La legge del desiderio
Succede che senti male per causa di qualcuno e ti vengono in mente le volte che proprio quello stesso male qualcun altro lo ha sentito per causa tua. Magari in quei momenti non ti eri reso conto esattamente di quanto male, e ora ecco che lo puoi soppesare al milligrammo su di te. In tutto ciò c'è una sorta di coerenza matematica. Ma serve a qualcuno?
27 Comments:
di getto la risposta è NO...l'acquisizione della consapevolezza non serve in questi contesti....fa parte della nostra indole credo. La foto mi ha lasciato di stucco: l'ho fissata a lungo.
Ehm...direi proprio di no. E poi (mi chiedo ora) perché si deve soffrire in amore?? :-(
P.S. Sulla mostra fotografica che ho visto guarda questo sito: http://www.flingue.unict.it/live_80/
Però tu stai bene, vero?
Pib: la foto cioè la scritta è incredibile, sembra quasi strano che questa espressione non esista nel linguaggio comune.
Miss Piperita: si soffre quando siamo mal tarati (parlo per me) e l'intensità del desiderio è direttamente proporzionale alla distanza dell'oggetto. In realtà a volte tu non vuoi una persona: vuoi la sua irraggiungibilità.
Grazie del link.
Matteo: grazie tesoro, sto bene a parte qualche momentaneo impulso a "strapparmi il cuore e camminarci sopra". Ma è già passato, e il cuore è ancora al suo posto.
No, assolutamente no. Anzi. Soffrire per amore è un vuoto a perdere. Ciò nonostante sembra quasi un passaggio obbligato, per tutti, chi poco, chi assai. Ma perché?
Tack: più che della sofferenza amorosa mi chiedevo l'utilità dell'equazione matematica con cui a volte mi sembra distribuita.
Cioè, ha un senso che uno senta su di sé il male che ha fatto sentire a un altro? è un pagare un conto che la vita ti presenta?
Perché si soffre...le risposte sono una, mille, centomila.
Uhm detto così può essere una visione distorta dell'empatia...o no?
ecco io incasso il 'tesoro' e oggi ho fatto la giornata.
le equazioni matematiche non servono mai quando si parla di emozioni in genere e d'amore in particolare.
desiderare l'irragiungibilita'...mi hanno colpito enormemente qeste parole, forse perche' so benissimo cosa descrivono...so anche il male che procurano...ma al contrario di tak non credo che soffrire per amore sia inutile. anzi, fa crescere e rafforza. certo sarebbe meglio l'amore delle favole, ma quello, appunto, appartiene alle favole.
Piperita: più che distorta mi verrebbe da dire "differita"...e quindi almeno come empatia poco utile.
Di Virlinzi mi sono piaciute soprattutto le foto dei Rem!
Matteo: :D
Henry: forse servono a illudersi di dare un senso alla sofferenza? perché come anche tu dici un senso deve averlo, soprattutto per accettarla e superarla.
Desiderare l'irraggiungibilità: potremmo farci un intero blog...di sicuro torneremo sull'argomento.
L'amore delle favole?
Ma se ci pensi dell'amore le favole raccontano sempre l'avventurosa conquista. Una volta trovato non è più irraggiungibile e non è più interessante raccontarlo.
Qualcosa vorrà pur dire...
davvero sembra strano..appena l'ho vista/letta l'ho fatta mia
ma il dolore che sappiamo causare a qualcun altro, non lo proviamo in parte anche noi?
non ci costa sofferenza dover fare la parte dei duri? o guardarci indietro e vedere sul nostro piccolo o grande campo solo feriti?
e poi le equazioni serviranno forse a crescere, ma se ne farebbe davvero a meno.
Cosa che voglio dire più di tutto è:NON VOGLIAMO SOLO L'IRRAGIUNGIBILITà! non può essere così, se no siamo veramente nati per soffrire :-(
Sai che mi sono spesso chiesto se l'amore possa fare soffrire? L'amore disinteressato intendo. Mi e' capitato di soffrire per amore, come a tutti, di precipitare senza riuscire a rialzarmi per settimane. Ma era vero amore mi domando? O era desiderio di farmi amare? Cioe' quello delle canzoni di Bonnie Prince Billy e di Bill Callahan e' amore o cos'altro? Sai che mi stai facendo rivivere vecchi dilemmi che non sono mai riuscito a risolvere? [Non ho mai una risposta per le tue domande, lo so}.
Ah, e poi volevo anche dire che non ho mai compreso la frase di Henry, che ho gia' sentito altre volte: "non credo che soffrire per amore sia inutile. anzi, fa crescere e rafforza". A me soffrire per amore non ha mai fatto bene, non mi ha mai rafforzato, mi ha sempre buttato a terra e basta. E ogni volta e' come la prima volta: soffri da cane, non combini niente per giorni. Sono io che non sono mai cresciuto e non mi sono mai rafforzato nonostante tutto o succede anche a voi?
