19 luglio, 2008

Piccola rassegna di fuorilegge illustri

William Klein,"4 heads, Thanksgiving Day", New York 1955

Diane Arbus, "Child with a Toy Hand Grenade in Central Park", N.Y. 1962


Henri Cartier-Bresson, "Roumanie 1975"

Leggo nel bando di un concorso fotografico attualmente in corso:

"Il Concorrente dovrà informare gli eventuali interessati (persone ritratte) nei casi e nei modi previsti dall'art.10 della legge 675/96 e successiva modifica con D.Lg. 30 giugno 2003 n.196, nonché procurarsi il consenso alla diffusione degli stessi. In nessun caso le immagini inviate potranno contenere dati qualificabili come sensibili."
La definizione di "dati sensibili" contenuta nel D. Lgs. 196/2003 comprende le informazioni sulla vita sessuale della persona, evidentemente presenti nelle immagini qui sopra di Cartier-Bresson e Doisneau. William Klein dal canto suo non crediamo si sia fermato a richiedere il consenso delle persone qui ritratte, e a volerle rintracciare avrebbe avuto qualche difficoltà. Quanto a Diane Arbus, la sua foto si scontra con il (giusto) "divieto di cui all'art. 13 del D.P.R. n. 448/1988, di pubblicazione e divulgazione con qualsiasi mezzo di notizie o immagini idonee a consentire l'identificazione di un minore".
Le norme attualmente in vigore cancellerebbero una bella parte di storia della fotografia, di cui questi sono solo alcuni esempi.

25 Comments:

Anonymous Anonimo said...

cara, in base alle norme odierne la mia unica auto non passerebbe mai i controlli di sicurezza (una mini dell'84), e nessuna delle mie vespe passerebbe i controlli anti-inquinamento ('56, '64, '93).

io insisto.

a.

10:31 PM, luglio 19, 2008  
Blogger rodocrosite said...

E poi spesso bellezza e genialità sfuggono le regole.

1:47 PM, luglio 20, 2008  
Blogger lophelia said...

auro: accidenti,complimenti per il parco mezzi!
mi viene da pensare che tutti noi nati prima del 2000 siamo sicuramente non a norma per qualche motivo.

rodo: è vero, anzi direi che è quasi una regola!

2:01 PM, luglio 20, 2008  
Blogger Henry said...

e questa e' un'ulteriore dimostrazione del fatto che con tutti i cavilli, le regole, le clausole che ci sono in giro, ci stiamo costruendo una gabbia, dorata forse, ma mortale.

2:20 PM, luglio 20, 2008  
Anonymous Anonimo said...

Il mio lavoro è fatto di limiti, oltre a quelli tecnici ed economici, quello più grosso è il cliente...
Non sempre, a proprio grazie a quei paletti imposti ho fatto delle cose per le quali sono orgoglioso.

Auro: la mia mini è 9 anni più giovane, ma sopravvive anche lei grazie ai trucchi ;-)

6:23 PM, luglio 20, 2008  
Blogger lophelia said...

henry: questa legge è un tentativo di arginare una diffusione di informazioni resa sempre più facile e pervasiva dai mezzi di comunicazione Credo che come gabbia abbia una tenuta poco solida, in compenso può rompere abbastanza le scatole sull'espressione creativa che non necessariamente rientra nell'etichetta di giornalismo - in virtù del quale molte cose in più sono permesse.

mucca: il discorso mi interessa, spero che avremo occasione di parlarne tra un paio di weekend davanti ad uno splendido tramonto toscano:)

7:06 PM, luglio 20, 2008  
Blogger artemisia said...

Ah, io di queste cose me ne frego altamente, infatti non sapete cosa faccio con le foto che possiedo di tutti voi...


Mmhahahahaha!!!

@Auro e Mucca: La MIA mini era del 1972, beccatevi questa (però ha fatto una brutta fine)

:(

10:44 PM, luglio 20, 2008  
Anonymous Anonimo said...

condivido in parte ciò che scrivi.

Io non ho mai fotografato degli sconosciuti, lo trovo ingiusto nei confronti di chi non mi ha espressamente chiesto di essere fotografato.

