19 maggio, 2007

Ti ricordi Michel



Stasera da queste parti suonerà Claudio Lolli. Qualcuno dirà: "Un sopravvissuto!". Ma ripensando a titoli e parole di certe sue (belle!) canzoni mi viene da dire che i veri sopravvissuti siamo noi che le ascoltavamo: nonostante, siamo sopravvissuti.

12 Comments:

Blogger artemisia said...

Non ci crederai ma ne parlavo con Francesco, dicevo: "ma esiste sempre Claudio Lolli?" e lui mi assicurava che esiste...ma io non ci posso credere...un tyrannosaurus rex....

Ma tu mi assicuri che veramente non si è estinto?

(mi ricordo l'LP che mi prestò l'A., le canzoni e mia nonna inorridita che ascoltava "Borghesia"...)

Grazie.

8:37 AM, maggio 19, 2007  
Blogger Gianfranco said...

Esiste ancora e per quel che ne so insegna da qualche parte a bologna...
Nn l'ho mai seguito granchè...sinceramente le sue canzoni nn mi hanno mai "preso", ma faceva parte di quell'epoca (più mia che vostra, anagraficamente parlando)un pò provinciale dove si frequentavano le osterie di bologna e si ascoltavano i cosidetti cantautori "impegnati" (guccini i nomendi e appunto lolli)
L'ho sempre giudicato un onesto mestierante...

G.

11:35 AM, maggio 19, 2007  
Blogger rodocrosite said...

Ti ricordi Michel dei nostri pantaloni corti, delle tue gambe lunghe magre e forti e della rabbia che mi davano correndo tutti giorni un po' più forte delle mie.

Mi è sempre tanto piaciuta l'immagine di questo ragazzino stizzito che resta indietro nonostante ce la metta tutta.

9:17 AM, maggio 20, 2007  
Blogger lophelia said...

Arte: se vuoi posso controllare i giornali di oggi se riportano realmente le cronache del concerto...
ma mi sa che l'LP di Borghesia era mio, l'A. aveva "Un uomo in crisi" (!) con lui in copertina, aria afflitta, seduto nell'angolo...
Ora nelle foto lo vedo molto più vitale.

Gianfranco: magari come insegnante è divertente!
comunque non mi sembra grave un "provincialismo" che ti portava ad ascoltare guccini e lolli nelle osterie...anzi, "averne" come si dice da queste parti!

Rodo: grazie per la puntuale citazione!
io invece mi immaginavo Michel con le sembianze di un bonazzo di scuola nostra che era nato in Francia;)

4:08 PM, maggio 20, 2007  
Blogger artemisia said...

Quale bonazzo di scuola nostra che era nato in Francia???
Non è possibile che mi sia sfuggito!

Scusa, l'LP era tuo...di "Un uomo in crisi" mi ricordo solo che era MOLTO deprimente, ma all'epoca per me era segno di qualità!

:D

9:47 AM, maggio 21, 2007  
Blogger lophelia said...

Arte, NON facciamo nomi, ma...faceva l'ultimo anno e noi il primo: capelli castani lunghi alla george harrison, eskimo...
Ti ricordi Arte?;)

11:18 AM, maggio 21, 2007  
Blogger lophelia said...

...tornando comunque a Lolli per me la sua canzone più bella è "Compagni a venire", una "summa" del suo essere così magnificamente deprimente, siccome nessuno se la ricorderà e se metto un link nessuno andrà a vederlo posto direttamente qui il testo, aggiungendo uno stralcio di intervista che ne spiega il senso:

