"I paesi nordici" credo sia un'espressione un po' vaga...sarebbe come paragonare Grecia, Portogallo e Italia...tratti comuni esistono, ma anche grandi differenze. La Finlandia poi è sempre un discorso a parte, sia linguisticamente che culturalmente. Difficile darti una risposta.
In Norvegia è così: la gente ti guarda negli occhi se ti ascolta o ti rivolge la parola, raramente si incrocia lo sguardo per la strada. Non è che evitano di guardarti, semplicemente credo non trovino gli altri esseri umani interessanti di per sè.
La cosa che colpisce nel film è che i protagonisti non si guardano negli occhi neanche durante i loro brevi dialoghi, tenendoli fissi nel vuoto per spostarli sull'altro solo a conversazione finita, senza comunque incrociarsi. Questo dà una precisa tonalità emotiva al film, insieme alla solitudine di certi interni alla Edward Hopper rivisitato alla luce del nord. Sembrerebbe che il non guardarsi negli occhi sottolinei la distanza emotiva tra il protagonista e le due donne di cui una lo inganna e l'altra sembra innamorata respinta, e quindi abbia effettivamente una connotazione "anòmala". Però "il cattivo" è l'unico che guarda negli occhi, allora forse il guardare negli occhi è considerato un segno di aggressività? Boh. Comunque il film a me è piaciuto molto e alla fine mi ha pure commosso, altro che i sentimentalismi sopra le righe di Tornatore. (e mi è piaciuto pure il protagonista!:P)
aki è uno dei miei registi preferiti. dovrò assolutamente andare a vederlo... volevo farlo oggi, ma l'ignoranza idiota veneta non ha confini: blocco totale del traffico, e sono fregato. Mavaff...
Comunque, Artemisia, non è proprio vero quello che dici... insomma, non saranno così espansivi e amiconi, ma di sicuro hanno rispetto e buona educazione (a parte certi usi dello stuzzicadente che forse non mi trova così d'accordo)...
Mi rendo conto di essere stata fraintesa, anzi probabilmente mi sono espressa in maniera impropria: con "non trovare gli altri esseri umani interessanti di per sè" intendevo che ai norvegesi manca quella curiosità istintiva che vedo nello sguardo della gente in Italia, che fa sì che per strada, o quando entri in un negozio, ti guardino e cerchino di capire chi sei, cosa fai, che tipo sei. In Norvegia questa curiosità istintiva non la sento. Però vedo moltissima educazione, molto rispetto per l'individuo, per gli altri cittadini, per le regole della convivenza civile, per gli altri. Sono forse deboli per certi aspetti esteriori delle regole sociali, delle buone maniere (vedi stuzzicadenti, o ripulire i piatti con la forchetta) ma forti nella coscienza sociale e nella solidarietà. Preferisco.
La Finlandia comunque è proprio un'altra realtà, l'incomunicabilità dei finlandesi è un po' un clichè sul quale credo Kaurismäki giochi...
Ecco, ora la descrizione è perfetta! Sono totalmente d'accordo con te.
I finlandesi poi sono gente totalmente diversa. Sono mongoli (senza offesa!) e l'inespressività è clamorosa! Il compianto Matti Pellompaa (che per Kaurismäki significava tanto quanto Jean-Pierre Léaud per Truffaut) e Kati Outinen sono l'esempio più evidente di come si riesca a creare attori bravi da un blocco di ghisa...
Ripeto... maledetto blocco del traffico... mi avete fatto venire voglia di andare al cinema... Quasi quasi faccio il disubbidiente civile!
Ciao lophelia, posso dire la mia vivendo ad Amsterdam, qui le persone si imbarazzano a starti accanto nel tram o in autobus, credo non gradiscano il mero contatto fisico di stare vicini in pubblico, li fa sentire a disagio. Sullo sguardo, non c'ho ancora fatto caso, o meglio diciamo che non ho una statistica, io sono abituata a guardare dritto una persona sia quando è lei che mi parla sia quando sono io a parlare. Ma effettivamente, il mio capo olandese quando deve dirmi qualcosa, è imbarazzatissimo...ma magari per lui è questione di carattere. Direi che da un punto di vista italiano, gli olandesi potrebbero sembrare sfuggenti.
Paolo: disobbedisci, disobbedisci! quando l'avrai visto se vuoi ne riparliamo. Io di K. non conosco tutto, ma "L'uomo senza passato" è stato decisivo per correre alla Prima di questo!
lasposina: ciao, benvenuta...sì, in effetti mi confermi quello che mi diceva un amico sull'olanda, discorsi che mi hanno spinto a porre questo interrogativo. grazie!