Il fatto che gli esempi sopra riportati siano immagini di grandi fotografi non autorizza questi ultimi a diffondere foto di persone in atteggiamenti intimi.

8:04 AM, luglio 21, 2008  
Blogger zefirina said...

se ti lasci andare in atteggiamenti "intimi" in pubblico non vedo perchè poi ti devi alterare se vieni fotografato...

la legge sull aprivacy è una bufala, siamo tutti da un pezzo in un grande fratello e non ce ne rendiamo conto, già se hai a che fare con internet, carte di credito, gruppi di aggregazione sei schedato, se giri per le città ci sono telecamere ovunque

la cosa non mi piace affatto, ma di certo non mi faccio castrare da tutto questo

11:22 AM, luglio 21, 2008  
Blogger Fabio said...

Che cosa ci spinge a fotografare pero', se non il desiderio di fermare un momento che in qualche modo, soggetivo fin che si vuole, consideriamo emozionante e degno di essere ricordato? Non si tratta quindi di un dono, di un riconoscimento? Che importanza puo' avere se quella persona, gatto, montagna li conosciamo? Li imprimiamo sulla pellicola perche' vogliamo aggiungerli al nostro album di emozioni.

Ma che mondo stiamo costruendo con tutte queste regole, e soprattutto chi puo' dire di rispettarle tutte, e di che razza di infelice si tratta?

12:29 PM, luglio 21, 2008  
Blogger lophelia said...

Fiordiloto: capisco il tuo punto di vista. Personalmente essere fotografata mi disturba di più quando me lo chiedono che non quando non me ne accorgo…quando ci fotografano all’insaputa si viene più naturali! Le altre sono tutte messinscene, e come documenti antropologici hanno molto meno valore. Credo sia per questo che ultimamente non mi diverto più molto a fare foto costruite.
In ogni caso essere fotografata mi disturba meno del fatto che si sappia cosa compro al supermercato, o a chi telefono o che cosa scrivo nei miei sms.
Diverso è il discorso della “diffusione” delle immagini, che infatti è il vero oggetto del divieto di legge. Ma anche qui, se un’immagine non è lesiva della dignità del soggetto vorrei capire qual è esattamente il reato da contestare.
Insomma capisco il punto di vista dell’individuo, ma parteggio per l’espressione creativa…

Zefi: sono pienamente d’accordo con tutto quello che scrivi. Soprattutto sul fatto che (interpreto, sperando di non travisarti) quando siamo in pubblico siamo già esposti agli sguardi di tutti, quindi si presume che non abbiamo niente da nascondere.

Fabio: grazie per aver espresso con le migliori parole un concetto che avevo dentro allo stato confuso. Magari essere immortalati per sempre in uno dei nostri momenti più felici!

1:52 PM, luglio 21, 2008  
Blogger artemisia said...

Scusate, domanda cretina: cosa sono gli atteggiamenti intimi?
Cioè, come si definiscono?

No, perchè per me ad esempio leggere un libro a mia figlia è un momento molto intimo, meno della nudità, per dire.

Io penso anche che sia giusto distinguere tra diffusione di immagini altrui e sistemi di sorveglianza indiscriminata ai quali però pochi si ribellano.

6:01 PM, luglio 21, 2008  
Blogger lophelia said...

arte: mi ero persa il tuo commento precedente...e me la ricordo la fine che fece la tua Mini del 1972, sì che me la ricordo...ma sono dati sensibili che non diffonderò!

passiamo al secondo commento.
"Intimo" è un superlativo derivato dal latino, e sta per: "il più addentro, il più profondo, il più riposto, il più segreto".
Dunque, io definisco intimo qualcosa che non faremmo o non mostreremmo mai in pubblico, non necessariamente uguale per tutti.
E se mostriamo qualcosa in pubblico significa che non è "intimo", e quindi non è peccato fotografarlo:)

8:12 PM, luglio 21, 2008  
Anonymous Anonimo said...

