fabio: di solito anch'io ragiono così, anche se stavolta è veramente dura. Dico solo che molti miei amici e colleghi di lavoro hanno votato gli scomparsi, siamo tutti qui, e per ora vediamo solo nebbia.
arte: e la morte è sempre anche trasformazione (idem...)
giannitos: testimonianza di un momento in cui c'erano energie, non ancora bruciate.
fabio: gli umori che ho intorno in questo momento sono più orientati a nascondersi che a uscire in piazza. Il fatto è che per ricominciare dalla piazza bisogna aver chiaro cosa dire, ed essere in molti a voler dire le stesse cose. Invece questo voto ha diviso posizioni di persone che da sempre la pensavano allo stesso modo. Prima che dalla piazza forse bisogna ripartire dalle idee. Ora sono di corsa ma appena ho un attimo ne riparliamo, non riesco quasi a pensare ad altro in questi giorni.
Prima che dalla piazza si deve partire dalle idee...
il problema è che si deve ritornare sulla piazza per ritrovare le idee. Non c'è solo lo scollamento tra i politici e la realtà. Tutti abbiamo ristretto il pubblico ad un piccolo privato e il voto di domenica ne è la conseguenza
mucca: è vero che se non si esce dal proprio piccolo privato non si riparte, ma paragonando il tutto all'opus alchemico ora siamo nella fase del nero, della nigredo totale. In altri termini, nella m. E in questi momenti a me sembra meglio riflettere senza cercare visibilità, per arrivare alla fase di chiarificazione. Mi baso, ripeto, su quello che vedo intorno a me tra chi in passato "era di sinistra": divisioni sul voto (chi pd, chi arcobaleno, chi niente) e conseguenti risentimenti reciproci - per ognuno l'altro è responsabile della Catastrofe, intesa da una parte come vittoria di B.e dall'altra come sparizione della sinistra. Se come prima cosa ci si deve cazzottare a vicenda facciamolo almeno in privato.
@ lo: se non sono stato chiaro e se ora non ridico con altre parole il tuo pensiero, il mio tornare sulla piazza non significa cercare visibilità, piuttosto ritornare a guardare le cose, a "confondersi" con le cose e da lì la riflessione. Per non stare con chi si scazzotta o con chi si parla addosso.
Non stiamo dicendo la stessa cosa, come si addice ai commenti di un blog? :)
Cioe': partire dalla piazza significa partire dal basso, dal confronto col quotidiano.
Peraltro dette queste cose, a me le idee della sinistra (vera) sembrano giuste: no al precariato, redistribuzione della ricchezza in parti piu' eque, salario e casa garantiti a tutti, ecologia.
Il problema e' anche come comunicarle le idee. Su questo forse bisogna aprire una riflessione.
fabio: hai toccato un punto cruciale. I manifesti della destra hanno còlto il segno con parole chiave elementari e dirette: sicurezza, alleanza, rialzati italia etc. I manifesti dell'arcobaleno: "pensiero stupendo". Si apprezza l'ironia, ma non stupitevi se non vi votano. Si arriva al punto che una discoteca di firenze ha appena fatto la campagna per la nuova stagione rifacendosi ai manifesti della destra, la mano che traccia il segno sulla scheda e la frase: "rialzati popolo della notte". Dove sono finiti i professionisti della comunicazione di sinistra? Si sono onanisticamente persi nei labirinti della semiotica.
13 Comments:
Ma forse anche un nuovo inizio, su nuove basi, con meno costrizioni.
E' l'unica cosa che ci possiamo augurare Lo.
La fine è sempre anche un inizio.
(Lophelia, qui ci sarebbe voluta una di quelle faccine a occhi chiusi e col ditino alzato)
fabio: di solito anch'io ragiono così, anche se stavolta è veramente dura. Dico solo che molti miei amici e colleghi di lavoro hanno votato gli scomparsi, siamo tutti qui, e per ora vediamo solo nebbia.
arte: e la morte è sempre anche trasformazione (idem...)
Bella la foto.
Un nuovo inizio ? Ricomincio da tre!
ciao
Gianni
Ricominceremo dalle piazze. Fara' solo un gran bene a tutti.
giannitos: testimonianza di un momento in cui c'erano energie, non ancora bruciate.
fabio: gli umori che ho intorno in questo momento sono più orientati a nascondersi che a uscire in piazza. Il fatto è che per ricominciare dalla piazza bisogna aver chiaro cosa dire, ed essere in molti a voler dire le stesse cose. Invece questo voto ha diviso posizioni di persone che da sempre la pensavano allo stesso modo.
Prima che dalla piazza forse bisogna ripartire dalle idee.
Ora sono di corsa ma appena ho un attimo ne riparliamo, non riesco quasi a pensare ad altro in questi giorni.
Li ricordo quei momenti, Lo. Sono con te: bisogna ripartire dalle idee (e ricostruire con pazienza).
Gianni
Prima che dalla piazza si deve partire dalle idee...
il problema è che si deve ritornare sulla piazza per ritrovare le idee.
Non c'è solo lo scollamento tra i politici e la realtà. Tutti abbiamo ristretto il pubblico ad un piccolo privato e il voto di domenica ne è la conseguenza
gianni: :-)
mucca: è vero che se non si esce dal proprio piccolo privato non si riparte, ma paragonando il tutto all'opus alchemico ora siamo nella fase del nero, della nigredo totale. In altri termini, nella m.
E in questi momenti a me sembra meglio riflettere senza cercare visibilità, per arrivare alla fase di chiarificazione.
Mi baso, ripeto, su quello che vedo intorno a me tra chi in passato "era di sinistra": divisioni sul voto (chi pd, chi arcobaleno, chi niente) e conseguenti risentimenti reciproci - per ognuno l'altro è responsabile della Catastrofe, intesa da una parte come vittoria di B.e dall'altra come sparizione della sinistra.
Se come prima cosa ci si deve cazzottare a vicenda facciamolo almeno in privato.
@ lo: se non sono stato chiaro e se ora non ridico con altre parole il tuo pensiero, il mio tornare sulla piazza non significa cercare visibilità, piuttosto ritornare a guardare le cose, a "confondersi" con le cose e da lì la riflessione. Per non stare con chi si scazzotta o con chi si parla addosso.
mucca: grazie del chiarimento. Mi piace l'idea del confondersi, del mischiarsi con le cose.
Non stiamo dicendo la stessa cosa, come si addice ai commenti di un blog? :)
Cioe': partire dalla piazza significa partire dal basso, dal confronto col quotidiano.
Peraltro dette queste cose, a me le idee della sinistra (vera) sembrano giuste: no al precariato, redistribuzione della ricchezza in parti piu' eque, salario e casa garantiti a tutti, ecologia.
Il problema e' anche come comunicarle le idee. Su questo forse bisogna aprire una riflessione.
fabio: hai toccato un punto cruciale. I manifesti della destra hanno còlto il segno con parole chiave elementari e dirette: sicurezza, alleanza, rialzati italia etc. I manifesti dell'arcobaleno: "pensiero stupendo". Si apprezza l'ironia, ma non stupitevi se non vi votano.
Si arriva al punto che una discoteca di firenze ha appena fatto la campagna per la nuova stagione rifacendosi ai manifesti della destra, la mano che traccia il segno sulla scheda e la frase: "rialzati popolo della notte".
Dove sono finiti i professionisti della comunicazione di sinistra? Si sono onanisticamente persi nei labirinti della semiotica.
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