Scusate, ma che c'entra l'Olanda con la Norvegia o la Finlandia? Che facciamo, l'Italia contro il Resto del Mondo?
:D
@Matteo, non dar retta a Lophelia: in Norvegia non hanno niente da invidiare agli altri paesi in fatto di comunicazione - si comunica diversamente che in Italia ma si comunica...come dappertutto, del resto.
Ma poi scusate. Secondo voi un finanziere milanese comunica nello stesso modo di un pastore sardo? (lo so che sono polemica ma ne ho abbastanza dei luoghi comuni sugli italiani, e qui sento odore del contrario...)
non credo nemmeno io che si stesse giocando a italia contro il resto del mondo, vi dico la mia sul "guardarsi" in generale, non sopporto che mi si parli senza guardarmi negli occhi, non sopporto le persone che se ti incontrano per strada ti salutano e ti parlano senza togliersi gli occhiali, io lo faccio anche se c'è un sole accecante e sono in mezzo al deserto africano, non sopporto gli sguardi curiosi e interrogativi delle persone per strada, mi piace per esempio londra dove puoi andare vestita da sera alle 5 del pomeriggio senza che nessuno si stupisca, però io stessa sono una grande curiosona e mi piace girare alla nanni moretti con il naso all'insù a guardare le finestre che ti lasciano scorgere l'interno di una casa...
propongo una gita in Brasile: occhioni dal taglio lunghissimo e generalmente molto scuri, per i quali avevamo deciso che fosse necessario il porto d'armi! in Brasile è normale fissarsi molto più a lungo che in Italia, anche incrociandosi per strada e ti sentivi raggiunta direttamente allo stomaco da quegli sguardi. specialmente dopo essere riuscita a decodificare la "normalità" di questi tempi lunghi!
Claudia, Arte: sì, ma come si sopravvive a tutto ciò? e una domanda sorge spontanea, se per lor è normale usare lo sguardo in quel modo quando vogliono provarci cosa usano? vabbe', non lo voglio sapere;)...
20 Comments:
Perchè dovrebbero guardarsi poco negli occhi?
Sono curioso!
Premetto: a me Kaurismäki piace moltissimo.
"I paesi nordici" credo sia un'espressione un po' vaga...sarebbe come paragonare Grecia, Portogallo e Italia...tratti comuni esistono, ma anche grandi differenze. La Finlandia poi è sempre un discorso a parte, sia linguisticamente che culturalmente. Difficile darti una risposta.
In Norvegia è così: la gente ti guarda negli occhi se ti ascolta o ti rivolge la parola, raramente si incrocia lo sguardo per la strada. Non è che evitano di guardarti, semplicemente credo non trovino gli altri esseri umani interessanti di per sè.
La cosa che colpisce nel film è che i protagonisti non si guardano negli occhi neanche durante i loro brevi dialoghi, tenendoli fissi nel vuoto per spostarli sull'altro solo a conversazione finita, senza comunque incrociarsi. Questo dà una precisa tonalità emotiva al film, insieme alla solitudine di certi interni alla Edward Hopper rivisitato alla luce del nord.
Sembrerebbe che il non guardarsi negli occhi sottolinei la distanza emotiva tra il protagonista e le due donne di cui una lo inganna e l'altra sembra innamorata respinta, e quindi abbia effettivamente una connotazione "anòmala".
Però "il cattivo" è l'unico che guarda negli occhi, allora forse il guardare negli occhi è considerato un segno di aggressività?
Boh. Comunque il film a me è piaciuto molto e alla fine mi ha pure commosso, altro che i sentimentalismi sopra le righe di Tornatore.
(e mi è piaciuto pure il protagonista!:P)
Mi sa che la Norvegia è il mio paese, medito un trasferimento.
aki è uno dei miei registi preferiti. dovrò assolutamente andare a vederlo... volevo farlo oggi, ma l'ignoranza idiota veneta non ha confini: blocco totale del traffico, e sono fregato. Mavaff...
Comunque, Artemisia, non è proprio vero quello che dici... insomma, non saranno così espansivi e amiconi, ma di sicuro hanno rispetto e buona educazione (a parte certi usi dello stuzzicadente che forse non mi trova così d'accordo)...
Mi rendo conto di essere stata fraintesa, anzi probabilmente mi sono espressa in maniera impropria: con "non trovare gli altri esseri umani interessanti di per sè" intendevo che ai norvegesi manca quella curiosità istintiva che vedo nello sguardo della gente in Italia, che fa sì che per strada, o quando entri in un negozio, ti guardino e cerchino di capire chi sei, cosa fai, che tipo sei. In Norvegia questa curiosità istintiva non la sento. Però vedo moltissima educazione, molto rispetto per l'individuo, per gli altri cittadini, per le regole della convivenza civile, per gli altri.
