19 ottobre, 2011

Esprimi il potenziale


Prima c'era la speranza che tutti insieme potessimo trovare una strada per opporsi allo stato delle cose.
Adesso, dopo aver letto innumerevoli discussioni e averci ritrovato parole come "compagni che sbagliano" anche solo per smentirle, e molte altre cose, adesso c'è la terribile consapevolezza che non solo non ci sono luci  in fondo al tunnel, ma siamo all'inizio di un nuovo/vecchio tunnel, una spirale della storia - e soprattutto, la guerra sarà ancora una volta tra poveri.

21 Comments:

Blogger Hari Seldon said...

Questo tunnel mi sembra peggio di quello della Gelmini ;)

1:53 PM, ottobre 19, 2011  
Blogger CICCILLO said...

come non essere d'accordo.

4:30 PM, ottobre 19, 2011  
Anonymous arte said...

Purtroppo questo è solo l'inizio. Eppure è essenziale non perderla, la speranza. Nessun tunnel è infinito.

9:39 AM, ottobre 20, 2011  
Blogger minerva said...

Le guerre sono sempre tra poveri . . .

9:44 AM, ottobre 20, 2011  
Blogger Fabio said...

Questa e' piu' tra i poveri delle altre. L'1% e' lontanissimo, nemmeno si preoccupa. Bruciano le Uno, i SUV sono protetti da garage allarmati e irraggiungibili.

12:21 AM, ottobre 21, 2011  
Blogger lophelia said...

Riporto uno dei pochi interventi che mi hanno rincuorato, da uno dei tanti dibattiti in rete:

parte 1
"Ho davanti a me il bossolo di un lacrimogeno. L’ho raccolto ieri notte a Piazza San Giovanni (se poteva ancora chiamarsi così). “Aritifizio da 40 MM mod. Folarm scomponibile per lanciatore a caricamento lacrimogeno al CS”.
Sono i pezzi di un vetro infranto che urge rimettere in ordine, per capire cosa si è rotto, in verità, ieri pomeriggio.
La prima sensazione che mi resta è quella dell’immensa violenza che ho subito. Un sapore in bocca simile a quello che sentii tanti anni fa, mentre vedevo in televisione la diretta dei massacri del G8 e la morte fisica di quello che fu chiamato, a ragione, “il Movimento dei movimenti”.
Però capisco rapidamente che il parallelismo è sbagliato, fuorviante. Genova non è Roma, il 2001 non è il 2011. L’occasione, stavolta, è davvero storica. Le alternative sono, in fin dei conti, nulle. La terra ha dei limiti e noi li stiamo rapidamente raggiungendo. Il neoliberismo che accusavamo allora si è infine dispiegato in tutte le sue contraddizioni e il sistema è giunto al collasso. Il 2001 non è il 2011 e non bisogna davvero farci fregare. Al 2011 non segue il 2002.

12:37 PM, ottobre 21, 2011  
Blogger lophelia said...

parte 2
Abbiamo passato anni a costruire un immaginario e una serie di prassi alternative a questo modello di capitalismo cannibale. Eravamo alla Perugia-Assisi nel 2002, smanettavamo con i sistemi operativi open source qualche anno dopo. Abbiamo visto come funzionano i Gruppi di Acquisto Solidale. Sappiamo tutti che il futuro è coltivare biologico a chilometro zero, fare la raccolta differenziata e, se possibile, il compostaggio. Abbiamo vinto i referendum. Eravamo a Roma nel 2003 per protestare contro la guerra criminale degli americani: tre milioni di persone, in quel giorno di Marzo, la più grande manifestazione della Storia. Siamo stati girotondini (non tutti, magari, ma alcuni sì), ci siamo incatenati ai cancelli dei licei contro la riforma Moratti, abbiamo osservato i minuti di silenzio per Falcone e Borsellino, comprato il vino prodotto da Libera, nelle terre confiscate alla mafia. Abbiamo accolto con favore le nuove tecnologie che promettono rete, bilateralità, democrazia diretta e libertà dal petrolio. Qualcuno si è perso appresso alle varie “onde” universitarie, ma non è stato poi così grave. Altri hanno seguito un po’ Beppe Grillo (e vabbè…), altri si sono visti Zeitgeist (uno, due e tre). Abbiamo letto Latouche, e chi non lo ha letto lo leggerà o leggerà di chi lo ha letto. Stiamo iniziando a parlare di decrescita, stiamo imparando a guardare con diffidenza al PIL (“la ricchezza misurata in consumo”, diceva Jovanotti 10 anni fa), sappiamo tutti che i veri criminali non sono certo nei campi nomadi, o tra i migranti, ma siedono nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa e delle fottute banche (che sono poi la stessa cosa). Chi ha potuto ha girato l’Europa, i più fortunati sono andati al di là dell’Oceano, in Brasile, in Messico, in Argentina, negli Stati Uniti del cazzo. Guardiamo alla Terra e alla Montagna con rispetto. Muoviamo verso un’identità che non è più ideologica, ma che punta dritta all’Uomo e al paesaggio che abitiamo. Odiamo i palazzinari schifosi, sappiamo che la gerarchia ecclesiastica è pericolosa almeno quanto i vermi che usurpano il Parlamento, sedendoci illeggittimamente.
Dieci lunghi anni. Il 2001 non è il 2011.
Poi ieri, improvvisamente, un crollo, una voragine immensa sotto i piedi.

