08 luglio, 2008

Parole, sensi

"Il fatto che fosse straniero rendeva ancor più improbabile ogni interpretazione del suo comportamento, modellato da una cultura di cui non conoscevo che l'aspetto turistico, i clichés. Ero stata dapprima scoraggiata da quelle evidenti barriere alla mutua comprensione, accentuate dal fatto che, se lui si esprimeva abbastanza bene in francese, io non parlavo la sua lingua. Poi ho convenuto che tale situazione mi risparmiava l'illusione di credere a una perfetta comunicazione, dicesi fusione, tra di noi. Nel leggero scarto del suo francese rispetto all'uso abituale, nell'esitazione che provavo talvolta nell'accertare il senso ch'egli attribuiva a una parola, misuravo ogni istante il grado di approssimazione dei nostri dialoghi. Avevo il privilegio di vivere dall'inizio, costantemente, in tutta coscienza, ciò che si finisce sempre per scoprire con stupore e smarrimento: l'uomo che amiamo è uno straniero."
Annie Ernaux, "Passione Semplice"
Arriva sempre, prima o poi, questa scoperta ad infrangere ogni illusione di pura perfetta sintonia condivisione di medesimi mondi e linguaggi.
Arriva sempre il momento in cui la stessa frase ha per noi e per l'altro due significati diversi.

15 Comments:

Blogger artemisia said...

Arriva sempre, sempre.

La fusione è un'illusione.

(a volte anzi finisce per trasformarsi in fissione, donde esplosione)

L'uomo che amiamo è sempre uno straniero, anche quando è un italiano.

Naturalmente questo non è necessariamente un limite, ma come dire, può essere una sfida per costruire qualcosa di veramente profondo... per chi ci riesce almeno...

8:53 AM, luglio 09, 2008  
Anonymous Anonimo said...

"L'unica ossessione che vogliono tutti: l'"amore". Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime?
Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l'amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due."
P. Roth - L'animale morente

9:27 AM, luglio 09, 2008  
Blogger Henry said...

certo che arriva sempre!
chi vorrebbe vivere nell'empireo irreale di un amore di plastica rosa?
e' bello scendere sulla terra, giocare con essa, sporcarsi le mani, piangere, ridere, parlare, farsi compagnia. e' quello l'Amore e non e' vero che ti completi, ma neanche che ti spezzi.

9:53 AM, luglio 09, 2008  
Blogger lophelia said...

va benissimo che la fusione sia un'illusione - e a volte neanche cosciente: non appena scoppia la bolla di sapone ti accorgi che ci stavi dentro.

il fatto è che ognuno di noi ha un proprio sistema di sensi che si è costruito e codificato con l'esperienza, e il limite si incontra quando i codici divergono (presto o tardi, con alcuni non si incontrano neppure).
Ed è vero che può diventare sfida: accettare la polisemia (mi sembro Umbertoeco ai tempi dei tempi) e assimilarla nel rapporto.

citazionista: benvenuto. La teoria di Roth è accattivante, io penso piuttosto che la completezza non la si ha affatto in partenza ma vada conquistata da soli prima di cominciare. Per provare almeno a resistere ai tentativi dell'amore di spezzarti.

henry: "un amore di plastica rosa" chissà perché mi fa venire in mente un qualche oggetto da sexy shop:D
"parlare", dici: il problema viene sempre da lì. E' difficile fraintendere i gesti, facilissimo le parole.

1:06 PM, luglio 09, 2008  
Blogger lophelia said...

ps: arte, ero talmente immersa nel dialogo con te che non ti ho neanche nominata nell'incipit:D

1:08 PM, luglio 09, 2008  
Anonymous Anonimo said...

Lo sapevo ;-) che avresti detto che l'essere completi è una conquista in divenire :-P
No, io credo che Roth entri proprio nel merito. Prima di innamorarci siamo dei monoliti, degli interi, anche se ancora in crescita, ci muoviamo guardando le cose in un solo modo per quanto cerchiamo di comprendere quello che sta fuori. Ma quando entra in gioco l'amore non riesci più ad essere monolitico, ti apri, ti spacchi, perché fai cose che non possono stare dentro l'involucro. Perché l'energia e quello che dice Henry nasce da quel leggero scarto che c'è in quella imperfetta fusione.

2:18 PM, luglio 09, 2008  
Blogger artemisia said...

Il citazionista si è alfine smascherato!!

:D

2:41 PM, luglio 09, 2008  
Blogger artemisia said...

Dimenticavo di entrare in merito: la teoria di Roth è molto affascinante. Portandola all'estremo, uno potrebbe dire che chi ha raggiunto una "completezza" non ha "bisogno" di innamorarsi, o più precisamente, di passare dalla fase dell'innamoramento (che in realtà è narcisismo) a quella dell'amore (che è lavoro).

