Cose che mi fanno stare bene
La mia nuova digitale non fa delle immagini bellissime: ma il suo essere davvero piccola rende molto più naturale fotografare le persone in situazioni estemporanee.
Tutt’altra cosa dalla Reflex, insostituibile per "andare all’osso" del soggetto ma talvolta paralizzante sia per il fotografo che per il fotografato.
Così mi diverto a portarla sempre con me, sto diventando un incubo per gli amici e piano piano anche per gli estranei...ma riesco meglio ad avvicinarmi fotograficamente alla cosa che più mi interessa: lo scambio.
In questo momento non ho voglia di fare analisi nitide e distaccate né di comporre la realtà in forme perfette, ma piuttosto di entrare dentro le situazioni. Dentro la vita, come si diceva qualche post fa. Alla ricerca di uno sguardo che mi restituisca un po’ di verità. Qualcosa con cui nutrirmi per un po’, come assimilare un grammo di mondo. Può essere anche il sorriso un po' appiccicoso di un suonatore di fisarmonica nel sottopassaggio che ti chiede un bacio, o lo sguardo trasparente del fruttivendolo del Banco del Pensionato che ti fa i prezzi buoni.
Senza l’ingombro del pesante scudo/arma della Reflex tutto questo passa più facilmente, almeno con gli estranei. Non sono grandi foto, ma spesso la gente mi interessa più della fotografia.
Penso spesso che l’ideale (reale, forse, in un qualche futuro) sarebbe fotografare per mezzo di un sensore innestato nell’occhio, che catturerebbe direttamente l’immagine senza altre mediazioni. E allora, a quel punto che differenza ci sarebbe tra fotografare e vivere?
17 Comments:
Non pensi che la cosa già accada?
In fondo i più fotografano proprio per far fronte a quel tipico problema tutto umano che abbiamo di mandare in dissolvenza i ricordi di tutto ciò che viviamo.
Tack: sì, questo è in effetti uno degli aspetti dell'uso della fotografia...l'estremizzazione potrebbe essere appunto selezionare e salvare direttamente gli istanti decisivi solo con lo sguardo, senza strumenti intermediari esterni al corpo...
Ma oltre alla permanenza del ricordo credo ci sia altro nel fotografare, come un voler estrarre dalla vita qualcosa, un segreto, un succo, una quintessenza. Sto cercando di arrivare al nocciolo del perché faccio fotografie, e quindi al rapporto che questo ha con la realtà (io lo chiamo pensare sul piano simbolico, qualcuno lo chiamerà farsi seghe mentali;))
No, no, continua così che vai benissimo. :-)
Mi piace questa tua passione e questa tua profonda ricerca dell'essenza.
Sono d'accordo con quanto dici.
Credo che le foto fatte al volo con la digitale abbiano proprio quella caratteristica imperfetta ma molto vitale che dici tu. Si perde un pò di qualità ma c'è meno 'distanza' dal soggetto...soprattutto quello incontrato per strada in maniera casuale.
Io un pò per timidezza - un pò perchè perchè a volte non ce n'è davvero il tempo - non chiedo mai di poter fare foto, scatto al volo, furtivamente, e di solito le persone ne sono inconsapevoli. Ho scoperto che sono le mie fotografie che preferisco. Oltre agli still life perchè...non si muovono appunto ;-)
Kit: anch'io preferisco senz'altro le foto fatte di nascosto, molto più vere: infatti prima o poi mi arresteranno per violazione della privacy...Il problema di questo tipo di foto è che non puoi metterle in mostra o a pubblicarle perché dovresti avere la "liberatoria" di chi vi compare. Anche Scianna nel workshop diceva che è diventato tutto più difficile da questo punto di vista.
fotografare perchè ne hai bisogno....puro istinto senza perchè..come bere un bicchiere d'acqua quando hai sete
Pib: la sete E' un perché...
Ah Lophelia, non so se hai già visto questo.
Kit: grazie, lo avevo visto, è anche nel catalogo della sua mostra. Le cose che dice possono darvi un'idea di come siano stati interessanti quei tre giorni di workshop. "Il sole mi interessa perché fa ombra" mi piace troppo...
Un passo oltre lo fa il telefonino, io non lo uso, però mi intriga molto, le foto sono ancora meno nitide, ma è sempre dietro e facilmente occultabile.
Matteo: sì, non ce l'ho ma mi attira molto...volevo comprarlo, poi ho preso questa digitale ma l'acquisto è solo rimandato. A quel punto galera o pestaggio sono assicurati perché lo userei ovunque.
Ci sono volte che quando leggo un tuo post mi domando se per caso l'ho scritto io, tanto sa rappresentare il mio pensiero. Del resto sono cose delle quali abbiamo anche parlato di persona se ricordi. Addirittura adesso mi capita che senza la macchina sempre con me mi sento perso. Sabato scordo sono andato al matrimonio di una mia amica, figlia di ricchissimi proprietari terrieri irlandesi. Matrimonio black tie (che significa che tutti gli uomini -me compreso- erano in smoking e farfallino nero e le donne in cappelli, velette e abiti da "te' con la regina"), al Savoy, l'hotel piu' upper class di Londra. Per uscire di casa leggero non ho portato la Ixus e c'erano momenti nei quali *dovevo* fotografare e non potevo. Le danze irlandesi dopo il matrimonio, con il cantante baffuto, versione irlandese di Califano, che salmodiava canzoni folk, sarebbero state le foto della mia vita. C'era il fidanzato greco di una nostra amica con una Leica del '56 che mi faceva un'invidia...
Fabio: questo tuo racconto mi ha fatto soffrire, ti giuro...sarà la tua solita capacità descrittivo/evocativa, ma queste foto mai fatte me le rappresento benissimo e di conseguenza il senso di frustrazione...quello che mi rappresento meno è Fabio in smoking e farfallino nero!
Guarda, il problema e' stato vestirmi con la giacca alle 3 del pomeriggio con quel caldo. Maledicevo gli sposi quasi. Poi invece e' un po' come una recita quando sei vestito in quel modo. Ero tra i pochi amici degli sposi, gli invitati per lo piu' erano parenti arrivati dall'Irlanda. Tutto formalissimo, fino a quando si e' seduta a tavola vicino a me questa donna di un erotismo sconvolgente. Li' ho cominciato a bere io che non bevo mai e il bicchiere era sempre pieno e invitante (c'era un cameriere ogni 2 invitati). Quando la donna di un erotismo sconvolgente ha sentito le prime note di Kiss di Prince e mi ha chiesto se mi andava di ballare con lei le ho detto "Sure" prima di alzarmi dando una distratta gomitata al bicchiere di rosso che si e' rovesciato sulla tovaglia immacolata. Facciamoci sempre riconoscere proprio!
In effetti mi pareva di aver capito un paio di post fa su questo blog che non amavi né il bere né le feste...ti vedo in netto miglioramento!!
certe creature riuscirebbero a farci amare anche gli scorpioni a colazione.
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