13 gennaio, 2007

Consigli per il weekend

Andate a vedere "Le luci della sera" di Kaurismaki. Punto.
(domanda per Artemisia: ma è vero che nei paesi nordici le persone si guardano così poco negli occhi? è la cosa che più colpisce di tutto il film)

20 Comments:

Blogger Cilions said...

Perchè dovrebbero guardarsi poco negli occhi?
Sono curioso!

12:22 PM, gennaio 13, 2007  
Blogger artemisia said...

Premetto: a me Kaurismäki piace moltissimo.

"I paesi nordici" credo sia un'espressione un po' vaga...sarebbe come paragonare Grecia, Portogallo e Italia...tratti comuni esistono, ma anche grandi differenze. La Finlandia poi è sempre un discorso a parte, sia linguisticamente che culturalmente. Difficile darti una risposta.

In Norvegia è così: la gente ti guarda negli occhi se ti ascolta o ti rivolge la parola, raramente si incrocia lo sguardo per la strada. Non è che evitano di guardarti, semplicemente credo non trovino gli altri esseri umani interessanti di per sè.

4:08 PM, gennaio 13, 2007  
Blogger lophelia said...

La cosa che colpisce nel film è che i protagonisti non si guardano negli occhi neanche durante i loro brevi dialoghi, tenendoli fissi nel vuoto per spostarli sull'altro solo a conversazione finita, senza comunque incrociarsi. Questo dà una precisa tonalità emotiva al film, insieme alla solitudine di certi interni alla Edward Hopper rivisitato alla luce del nord.
Sembrerebbe che il non guardarsi negli occhi sottolinei la distanza emotiva tra il protagonista e le due donne di cui una lo inganna e l'altra sembra innamorata respinta, e quindi abbia effettivamente una connotazione "anòmala".
Però "il cattivo" è l'unico che guarda negli occhi, allora forse il guardare negli occhi è considerato un segno di aggressività?
Boh. Comunque il film a me è piaciuto molto e alla fine mi ha pure commosso, altro che i sentimentalismi sopra le righe di Tornatore.
(e mi è piaciuto pure il protagonista!:P)

5:27 PM, gennaio 13, 2007  
Blogger Bloggo said...

Mi sa che la Norvegia è il mio paese, medito un trasferimento.

6:54 PM, gennaio 13, 2007  
Blogger Paolo said...

aki è uno dei miei registi preferiti. dovrò assolutamente andare a vederlo... volevo farlo oggi, ma l'ignoranza idiota veneta non ha confini: blocco totale del traffico, e sono fregato. Mavaff...

Comunque, Artemisia, non è proprio vero quello che dici... insomma, non saranno così espansivi e amiconi, ma di sicuro hanno rispetto e buona educazione (a parte certi usi dello stuzzicadente che forse non mi trova così d'accordo)...

9:43 AM, gennaio 14, 2007  
Blogger artemisia said...

Mi rendo conto di essere stata fraintesa, anzi probabilmente mi sono espressa in maniera impropria: con "non trovare gli altri esseri umani interessanti di per sè" intendevo che ai norvegesi manca quella curiosità istintiva che vedo nello sguardo della gente in Italia, che fa sì che per strada, o quando entri in un negozio, ti guardino e cerchino di capire chi sei, cosa fai, che tipo sei. In Norvegia questa curiosità istintiva non la sento. Però vedo moltissima educazione, molto rispetto per l'individuo, per gli altri cittadini, per le regole della convivenza civile, per gli altri.
Sono forse deboli per certi aspetti esteriori delle regole sociali, delle buone maniere (vedi stuzzicadenti, o ripulire i piatti con la forchetta) ma forti nella coscienza sociale e nella solidarietà.
Preferisco.

La Finlandia comunque è proprio un'altra realtà, l'incomunicabilità dei finlandesi è un po' un clichè sul quale credo Kaurismäki giochi...

10:12 AM, gennaio 14, 2007  
Blogger Paolo said...

Ecco, ora la descrizione è perfetta!
Sono totalmente d'accordo con te.

I finlandesi poi sono gente totalmente diversa. Sono mongoli (senza offesa!) e l'inespressività è clamorosa!
Il compianto Matti Pellompaa (che per Kaurismäki significava tanto quanto Jean-Pierre Léaud per Truffaut) e Kati Outinen sono l'esempio più evidente di come si riesca a creare attori bravi da un blocco di ghisa...

Ripeto... maledetto blocco del traffico... mi avete fatto venire voglia di andare al cinema... Quasi quasi faccio il disubbidiente civile!