Però io, su questo argomento, è meglio che passi, perchè non ne capisco niente, e anzi, sono troppo disillusa per potermi esprimere.

2:59 PM, luglio 09, 2008  
Blogger Henry said...

non credo di essere d'accordo con arte (incredibile dictu) sull'innamoramento.
l'innamoramento, per me, non e' narcisismo. di certo pero' c'e' poco lavoro da fare anche se quel poco che si fa, getta o dovrebbe gettare, le fondamenta solide su cui poi si puo' fare il lavoro dell'amore.
che e' un lavoro, duro e in cui ci si sporca le mani, ma in cui le soddisfazioni sono enormi.

l'importante, come sempre, e' la leggerezza...quel senso di gioco che non deve mancare mai...

mado' ma ci pensate a quante di queste cose parleremo il 2?? non sto nella pelle.

ps per mucca: la FOTO!!! :)

5:19 PM, luglio 09, 2008  
Blogger lophelia said...

mucca: ti aspettavo non sapendoti già qui...e immaginavo che avresti avuto da controbattere sul punto :-P
Ma "monolite" è altra cosa da "completo", il monolite è chiuso verso l'esterno, non intendevo quello parlando di completezza.
E infatti sono d'accordo con quanto dici qui.

arte: io direi piuttosto che è proprio la completezza (almeno nel senso in cui la intendo io) che ti fa aver voglia di passare alla fase dell'amore/lavoro. E' quando senti di avere le forze per tentare, invece di aver voglia di giocare e basta. Indipendentemente dalla riuscita dell'impresa.

henry: l'innamoramento come narcisismo mi trova abbastanza d'accordo. In alcuni casi lì non si gettano fondamenta, l'idea stessa di costruzione è proprio lontana mille miglia!

ne riparleremo...

9:15 PM, luglio 09, 2008  
Blogger artemisia said...

@Henry: Ripeto, io di queste cose ho capito di non capirne niente.
Però insisto nel dire che secondo me nell'innamoramento si cerca soprattutto una corrispondenza con se stessi, un appagamento (fisico o meno). Non si è ancora pronti a dare, nè a ricevere l'altro com'è. Lo vediamo ancora come si vorrebbe che fosse.
Ma amore e innamoramento non sono due cose diverse, sono gradi della stessa cosa, con mille sfumature, diverse per ognuno di noi.
Non sto squalificando l'innamoramento, tutt'altro. Come dici tu, "getta le fondamenta", in alcuni, fortunati casi.

@Lophelia: Ma secondo te si riesce veramente ad essere "completi"?
E perchè questa cosa mi spaventa moltissimo?

E, secondo te: basta "aver voglia" di passare alla fase di costruzione di questo ipotetico amore, o non è piuttosto una serie di coincidenze fortuite che fanno sì che uno abbia la fortuna di incontrare una persona che ne valga la pena?

(continua la fase negativa)

@Mucca: Allora che facciamo, spedisco io??

;)

9:51 PM, luglio 09, 2008  
Blogger lophelia said...

arte: (per risposta mi viene in mente una delle faccine che si disegnavano al liceo, quella a occhi chiusi e sopracciglia sollevate: "ah ioooo...":DDD)

naturalmente: no, non ci si riesce, ed anche a me farebbe paura il contrario. Credo si possa però riuscire ad integrare sempre più parti di noi - volendo. Anche per Jung forse l'individuazione era una meta ideale verso cui tendere piuttosto che non uno stato reale, non pensi?

e poi: secondo me ci vogliono tutte e due le circostanze. L'incontro con quella stessa persona in un momento in cui non si "avesse voglia" ci spaventerebbe, e troveremmo il modo di rintanarci nel primo Lunapark a portata di mano. Come forse può succedere anche di essere predisposti ma non aiutati dalle coincidenze fortuite.

12:42 AM, luglio 10, 2008  
Blogger artemisia said...

Sono d'accordo con te (ora come stamattina alle 5).

E sono giunta alla conclusione che bisogna trovare un modo di usare le nostre faccine su blogger!

9:58 AM, luglio 10, 2008  
Anonymous Anonimo said...

la vita per noi e l'altro ha significati -a volte- diametralmente opposti.

6:58 PM, luglio 12, 2008  
Blogger lophelia said...

ciao fiorediloto, benvenuta. Quando è addirittura la vita ad avere significati opposti è difficile incontrarsi se non per brevi tratti, almeno penserei.
Vengo a vedere il tuo blog, grazie della visita.

4:36 PM, luglio 13, 2008  

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