Sono forse deboli per certi aspetti esteriori delle regole sociali, delle buone maniere (vedi stuzzicadenti, o ripulire i piatti con la forchetta) ma forti nella coscienza sociale e nella solidarietà.
Preferisco.
La Finlandia comunque è proprio un'altra realtà, l'incomunicabilità dei finlandesi è un po' un clichè sul quale credo Kaurismäki giochi...
Ecco, ora la descrizione è perfetta!
Sono totalmente d'accordo con te.
I finlandesi poi sono gente totalmente diversa. Sono mongoli (senza offesa!) e l'inespressività è clamorosa!
Il compianto Matti Pellompaa (che per Kaurismäki significava tanto quanto Jean-Pierre Léaud per Truffaut) e Kati Outinen sono l'esempio più evidente di come si riesca a creare attori bravi da un blocco di ghisa...
Ripeto... maledetto blocco del traffico... mi avete fatto venire voglia di andare al cinema... Quasi quasi faccio il disubbidiente civile!
Ciao lophelia, posso dire la mia vivendo ad Amsterdam, qui le persone si imbarazzano a starti accanto nel tram o in autobus, credo non gradiscano il mero contatto fisico di stare vicini in pubblico, li fa sentire a disagio. Sullo sguardo, non c'ho ancora fatto caso, o meglio diciamo che non ho una statistica, io sono abituata a guardare dritto una persona sia quando è lei che mi parla sia quando sono io a parlare. Ma effettivamente, il mio capo olandese quando deve dirmi qualcosa, è imbarazzatissimo...ma magari per lui è questione di carattere. Direi che da un punto di vista italiano, gli olandesi potrebbero sembrare sfuggenti.
Paolo: disobbedisci, disobbedisci!
quando l'avrai visto se vuoi ne riparliamo.
Io di K. non conosco tutto, ma "L'uomo senza passato" è stato decisivo per correre alla Prima di questo!
lasposina: ciao, benvenuta...sì, in effetti mi confermi quello che mi diceva un amico sull'olanda, discorsi che mi hanno spinto a porre questo interrogativo. grazie!
Matteo: non sembrerebbe un posto per laureati in comunicazione;)...
Scusate, ma che c'entra l'Olanda con la Norvegia o la Finlandia? Che facciamo, l'Italia contro il Resto del Mondo?
:D
@Matteo, non dar retta a Lophelia: in Norvegia non hanno niente da invidiare agli altri paesi in fatto di comunicazione - si comunica diversamente che in Italia ma si comunica...come dappertutto, del resto.
Ma poi scusate. Secondo voi un finanziere milanese comunica nello stesso modo di un pastore sardo?
(lo so che sono polemica ma ne ho abbastanza dei luoghi comuni sugli italiani, e qui sento odore del contrario...)
Arte: la domanda del post era proprio per evitare di affidare l'interpretazione al luogo comune.
non credo nemmeno io che si stesse giocando a italia contro il resto del mondo, vi dico la mia sul "guardarsi" in generale, non sopporto che mi si parli senza guardarmi negli occhi, non sopporto le persone che se ti incontrano per strada ti salutano e ti parlano senza togliersi gli occhiali, io lo faccio anche se c'è un sole accecante e sono in mezzo al deserto africano, non sopporto gli sguardi curiosi e interrogativi delle persone per strada, mi piace per esempio londra dove puoi andare vestita da sera alle 5 del pomeriggio senza che nessuno si stupisca, però io stessa sono una grande curiosona e mi piace girare alla nanni moretti con il naso all'insù a guardare le finestre che ti lasciano scorgere l'interno di una casa...
Zefirina: :D!!!
propongo una gita in Brasile: occhioni dal taglio lunghissimo e generalmente molto scuri, per i quali avevamo deciso che fosse necessario il porto d'armi!
in Brasile è normale fissarsi molto più a lungo che in Italia, anche incrociandosi per strada e ti sentivi raggiunta direttamente allo stomaco da quegli sguardi.
specialmente dopo essere riuscita a decodificare la "normalità" di questi tempi lunghi!
Zefirina, mi riconosco molto...
@Claudia, commenti incrociati: Andiamo subito in Brasile!!! Prendiamo il primo aereo!!!
Claudia, Arte: sì, ma come si sopravvive a tutto ciò? e una domanda sorge spontanea, se per lor è normale usare lo sguardo in quel modo quando vogliono provarci cosa usano? vabbe', non lo voglio sapere;)...
Lophe, APPUNTO dico: andiamo in Brasile!
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