Fuori dai denti
Voi come vi sentireste se vi succedesse una cosa del genere?
Un anno fa decido di farmi un sito ufficiale di fotografia. Mi rivolgo ad un'associazione di giovani fotografi della mia città che organizza corsi e mostre in collaborazione con le istituzioni fiorentine, perché mi sembrano bravi. Davanti al preventivo esito, mi viene proposto uno sconto perché le foto piacciono - penso sia un modo di dire ma forse non è una bugia, visto il seguito. Il lavoro viene bene, e soddisfa me e loro. Mi si promette di pubblicizzare il sito e una mia imminente mostra tramite la newsletter dell'associazione: tutto ciò non verrà mai fatto, ma fin qui pazienza - anche se mi sono chiesta il motivo.
Nel mio sito si trova una sezione con un lavoro intitolato esattamente "Relazioni", che ho mostrato in parte anche tempo fa qui sul blog: un lavoro fatto nel corso degli anni su coppie di amici, amanti, fratelli e sorelle e su come i loro legami possano leggersi nel linguaggio del corpo e delle espressioni. Adesso, a distanza di un anno da quando è stato fatto il sito, scopro che la suddetta associazione inaugura in città una mostra dal titolo "Relazioni", pubblicizzata con la foto in bianco e nero di una coppia di ragazze in primo piano.
Certo quello delle relazioni è un tema universale, certamente era un'idea che poteva venire a chiunque, sicuramente la loro interpretazione sarà diversa dalla mia: ma voi non vi incazzereste un po' lo stesso? dato che il mio lavoro innegabilmente lo avevano visto, forse potevano almeno chiamare il loro progetto in un altro modo, evitare questa spudorata analogia.
Scusate lo sfogo infantile, della serie "Maestra, Ciccio mi ha copiato!"...
Relazioni, a volte pericolose.
Un anno fa decido di farmi un sito ufficiale di fotografia. Mi rivolgo ad un'associazione di giovani fotografi della mia città che organizza corsi e mostre in collaborazione con le istituzioni fiorentine, perché mi sembrano bravi. Davanti al preventivo esito, mi viene proposto uno sconto perché le foto piacciono - penso sia un modo di dire ma forse non è una bugia, visto il seguito. Il lavoro viene bene, e soddisfa me e loro. Mi si promette di pubblicizzare il sito e una mia imminente mostra tramite la newsletter dell'associazione: tutto ciò non verrà mai fatto, ma fin qui pazienza - anche se mi sono chiesta il motivo.
Nel mio sito si trova una sezione con un lavoro intitolato esattamente "Relazioni", che ho mostrato in parte anche tempo fa qui sul blog: un lavoro fatto nel corso degli anni su coppie di amici, amanti, fratelli e sorelle e su come i loro legami possano leggersi nel linguaggio del corpo e delle espressioni. Adesso, a distanza di un anno da quando è stato fatto il sito, scopro che la suddetta associazione inaugura in città una mostra dal titolo "Relazioni", pubblicizzata con la foto in bianco e nero di una coppia di ragazze in primo piano.
Certo quello delle relazioni è un tema universale, certamente era un'idea che poteva venire a chiunque, sicuramente la loro interpretazione sarà diversa dalla mia: ma voi non vi incazzereste un po' lo stesso? dato che il mio lavoro innegabilmente lo avevano visto, forse potevano almeno chiamare il loro progetto in un altro modo, evitare questa spudorata analogia.
Scusate lo sfogo infantile, della serie "Maestra, Ciccio mi ha copiato!"...
Relazioni, a volte pericolose.
15 Comments:
miinkia come mi incazzerei io!
ci sono poche cose che mi fanno uscire di testa e una e' proprio questa: essere derubato di idee mia.
toglimi una curiosita': almeno un cazziatone glielo hai fatto vero? no perche' un vaffa se lo meritano tutto.
comunque son sicuro che le loro foto non sono neanche l'ombra delle tue.
bastardi.
