ci si incrociava. Io ho degli amici con cui mi vedo da anni - Rob per dire - e che ho trovato tramite la rete.
Dopo di che, la questione importante è - non si scrive per fare amicizia. Non si scrive per la relazione. Non in modo diretto. Si scrive per far circolare cose - in questo modo scritture migliori e - paradossalmente - relazioni migliori.
Io voglio pure che quanno Artepilla viene in Italia FAMO UN MEEETINGGGGG:)
SCAPPO.

3:39 PM, maggio 26, 2010  
Blogger lophelia said...

infatti Zaub, dicevo prima che "la rete ha certe funzioni irrinunciabili" che sono appunto quelle di creare dei contatti...

e dopo questo collettivo di autocoscienza bloggheristica
se vedemo tutti al Meeting
:)

4:00 PM, maggio 26, 2010  
Anonymous Papero said...

Porca miseria! Il lavoro pressa e non riesco ad intervenire! Comunque, riguardo al meeting, vengo pure io!!!

:o))

4:32 PM, maggio 26, 2010  
Anonymous artemisia said...

Sìiiiii!!!

:)

sovraesponiamoci tutti!

8:37 PM, maggio 26, 2010  
Anonymous Zelda said...

non ti leggo spesso, ma quando ti leggo trovo sempre qualcosa di interessante, e che mi fa riflettere.
Io ho avuto una fase di 'Commentatrice', nella quale ho conosciuto molti dei 'commentati'; poi ho deciso di aprire il mblog, e non l'ho detto anessuno di quelli che conoscevo di persona.Cosi' come ho pensato che non avrei voluto conoscere di persona coloro che mi commentano.Perchè per me il blog è uno sfogatoio.
Infatti sono affezionata ai miei commentatori, e il rapporto con loro per me è importante;m anon sento un particolare desiderio di conoscerli di persona.

6:21 PM, giugno 02, 2010  
Blogger lophelia said...

ciao Zelda, grazie per l"interessante" :))
devo dire che anche a me a volte viene voglia di aprire un altro blog dove poter dire cose diverse, del quale non dare l'indirizzo a nessuno. Ma a quel punto forse non vorrei neanche dei commentatori! perché poi mi verrebbe voglia di conoscerli e saremmo punto e a capo...
il fatto è che in rete l'anonimato è molto relativo - navigando per fatti miei mi è capitato di scoprire fatti di bloggers conosciuti su altri blog, insomma che il mondo è piccolo ormai si può dire anche qui.

9:23 PM, giugno 02, 2010  
Anonymous artemisia said...

La rete è piccola, la gente mormora...

ahahah

10:57 PM, giugno 02, 2010  

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