12:38 PM, ottobre 21, 2011  
Blogger lophelia said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

12:38 PM, ottobre 21, 2011  
Blogger lophelia said...

avrei dovuto censurare gli insulti, unica cosa che non condivido - è proprio l'infamarsi reciproco tra fazioni la parte più deprimente.

4:49 PM, ottobre 21, 2011  
Anonymous arte said...

Grazie per averlo detto - io avevo pensato come te.

5:44 PM, ottobre 21, 2011  
Blogger lophelia said...

altra posizione è questa, che capisco meno o forse non voglio capire

"A me pare che ogni movimento sia sintomo, in partenza, e possa, poi, diventare cura. Non è detto, non è automatico, ma succede anche questo. Il punto dunque è cos’è, in questo caso, la “tachipirina”? La solenne scomunica che chiedono a gran voce tutti i mass media e tutto lo spettro delle forze parlamentari? Benissimo, scomunichiamo i “violenti”, sbattiamoli in galera, lottiamo per la legalità. Sai questo a dove porterà, vero? Ma sì, che lo sai, l’hai pure già vissuto: un’intera fetta di una generazione allo sbando, criminalizzata, sbattuta dentro, spinta verso derive sempre più schizoidi, etc. etc. Dall’altra parte tu, lo stato italiano e “La Repubblica” a difendere quello che c’è. Perché puoi stare certo che la legalità che dovrai difendere è questa che vedi in atto: la legge della BCE.
Che ne diresti invece di ragionare su quale alternativa noi di sinistra (qualunque cosa voglia ormai dire) siamo o non siamo in grado di mettere in campo di fronte a quello che sta succedendo nel mondo? Perché, parliamoci chiaro: se non siamo in grado di fare un bel niente di efficace, va a finire che gli argomenti del giovinastro testa di cazzo che vuole sfasciare tutto lo sfasciabile saranno più convincenti dei miei e dei tuoi. Questo è il nodo. Se l’alternativa che ho da offrire è un bel comizio di Vendola (bello, poetico, dura quaranta minuti, poi si torna a casa, fino alle primarie del PD), be’, stiamo freschi: puoi sbatterne dentro quanti ne vuoi, ma si moltiplicheranno, puoi scommetterci. (continua)

1:38 PM, ottobre 22, 2011  
Blogger lophelia said...

(segue)
"Un’ultima cosa, ché anch’io, pure se non ho i tuoi anni, comincio ad avere un po’ di trascorsi politici. Dieci anni fa il cosiddetto “blocco nero” era ai margini del movimento. A quelli lasciavamo fare le loro robe in coda ai cortei, dopo che erano finiti, circondati dalla polizia, oppure facevano addirittura un corteo separato, così non ci si andava sui piedi. Oggi questi sono lo spezzone più organizzato di tutti e sovradeterminano un intero corteo, pisciando in testa ai padovani e pure alla Fiom. Nel frattempo cosa è successo? La politica e la sinistra si sono dissolte definitivamente, ecco cosa. E non è che noi eravamo all’estero, mi pare, o no? Quindi su, vediamo bene di ragionare politicamente, e di smettere con queste semplificazioni puerili. Vuoi che il movimento faccia una scelta radicalmente nonviolenta, tipo indignados spagnoli? Se questa è l’opzione che si vuole caldeggiare, allora si tratta di lavorarci sopra, non di farla mettere in pratica dai giudici e dai carabinieri, perché di questione politica si tratta. E bisognerà anche dimostrare che come scelta paga, che si può portare a casa qualche parziale vittoria, dato che sono anni che non vinciamo più un cazzo… (sì, lo so, i referendum, certo, ma chi dovrà trasformarli in pratica di legge? Si torna sempre lì, vedi…). Viceversa la scampagnata con scarica orgasmica su bancomat e utilitaria rimarrà molto quotata, temo."