quello che sollevi è un problema che mi pongo spesso per banali questioni professionali. Ovviamente il mio punto di vista non è artistico e quindi meno e più giustificato al tempo stesso, è l'annosa questione sul diritto di cronaca.
Potrei tediarvi con una serie di episodi ma ve ne infliggo solo due.
Uno che fa ridere (se conosceste il soggetto in questione lo trovereste a dir poco comico): la mia compagna di banco delle medie un paio d'anni fa viene trascinata al mercato dalla madre che ha bisogno di aiuto per la spesa, viene ripresa da una troupe del tg mentre parla al cellulare, quelle immagini (catalogate generiche telefonini inverno giorno) finiscono nell'archivio comune. Da allora, ogni volta che si parla di telefonia vengono riutilizzate, e ogni volta mi telefona pregandomi di distruggerle (cosa che non posso fare): lamenta che è struccata, in tuta e con un piumino marrone che le sta malissimo...
Diversi anni fa mi sono occupata di lavoro minorile, ho mostrato in volto ragazzini tra i 14 e i 18 anni, non rispettando le regole. Sotto i 14 anni c'è di mezzo un reato e quindi ho montato solo immagini molto strette o molto larghe. Per gli altri ho scelto di non mostrarli di spalle o peggio schermarli, ma lasciare fossero loro a raccontarsi, ho ritenuto li avrebbe resi simili a criminali, che avrei tolto loro la dignità e la fierezza che mostravano.
Forse ho sbagliato, ma siamo sicuri che non sia molto più lesivo ad esempio certo uso dei bambini nelle pubblicità?
Non ho certezze, so di contraddirmi, non seguo sempre lo stesso comportamento, credo sia presuntuoso da parte mia ergermi ad arbitro e decidere di volta in volta, ma penso anche che la gabbia delle regole (pur necessaria) non possa tener conto delle persone e delle situazioni.

12:32 AM, luglio 22, 2008  
Blogger artemisia said...

Va bene, allora allarghiamo ancora di più il discorso e sempre a proposito di regole professionali pensiamo alle regole sulla privacy in campo sanitario (sto parlando della realtà italiana). Principi ineccepibili vengono applicati in maniera pedissequa e miope, nell'eterno terrore - tutto italiano - della "responsabilità". Nessuno osa pensare con la propria testa, ma si applicano ciecamente regole date, e quando si applicano le cose ciecamente si creano situazioni assurde. Le quali ovviamente finiscono per mettere in discussione e rendere non credibili anche principi che di per sè sarebbero giusti.

Concludo.

Secondo me, anche nell'esempio dei ragazzini di Iko, bisogna capire per chi sono fatte le regole, qual è il loro intento, cosa si vuole proteggere. Bisogna prendersi, a volte, la responsabilità civile e morale di infrangerle, ma anche quella di difenderle. Bisogna, più semplicemente, avere il coraggio di usare la testa. Mettere in discussione. Questo è quello che secondo me contraddistingue la pecora dal cittadino.

(scusa l'OT)

8:54 AM, luglio 22, 2008  
Blogger lophelia said...

iko: sarei curiosissima di sapere gli altri episodi:)
ma davvero in materia di riprese video uno non può chiedere la cancellazione dei dati che lo riguardano? raccontata così sembra una crudeltà terribile!
Andando sul discorso più serio dei minori trovo le tue scelte assolutamente condivisibili in quanto pensate e frutto di valutazioni. In casi come questi la legge appare uno strumento molto rozzo.

arte: appunto, mi hai tolto le parole di bocca - è bellissima questa cosa che io leggo un commento impegnativo e decido di rifletterci per esprimere decentemente il mio pensiero, poi di solito arrivo e trovo che tu oppure Fabio avete già espresso il concetto usando le parole molto meglio di come potrei fare io!

la mia proverbiale pigrizia vi ringrazia:))))

e già che siamo andati in OT aggiungo questa perla che non c'entra niente col tema originario: nel battistero della città dove lavoro attorno all'antico fonte battesimale per terra sono stati appoggiati tanti cartellini col segnale di divieto di fotografare o fare riprese video. A parte che il vero motivo non è - come dicono - che "i monumenti si sciupano" (basta vietare l'uso del flash) ma il fatto che se i turisti fotografano non comprano le cartoline: ma la cosa più assurda è che la vista della fonte viene assolutamente ROVINATA da questi cartellini appoggiati alla base!!!! l'ho detto alla ragazza della sorveglianza, che si è giustificata col fatto che "se no i visitatori non capiscono..."

no comment!!!!!