Potrò mai perdonare
a te che giri in casa
con la vestaglia unta
di macchie di dolore
di avermi allattato
al fiume del tuo male
stampandomi sul viso
l'angoscia e il suo colore.
Potrò mai perdonare
a te che giri casa
fiero nei tuoi ricordi
di libertà passata
di avere contrastato
la mia spina dorsale
per paura che io
non ti venissi uguale
Potrò mai perdonare
al vostro amore stanco
il piacere segreto
di una notte lontana
che mi ha sbattuto
in un mondo extravaginale
senza nemmeno chiedersi
se preferissi nascere
o la morte gloriosa
di un aborto illegale.
Potrò mai perdonare
a te ragazzo magro
tutti i pugni sul muso
che mi hai dato per noia
o per aiutarmi a crescere
o per raddrizzarmi il naso
o per vedermi piangere
proprio nel mio cortile.
Potrò mai perdonarti
amico per sei anni
di avermi ascoltato
con un orecchio solo
il tuo tradimento nero
fine del nostro mondo
con cui sei diventato
un bel fascista biondo.
Potrò mai perdonarvi
amici tutti quanti
l'amore e l'amicizia
che non mi avete dato
e questo mio sangue fragile
il mio povero disastro
la colpa ed il dolore
di non esser mai stato
per nessuno di voi
nemmeno un fratellastro.
Potrò mai perdonare
a te ragazza piccola
il bacio che hai preferito
gettare dal balcone
quel bacio che non mi hai
voluto regalare
nemmeno il giorno prima
della rivoluzione.
Potrò mai perdonare
a te ragazza grande
di avermi adoperato
per le tue gelosie
a te e alla tua città
quel tramonto di vento
in cui sono partito
felice di bugie.
Potrò mai perdonare
a voi mie poche donne
di avermi sempre usato
solo per stare bene
come un unguento dolce
che asciuga una ferita
aperta di paura
come un liquore amaro
che è però digestivo
e digerisce la vita.
Potrò mai perdonare
al Dio che non esiste
di avere rovinato
la mia adolescenza
Seduto su una pila
immensa di riviste
di donne nude prova
della sua inesistenza.
Potrò mai perdonare
alla gente per bene
di avere amareggiato
le mie bandiere rosse
e di avere deriso
sui muri della mia gioia
l'immagine di Lenin
che parla alla sua gente
Potrò mai perdonare
a me stesso la mia rabbia
immensa e tempestosa
crudele come un mare
che travolga le navi
e affoghi i pescatori
che trovino il coraggio
di volerlo tentare
un mare che le loro donne
non sapran perdonare.
Potrò mai ringraziarti
compagno sconosciuto
per il vino che hai offerto
senza chiedermi il nome
senza informarti troppo
di dove ero venuto
di quanto sangue usciva
dalla mia situazione.
Potrò mai ringraziare
a te compagno negro
per il "who love you?"
che mi hai voluto regalare
come una sicurezza
che la nostra differenza
era un motivo in più
per doverci parlare.
Potrò mai ringraziarvi
compagni sconosciuti
disponibili sempre
ad offrire amore e vino
sperduti in questo mondo
non a grandezza d'uomo
e nemmeno di donna
e neanche di bambino
provincia di una vita
che dovrà pur finire.
Potrò mai ringraziarvi
compagni a venire.

"In una tua canzone del 1975, Compagni a venire, ci sono varie invettive contro persone a te vicine. Hai perdonato?
Si, ho perdonato tutti e, comunque, bisogna considerare che l’invettiva, come genere narrativo, ha implicita la dimensione del perdono. Quando attacchi qualcuno, nel momento in cui elabori questo sentimento, ti poni in una situazione di pacificazione interiore. Compagni a venire è l’ultima canzone che ho scritto prima di “Ho visto anche zingari felici” ed ha rappresentato la chiusura dei conti con le difficoltà e le sofferenze dell’adolescenza..."
da http://www.lisolachenoncera.it/interviste/lolli.htm

12:02 PM, maggio 21, 2007  
Blogger lophelia said...

e comunque tutto il web è paese, anche qui si parla di sopravvissuti!!

12:21 PM, maggio 21, 2007  
Blogger artemisia said...

@Lophelia: Ahhh!!!! Ma vedi io non ho mai saputo che fosse nato in Francia!

La canzone è da Prozac...

:)

8:12 PM, maggio 21, 2007  
Blogger Gianfranco said...

Per provinciale intendevo l'epoca in cui nacque la generazione (la mia) che imparò a fare le bombe (e pure a metterle), ma nn imparò l'inglese. La generazione che inneggiava a rivoluzioni lontane, ma nn andò mai più in là del canton ticino per sigarette e dadi knorr, la generazione che voleva cambiare il mondo e poi andò a lavorare alle poste, al catasto magari con la spintarella...
La generazione che voleva distruggere la scuola per com'era e per quello che rappresentava e ora te li ritrovi a fare gl'insegnanti.
La generazione che proclamava l'amore libero e oggi portano in giro il nipotino infilato nel seggiolino della bicicletta.
Tutto questo con i capelli lunghi e le code di allora...chiaramente.

Chi è che ha parlato di tyrannosaurus rex?
(che furono pure una discreta band rock)

^__^

10:37 PM, maggio 22, 2007  
Blogger lophelia said...

gianfranco: di sicuro allora correrai a comprare il libro di Enrico Franceschini sui suoi 20 anni nei collettivi politici bolognesi...ho visto un'intervista e nonostante non pensassi male della sua generazione mi ha veramente irritato!

10:49 AM, maggio 23, 2007  
Blogger Gianfranco said...

Cos'ha detto per irritarti?

5:33 PM, maggio 23, 2007  

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