06 agosto, 2007

Secondo: non dimenticare Bergman

"Il Silenzio" di Ingmar Bergman (1963) è molte cose, come tutti i suoi film.
Ad esempio, una magistrale lezione di ritratto fotografico in bianco e nero.
E' anche la descrizione di due atteggiamenti antitetici riguardo al sesso, incarnati dalle due sorelle protagoniste.
Esther che ha repulsione per gli uomini e si rifugia nei libri, nelle traduzioni, nell'alcool e nella logica: "è solo questione di ormoni" dice con disprezzo, ma finisce per ammalarsi, perché "la natura presa in giro si vendica".
Anna che filtra tutto attraverso il corpo e cerca effimero sollievo alla sua inquietudine nell'incontro/scontro fisico con altri corpi, mescolando riso isterico e pianto disperato.
Tesi e antitesi. Bergman si sa, non è ottimista, Dio tace e non si vede possibilità di sintesi.
Luogo dell'azione è un'immaginaria e ostica città straniera dalla lingua incomprensibile, dove le due donne sono costrette a sostare in albergo a causa della malattia di Esther.
Nel film c'è una sola cosa che sembra compresa da tutti. "Come si dice musica?" chiede Esther al cameriere d'albergo. "Musica" risponde lui."Johann Sebastian Bach?" "Johann Sebastian Bach".
Il gioco al massacro tra le due sorelle si interrompe solo per un attimo, sulle Variazioni Goldberg.

6 Comments:

Blogger artemisia said...

Io avevo pensato di fare un post su Bergman. Avevo anche provato, ma non ne ero all'altezza, e avevo desistito.
Questo post invece non solo è all'altezza, ma è direi perfetto. Persino il riferimento a JSB...

Grandissimo regista e poeta, grandissima Lophelia.

Dissolvenza.

7:06 AM, agosto 07, 2007  
Blogger lophelia said...

Arte, troppo buona. E' che avevo in mente "da prima" di fare un post su quello che è e rimane uno dei miei film di culto, visto e stravisto. In realtà non parlo di Bergman, non ne sarei appunto all'altezza.

11:29 AM, agosto 07, 2007  
Blogger Fabio said...

Pensa che non l'ho mai visto. Invece, per ricordare il maestro, qualche giorno fa ho rivisto "Il settimo sigillo", su grande schermo. In un pomeriggio di sole di Agosto rende relativamente. Ci tornero' sopra quest'inverno.

Bellissimo post.

3:05 PM, agosto 08, 2007  
Blogger lophelia said...

zefi: :-)

fabio: proprio ultimamente notavo che il Settimo Sigillo è puntualmente il film per il quale gli uomini ricordano Bergman. Il Silenzio e altri sono forse più apprezzati dalle donne.
Lo dico assolutamente senza vena polemica, è una constatazione:)

3:16 PM, agosto 08, 2007  
Anonymous Anonimo said...

Ho saputo della morte di Bergman a Lipari leggendo la Gazzetta del Sud che gli ha dedicato una pagina intera. Una volta ritornato in Svezia, sono svedese, ho saputo che lo stesso giorno era morto Antonioni. Nella Gazzetta non dedicarono mica una pagina intera ad Antonioni. Neanche mi ricordo di aver letto della sua morte.
A me Bergman non mi é piaciuto mai tanto. Sapeva troppo di regista russo. Ma qui si parla molto del suo passato nazista, era un grandissimo ammiratore di Hitler per ben 10 anni, ripianse profondamente la morte di Hitler, fino quando le immagini e le testimonianze nel 1947, lo convinsero che lo sterminio non era propaganda antifascista. http://www.svd.se/dynamiskt/brannpunkt/did_16648908.asp

Diversi film di Bergman sono secondo i critici svedesi, macchiati da risentimenti e angosce post naziste. Anche se diversi dei suoi film sono dei classici, molti svedesi non li vedono, perché troppo pesanti. Bergman é forse un Fellini svedese?

Invece preferiamo registi piú simpatici ma sempre seri come per esempio Lukas Moodysson, Colin Nutley. E registi italiani come Scola, de Sica e Troisi sono molto apprezzati quí.

7:26 PM, agosto 13, 2007  
Blogger lophelia said...

Ciao Stellan, benvenuto. Non sapevo delle simpatie di Bergman per H., la cosa mi sconvolge un po'!
Ho visto dal tuo blog che sei un profondo conoscitore delle isole Eolie. Probabilmente ci siamo anche incrociati in questa mia vacanza o in anni passati, chissà!
Tornerò a leggerti sicuramente, grazie della visita.

12:16 AM, agosto 14, 2007  

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