1:39 PM, ottobre 22, 2011  
Blogger lophelia said...

riposto qui la 3° parte del commento che avevo riportato per primo, debitamente epurato dagli insulti.

parte 3
.."Qualcosa non ha funzionato e la corda si è rotta. Non sono riuscito a capire, davvero, chi fossero quei tipi vesiti di nero. Forse gente incazzata oltre il limite, forse infiltrati, forse fascisti di Casapound in una delle loro innumerevoli vesti, forse i leggendari “anarco-insurrezionalisti”, forse agenti dei servizi, forse pezzi di tifoseria che non hanno trovato la strada per lo stadio. Non lo so.
Ne ho visti parecchi da vicino. Alcuni erano ragazzini. Altri no, altri erano grandi.
In tre ore si sono presi tutto, senza chiedere niente a nessuno. “Padroni de gnente, schiavi de nessuno”. In tre ore si sono presi il lavoro paziente di anni, lo studio di decine di libri, di giorni di filmati e documentari, di scaffali di cd.
Chi, ieri, ha devastato la Piazza che doveva accogliere il dibattito alla fine del corteo e che, con molta probabilità, sarebbe diventata la nostra Piazza Tahrir (...)
Il problema è politico, prima ancora che umano. Una società come la nostra è strutturata per trasformare le persone, gli Umani, in consumatori-schiavi. Negli anni questa costante e paziente macchina repressiva ha spinto una larga parte della nostra generazione a muovere verso il più bieco cinismo. I cinici riempono i locali sedicenti alternativi o fanno la coda per partecipare ai “talent”. Gente spenta che si compiace di aver compreso l’inutilità della vita, la necessità della morte, l’ovvietà della subordinazione. Gente che ha dichiarato la resa. Ce ne sono tanti.
Ieri è andato in scena, a mio avviso, il passaggio successivo rispetto a questo cinismo che permea la cultura pre-apocalittica in cui viviamo: è il nichilismo. Viene dal latino “nihil”, ossia “nulla”. Non crede in nulla, non vede una finalità nell’azione umana, non riconosce l’altro, vive del più rigido individualismo, nasce e muore in funzione dell’azione distruttrice fine a se stessa, in quanto prova di esistenza. Una sorta di dubbio iperbolico cartesiano (dubito di tutto, finché non posso dubitare del fatto che sto dubitando), evocato a suon di sampietrini, ossia: niente ha davvero senso, ma lo acquista nel momento in cui lo posso distruggere; “oggi abbiamo vissuto”, hanno scritto ieri su un muro di Roma. E ieri no? E domani neanche? Appunto.
Questa gente è (...) peggio delle banche.
Se non ce la leviamo rapidamente dalle palle moriremo assieme a loro, schiacciati dalla macelleria sociale o dai blindati dello Stato o dalla Terza Guerra Mondiale che è ovviamente dietro l’angolo: non si può crescere all’infinito senza entrare in guerra col vicino di casa. Quella sì che si porterà via tutti, nel nulla. Saranno contenti, allora, gli stronzi che “ieri hanno vissuto”.
E allora “rise up!”, ma davvero. Con la testa – scoperta – e col corpo e col cuore. Cazzo, questa volta non possiamo farci fregare. La posta in gioco è il futuro stesso. Non c’è una seconda puntata, ce la dobbiamo costruire.
E chi pensa che niente conti, che siamo tutti “nati per subire”, che si vive solo distruggendo un blindato dei Carabinieri, faccia allora la cosa più logica e conseguente: si levi dalle palle.
Perché noi abbiamo un mondo da costruire, adesso.
Perché il 2001 non è il 2011.
Allora il “mondo diverso” era possibile, oggi è irrinunciabile."

12:38 PM, ottobre 21, 2011

1:49 PM, ottobre 22, 2011  
Anonymous arte said...

Ma tu non trovi singolare, dal punto di vista strettamente del linguaggio, questa ossessione con l'organo genitale maschile?

Stavo per scrivere scusa l'OT, ma poi ci ho ripensato e secondo me non è un OT.

9:00 AM, ottobre 24, 2011  
Blogger lophelia said...

mah forse vivendo in Italia ci sono assuefatta.

11:03 AM, ottobre 24, 2011  
Anonymous arte said...

Fosse solo quello.

1:13 PM, ottobre 24, 2011  
Blogger lophelia said...

e poi c'è l'eterno Bifo
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/10/18/franco-berardi-bifo-mantra-del-sollevarsi/

3:56 PM, ottobre 24, 2011  
Anonymous Rob said...

No, oddio, Bifo no.
Uno che "il mio dovere di intellettuale, di attivista e di proletario della conoscenza" dovrebbe scrivere sul ciclimprop della sezione, e fermarsi lì.
(nel frattempo il ciclimprop è defunto, ma lui non sembra essersene accorto)

Ecco, la sensazione è esattamente questa.
Che se non sono cambiate manco le parole d'ordine, allora siamo inguaiati. E mummificati.

1:01 AM, ottobre 25, 2011  
Blogger lophelia said...

ecco Rob, ma che sia defunto comincio ad avere dei dubbi...perché lo scenario è da George Romero, francamente.

8:49 AM, ottobre 25, 2011  
Anonymous arte said...

Farebbe anche ridere, se non fosse una testimonianza agghiacciante di tutta una serie di cose che definire inquietanti per il prossimo futuro è poco.

7:52 AM, ottobre 26, 2011  
Blogger lophelia said...

Infatti, Arte.
D'altra parte l'effetto dell'anestesia prima o poi doveva finire.

9:26 AM, ottobre 26, 2011  

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