10 novembre, 2011

Fragile

L'attrice ha uno spettacolo imminente, in cui fa la parte della diva - quella con la D maiuscola. Facciamo delle foto ispirate alla sua ultima, famosissima seduta.
E' uscito il sole, il controluce è perfetto. Si inizia con le rose finte sui seni le pose le facce da Diva. Bocca socchiusa, palpebra abbassata, testa all'indietro, sorriso eccessivo. Le presto, per giocarci a nascondino, un lungo foulard rosa cangiante che sembra fatto di luce. Le collane di perle - rubate a sua madre. 
Poi le lenzuola, la luce artificiale, le pose sdraiate, il nudo un po' casto e un po' meno - alcune foto resteranno private.
Ora qualcuna più riflessiva, seduta sul bordo del letto, guarda in basso, pensa ad altro. Gli angoli della bocca tremano, abbozza un sorriso che non dura, piange. Mi fermo, ma mi fa cenno di continuare a scattare. "Tanto vale sfruttare la situazione" dice con un sorriso triste, prima di altre lacrime. Scatto, sentendomi un impudico voyeur.

4 Comments:

Anonymous Rob said...

E' in queste circostanze che capisco di non essere mai stato e di non poter mai essere un ritrattista.

11:21 PM, novembre 12, 2011  
Blogger lophelia said...

chissà...certo anch'io sono sicura di non poter mai essere fotoreporter di guerra, ad esempio...

12:50 PM, novembre 13, 2011  
Anonymous Anonimo said...

La categoria del voyeur, ben nota a chi lavora con l'immagine (quante volte mi è capitato di ritrarre qualcuno al volo, chessò, in treno con il mio taccuino, senza che chi stavo disegnando si accorgesse di nulla) è quella di chi "ruba" l'immagine ad un soggetto, appunto, inconsapevole. Qui credo che la situazione sia diversa. Mi è capitato di fare ritratti, e anche nudi. Con il soggetto si stabilisce una sorta di empatia e insieme di rigore. Mi è sempre capitato di realizzare che da parte di entrambi si verificasse una accettazione del possibile diveniente immagine. Talvolta la persona ritratta si "rivolge" in se stessa e allora, proprio in quel momento opera una scelta: fermarsi o andare avanti. Spesso l'atteggiamento del ritrattista fa la differenza.

8:01 PM, novembre 17, 2011  
Blogger lophelia said...

mauro, è vero quello che dici.
A me il senso di voyeurismo è venuto per via della nudità emotiva, non concordata preventivamente come invece era stata quella fisica. E da qui il timore di "rubare", come dici tu. A quel punto un secondo assenso è stato necessario per continuare - essendo altri i dati sensibili esposti.

6:22 PM, novembre 18, 2011  

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