Claudia: alla tua prima domanda rispondo sì, ma è un dolore molto diverso da quello causato nell'altro. Quello lo puoi immaginare ma non lo "senti" sulla tua pelle se non quando tocca (a) te.
Volere "soprattutto" (non "solo")l'irraggiungibilità è una sottile perversione, non di tutti, dalla natura molto complessa. Ne riparleremo senz'altro.
Fabio: vedo ora i tuoi commenti!
allora, se tu avessi la risposta per le mie domande potrei pagarti un vitalizio...piuttosto penso che se esistesse come professione il "cercatore di domande" sarei miliardaria!
Poi: la parola "amore" la usiamo qui e altrove come termine di comodo. Che si possa trovare un accordo su ciò che significa veramente ho forti dubbi (ma significa veramente qualcosa? Secondo me è piuttosto un calderone di desideri, bisogni, proiezioni, e sentimenti non sempre elevati). Immagino che tu voglia dire che se fosse amore come sentimento puro e positivo per la sua stessa natura non dovrebbe portare sofferenza, e forse è vero, chissà. Chi può rispondere alzi la mano (e mostri l'aureola).
Sul secondo commento...dire che la sofferenza rafforza non me la sento. Però risalire alle radici nascoste di una sofferenza ti aiuta a rafforzarti e a rialzarti da terra.
Comunque sull'irraggiungibilità si potrebbe correggere forse in "parzialmente raggiungibile". Come il latte parzialmente scremato.
Sono d'accordo con henry:
Su questo campo le equazioni matematiche non hanno pratica validità.
Anzi sono fuorvianti.
Quindi escluderei una spiegazione scientifica. :-)
@fabio:
sottoscrivo quanto hai raccontato a proposito della sofferenza. :-)
Insisto: è un vuoto a perdere o nella versione più leggera un gioco al massacro.
Tutto può essere utile alla nostra crescita personale, sempre che lo si veda in questi termini. E se il rendersi conto che l'altro non è un oggetto bensì un soggetto percettivo e senziente passa attraverso una nostra presa di coscienza (anche) dolorosa, allora ben venga: le vie per conoscere se stessi sono infinite: il mondo intorno a noi, ci rispecchia...
un baciotto :-)
Anche a me sono piaciute molto quelle dei Rem...di cui Virlinzi era amico. Virlinzi non era in realtà fotografo di professione...aveva fondato una casa editrice siciliana dove Carmen Consoli e Mario Venuti (allora con i Denovo) registrarono album. Purtroppo è morto prematuramente a causa di una malattia.
Tack: da te mi sarei aspettata una difesa della matematica come chiave di tutto;-)!
Gidi: sono ovviamente d'accordo, ricambio il baciotto...buonanotte:)
Piperita: grazie di nuovo per il link e le notizie, anche se non tutte belle.
Sai pero' che forse e' proprio quella la radice del problema, la definizione di "amore". Perche' sono d'accordo con te, chiamiamo amore un mix di "desideri, bisogni, proiezioni, e sentimenti non sempre elevati". Mentre forse (e io non ne sono capace il piu' delle volte) se invece amore lo intendessimo come "ti voglio bene" (cioe' "voglio il tuo bene") la prospettiva cambierebbe. Lo so bene, e' difficile o forse impossibile data la nostra debolezza umana. Tutto questo pero' non l'ho imparato soffrendo, ma leggendo "L'arte di amare" di Fromm, libercolo straordinariamente illuminante. Soffrire non mi ha mai insegnato nulla, ribadisco. Mi ha tolto energie e basta. Esperienza personale naturalmente, se a qualcuno e' servito mi fa piacere per loro.
Fabio: il problema è che quello che si può imparare dai libri spesso resta astratta teoria. Questa storia del volere il bene dell'altro l'ho già sentita dire, ma di solito funziona solo finché il bene dell'altro coincide col proprio. Oltre cominciano gli scazzi, e le sofferenze. E allora si può cercare di mettere a frutto quelle, di dipanarle alla ricerca di un bandolo. Forse è un'illusione, forse è solo un ansiolitico temporaneo come per alcuni fare le parole incrociate.
Non su questo cara Lophelia.
E' un impossibile matematico. ;-)
Il mio matematico di riferimento, nonché mio maestro, alla domanda: professore qual è la legge matematica che maggiormente ha cambiato il corso delle cose disse, lasciando la platea delusa della risposta (non me sia chiaro):
Al cuore non si comanda.
Illuminante nella sua semplicita'.
Tack: illuminante, e confortante.
Lophelia: non so se ora potrò buttare più la busta vuota del latte scremato con la stessa leggerezza!
Claudia: :D!!!
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