11:46 AM, gennaio 14, 2007  
Anonymous Anonimo said...

Ciao lophelia, posso dire la mia vivendo ad Amsterdam, qui le persone si imbarazzano a starti accanto nel tram o in autobus, credo non gradiscano il mero contatto fisico di stare vicini in pubblico, li fa sentire a disagio. Sullo sguardo, non c'ho ancora fatto caso, o meglio diciamo che non ho una statistica, io sono abituata a guardare dritto una persona sia quando è lei che mi parla sia quando sono io a parlare. Ma effettivamente, il mio capo olandese quando deve dirmi qualcosa, è imbarazzatissimo...ma magari per lui è questione di carattere. Direi che da un punto di vista italiano, gli olandesi potrebbero sembrare sfuggenti.

12:54 PM, gennaio 14, 2007  
Blogger lophelia said...

Paolo: disobbedisci, disobbedisci!
quando l'avrai visto se vuoi ne riparliamo.
Io di K. non conosco tutto, ma "L'uomo senza passato" è stato decisivo per correre alla Prima di questo!

12:55 PM, gennaio 14, 2007  
Blogger lophelia said...

lasposina: ciao, benvenuta...sì, in effetti mi confermi quello che mi diceva un amico sull'olanda, discorsi che mi hanno spinto a porre questo interrogativo. grazie!

12:57 PM, gennaio 14, 2007  
Blogger lophelia said...

Matteo: non sembrerebbe un posto per laureati in comunicazione;)...

4:00 PM, gennaio 14, 2007  
Blogger artemisia said...

Scusate, ma che c'entra l'Olanda con la Norvegia o la Finlandia? Che facciamo, l'Italia contro il Resto del Mondo?

:D

@Matteo, non dar retta a Lophelia: in Norvegia non hanno niente da invidiare agli altri paesi in fatto di comunicazione - si comunica diversamente che in Italia ma si comunica...come dappertutto, del resto.

Ma poi scusate. Secondo voi un finanziere milanese comunica nello stesso modo di un pastore sardo?
(lo so che sono polemica ma ne ho abbastanza dei luoghi comuni sugli italiani, e qui sento odore del contrario...)

6:22 PM, gennaio 14, 2007  
Blogger lophelia said...

Arte: la domanda del post era proprio per evitare di affidare l'interpretazione al luogo comune.

8:00 AM, gennaio 15, 2007  
Blogger zefirina said...

non credo nemmeno io che si stesse giocando a italia contro il resto del mondo, vi dico la mia sul "guardarsi" in generale, non sopporto che mi si parli senza guardarmi negli occhi, non sopporto le persone che se ti incontrano per strada ti salutano e ti parlano senza togliersi gli occhiali, io lo faccio anche se c'è un sole accecante e sono in mezzo al deserto africano, non sopporto gli sguardi curiosi e interrogativi delle persone per strada, mi piace per esempio londra dove puoi andare vestita da sera alle 5 del pomeriggio senza che nessuno si stupisca, però io stessa sono una grande curiosona e mi piace girare alla nanni moretti con il naso all'insù a guardare le finestre che ti lasciano scorgere l'interno di una casa...

10:16 AM, gennaio 15, 2007  
Blogger lophelia said...

Zefirina: :D!!!

10:45 AM, gennaio 15, 2007  
Blogger Claudia said...

propongo una gita in Brasile: occhioni dal taglio lunghissimo e generalmente molto scuri, per i quali avevamo deciso che fosse necessario il porto d'armi!
in Brasile è normale fissarsi molto più a lungo che in Italia, anche incrociandosi per strada e ti sentivi raggiunta direttamente allo stomaco da quegli sguardi.
specialmente dopo essere riuscita a decodificare la "normalità" di questi tempi lunghi!

7:27 PM, gennaio 15, 2007  
Blogger artemisia said...

Zefirina, mi riconosco molto...

7:29 PM, gennaio 15, 2007  
Blogger artemisia said...

@Claudia, commenti incrociati: Andiamo subito in Brasile!!! Prendiamo il primo aereo!!!

7:30 PM, gennaio 15, 2007  
Blogger lophelia said...

Claudia, Arte: sì, ma come si sopravvive a tutto ciò? e una domanda sorge spontanea, se per lor è normale usare lo sguardo in quel modo quando vogliono provarci cosa usano? vabbe', non lo voglio sapere;)...

7:56 AM, gennaio 16, 2007  
Blogger artemisia said...

Lophe, APPUNTO dico: andiamo in Brasile!

3:52 PM, gennaio 16, 2007  

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