5:44 PM, luglio 22, 2008  
Blogger artemisia said...

Lophelia, è molto semplice: nomini me e Fabio tuoi addetti stampa, e noi daremo il meglio di noi, dietro modico compenso s'intende.

Invece per l'ufficio reclami avrei da proporti un altro individuo, qualificatissimo.

;)

Ma che ti metti a ragionare con gli abitanti di quella cittadina??? È tempo perso...

8:57 AM, luglio 23, 2008  
Blogger lophelia said...

arte: ma infatti, s'io fossi ricca darei lavoro a molte persone, addetti stampa, artisti, commercialisti....:)

quella "cittadina" non è un paese, è una città d'arte che fa anche molto per la cultura e l'arte "persino" contemporanea, quindi ragionare non dovrebbe essere fiato sprecato.

10:14 AM, luglio 23, 2008  
Blogger artemisia said...

Odido in effetti, essendo tu abituata a "ragionare" coi fiorentini...

(e venne messa al rogo come Savonarola)

;)

12:18 PM, luglio 23, 2008  
Blogger lophelia said...

ma no arte, che dici...Firenze ha anche riabilitato Dante con una recente delibera di consiglio comunale...non sto scherzando!!
o forse visto il tempo trascorso hai ragione a temere, il problema di Firenze è la contemporaneità.

1:26 PM, luglio 23, 2008  
Blogger Fabio said...

Eh, io divento l'addetto stampa di Fotosensibile solo se tu diventi la consulente di immagine di London Calling!

6:14 PM, luglio 24, 2008  
Anonymous Anonimo said...

Un piccolo appunto: la foto di Doisneau, il famoso "Baiser de l'Hotel de Ville" di fatto e' stata presa col consenso dei fotografati, che sono due comparse. Doisneau aveva un reportage pagato sui luoghi romantici di Parigi. La stessa foto, ma meno realistica e' presa anche sulla Tour Eiffel.

Vabbe' questo solo per rompere un po' e fare il primo della classe (cazzo a scuola nn m'è riuscito mai) :)
Per il resto sono d'accordo. Viviamo in un mondo sempre piu' regolato, e sempre meno giusto... Regole = giustizia?? hmmm

1:42 AM, luglio 25, 2008  
Blogger Fabio said...

A proposito di regole, leggevo proprio stamattina, su un libriccino sulla globalizzazione uscito per il Mulino, che di fatto e' in atto un movimento divergente.

In ambito economico, la rimozione delle regole e' selvaggia per fare spazio a uno sfruttamento di persone e risorse naturali mai sperimentato prima, e invece nella sfera privata le regole e limitazioni aumentano a livelli vertiginosi, in onore all'altro mito dei nostri giorni insieme al liberismo, quello della sicurezza.

Ma sicuri di che?

12:38 PM, luglio 25, 2008  
Blogger lophelia said...

fabio: certamente se vuoi, anche se mi sembra che Londoncalling non abbia alcun bisogno di un consulente di immagini...ci vedo cose sempre più belle.
Sicuri di che? di essere controllati, è veramente l'unica sicurezza attuale.

sukun: che piacere rivederti da queste parti...
ma allora era una bufala quello che ho letto una volta, che molti anni dopo i due amanti si erano riconosciuti nella foto di Doisneau scattata a loro insaputa?!? non so dove ma l'avevo letto, giuro.
Grazie di avermi informata, ecco perché i due sono così perfetti...erano finti!
:)
regole=giustizia? intanto è da vedere se le regole sono giuste, e poi parliamone...

3:28 PM, luglio 25, 2008  
Blogger lophelia said...

ps: se la foto di Doisneau non vale, mi è venuto in mente un intero libro di Scianna con bellissime fotografie spesso rubate in giro di gente che dorme. Ma si potrebbe continuare all'infinito.

3:33 PM, luglio 25, 2008  

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