Non li si può boicottare in qualche modo?!
io mi sarei arrabbiata tantissimo e alla fine, probabilmente, non gli avrei detto niente...
henry: all'inizio ho pensato: li chiamo e gli dico chiaro e tondo quello che penso. Ora mi sta sempre più passando la voglia, ma una vocina mi dice che dovrei farlo se non voglio che mi rimanga sullo stomaco...
iko: l'impulso mi è venuto, poi non lo avrei fatto e comunque devi sapere che a Firenze se sei un'associazione hai molto potere politico (nel senso del poter fare cose, e renderti visibile), se sei un individuo ne hai molto meno.
anch'io in un caso simile ma molto più grave in cui c'entrava una casa editrice mi sono arrabbiata tantissimo (ho anche consultato un avvocato), poi ho lasciato perdere. Ma me ne sono pentita perché poi queste cose non le digerisci e sono tutte tossine nel sangue.
comunque sto cercando di convertire la rabbia in energia costruttiva per il mio lavoro (fotografico), unica cosa che mi fa sentire meglio.
Sai che io non ci sono mai riuscito davvero a trasformare la rabbia in energia costruttiva? Come si fa? La disperazione, la malinconia, la nostalgia si', ma la rabbia mai. Mi rimane dentro e mi fa stare male. La accetto come un fatto della vita, dato che tutte le volte che l'ho lasciata uscire non mi sono affatto piaciuto e ha finito per farmi ancora piu' male. Ora aspetto con pazienza che passi.
fabio: per me è l'opposto: la malinconia e simili mi paralizzano, per me sono diminuzione, assenza di energia e mi rendono incapace di fare. Mentre la rabbia è un sovrappiù di energia negativa, che può forse essere convertita. L'importante è che perda la valenza distruttiva prima di farla uscire, se no è meglio stare fermi e boni, un po' come dici tu.
Ma tu dalla malinconia etc. riesci a tirar fuori qualcosa? Io mi ci impantano e basta, tipo sabbie mobili.
In parte sai già come la penso (te lo dissi sul treno per Roma...)
Posso aggiungere che io ho imparato ad arrabbiarmi solo recentemente, e da allora mi sento molto meglio. Direi come la penso a quella persona, con decisione ma senza essere offensiva/distruttiva, e non credo che tu lo saresti comunque.
È una cosa subdola e indecente quella che ti hanno combinato.
arte: ma sai che magari cadrebbero dalle nuvole? forse l'idea gli è piaciuta quando l'hanno vista, l'hanno mangiata assimilata e digerita e ora la espellono convinti che sia produzione propria.
La scorrettezza è sottile, in questo senso sì, subdola.
Sicuramente, se tu glielo dicessi la reazione sarebbe quella di cadere dalle nuvole.
Sì, gli unici programmi alla radio davvero belli li ho fatti in momenti di disperazione o malinconia lacerante. In quei momenti non so come spiegarlo, ma recupero tutta l'unità dell'essere.
fabio: interessante, veramente ognuno è un mondo a sé. Grazie per avermelo spiegato.
Mi è capitato e più di una volta e direttamente con cose fatte da me, scannerizzate e passate come opera propria, magari cambiando un colore o il tipo di carattere. Ma prendere le vie legali diventava purtroppo una strada inutilmente lunga e dispendiosa anche di energie e gli autori del misfatto erano cosa di poco conto. Ho risolto (?) con una lettera cattiva e aver reso noto il fatto (altro modo per dire che li ho sputtanati davanti al cliente), che mi sono costate lo stesso molto.
smaltita la rabbia io gliela farei notare l'appropriazione indebita, io faccio man bassa di foto che trovo in rete, non so come citare gli autori che a volte nemmeno ci sono, è tanto che vorrei mettere una nota sul blog per scusarmi dell'appropriazione e per rimarcare il fatto che è perchè mi piacciono
che le posto
mi perdo sempre qualcosa per strada
mucca: ti sarà costato, ma almeno ti sei liberato. Immagino la rabbia, altro che un caso come questo.
zefi: ma quello è ammissibile, chi mette le proprie foto in rete accetta implicitamente la possibilità che vengano usate da altri e come lo fai tu non è scorretto...sarebbe grave se uno scoprisse una propria foto col nome di un altro.
ah grazie per avermi rassicurata
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