A me mettono ansia un po' tutte quante, brrr. La discoteca fu la mia prima esperienza di esclusione, prima che seguissero tutte le altre e me ne facessi una ragione.
I locali da ballo richiedono una grammatica di gesti e comportamenti che a me restano tutt'ora oscuri. A me sembrava di diventare improvvisamente invisibile. Ansia, angoscia, alienazione, smarrimento concentrati in una sola esperienza.
se la vedi come una grammatica da imparare dall'esterno è impossibile. L'unica è cercare una sintonia interna su canali che non siano quelli della percezione abituale, sintonizzarsi sul cinestesico direbbero in PNL...c'è a chi viene naturale, e si riconoscono subito...
In discoteca non si può parlare, e sarei un pesce fuor d'acqua. Invece mi piacciono i posti dove si balla il tango, perchè di quello mi piace l'esperienza estetica e sensuale che invece non vedo in una discoteca.
Le foto sono belle. Per me sono come guardare foto di alieni, di un universo sconosciuto, di un fenomeno estraneo. Credo che la bellezza delle foto sia dovuta principalmente alla tua mano, più che al fenomeno stesso.
arte: anch'io ho provato a volte quel disagio, ma sentivo che il problema era mio. La parola non è l'unico modo di comunicare, e spesso non è neanche il più interessante (né il più veritiero, ma questo è un altro discorso). Grazie del complimento, ma secondo me anche la discoteca può essere "un'esperienza estetica e sensuale", più grezza e meno intellettualmente mediata rispetto al tango. Ma non è meglio lasciarli liberi questi sensi, senza mediare troppo? (mi viene in mente che ieri in ufficio si parlava degli sportelli di mediazione familiare...per un flash di regressione ginnasiale mi viene da immaginare lo sportello "mediazione intellettuale" -ok,basta)
gargoyle: erano bellissimi!
primule: la musica non malvagia, andava da roba anni '80 a dance più recente. Comunque io ero lì per fare foto, per ballare scelgo altri locali (balere ovviamente - scherzo, centri sociali e assimilati).
PS,Arte: sai che di recente ho ritrovato un tema d'italiano di prima liceo in cui parlavo delle discoteche in modo sprezzantissimo, e mi ha fatto effetto rivedermi a 16 anni così rigida e piena di pregiudizi, incapace di vedere il lato naturale e istintivo della voglia di ballare. In quel periodo la foto di mezzo di questo post mi rappresentava molto bene (salvo che non portavo vestitini così ma jeans e camicioni)
la prima é la mia preferita! il mio rapporto con le discoteche é cambiato tantissimo negli anni. da giovanissimo provavo le stesse sensazioni descritte da Fabio, mi sentivo fuori luogo, inadatto, un alieno. il problema peró era mio e infatti, una volta risolto, il miuo atteggiamento é cambiato. continuo a preferire un bel locale dove si possa nache parlare peró non disprezzo affatto lo sbandamento, la musica a tutto volute, la comunicazione fatta solo di sguardi e sudore propria delle discoteche.
certe volte non é per niente male lasciarli liberi questi sensi, senza mediare troppo, proprio come dice lophelia!
Lophelia: È tutto molto interessante (oddio sembro uno psichiatra, tanto per restare in tema...)
Assolutamente vero, la parola non è l'unico modo per comunicare, il silenzio lo è altrettanto, la musica lo è enormemente, il corpo moltissimo. Però, per me, la discoteca è troppo pubblica per comunicare veramente col corpo e troppo assordante per comunicare in altri modi. Mentre ai tempi del liceo anch'io ero molto giudicante, ora non ho assolutamente problemi a concepire che ci si possa divertire in discoteca, ma non io. E neanche lo vedo come un "problema" mio, lo vedo piuttosto come una mia caratteristica, per cui la mediazione intellettuale che per me è necessaria non è un limite, ma semplicemente una parte di me. Ci sono altri luoghi, e modi, dove uno può lasciar liberi i sensi (sempre intellettualmente mediati, s'intende).
Lo, chiedo che Arte sia bandita dal tuo blog, perche' anticipa sempre i commenti che ho in mente ma li esprime meglio di me. Non vale.
Aggiungo solo che anche quella di Arte e mia e' in un certo senso un'evoluzione: dal combattivo "e' un posto di merda" al piu' rilassato (e un po' forzatamente PD) "non fa per me".
vedo che il dibattito è diventato pro e contro la discoteca. io non ci sono mai andato, ero contrario e lo sono ancora, per me e per tutti, soprattutto i giovani. facile per chi non c'è mai andato fare poi il tollerante oppure andarci in età matura coscienti di concedersi il momento trasgressivo di corpo e sudore tanto per rompere con la monotonia. ma a mio parere i piaceri del corpo e la sensualità sono un'altra cosa e avrebbero bisogni di altri luoghi e altri tempi e magari anche altri silenzi. le discoteche sono sempre stati dei luoghi alienanti per gente alienata che ha bisogno di alienarsi. roba che distrugge le menti e i sistemi nervosi, una delle tanti armi con il quale il sistema distrugge le energie e i desideri di trasformazione dei giovani per permettere al sistema stesso di perpetuarsi senza ostacoli. io le riconvertirei tutte in balere per il ballo a coppia o in biblioteche e sale da concerto. Viva Marx, viva Freud, viva De-bu-ssy!
henry: :D! "la musica a tutto volute" è stupendo...
arte: capisco, per me invece quella visione era un condizionamento - uno dei tanti.
fabio: succede spesso anche a me che Arte dica quello che penso anch'io e lo sappia dire molto meglio ma io questa cosa la trovo bellissima e confesso che la mia pigrizia ci va a nozze:) L'evoluzione di cui parli io l'ho avuta riguardo alle palestre: ho deciso di smettere, anche se sentirò la mancanza del termario.
francesco: perché dobbiamo sempre essere assolutisti? i piaceri dei sensi sono anche altra cosa e hanno bisogno anche di altri luoghi, altri tempi e altri silenzi. Scrivevo le tue stesse cose a 16 anni, alienazione compresa, solo non ero arrivata al programma di riconversione :D!
beh era già scritto all'inizio che ho una certa attrazione per il pensiero e il sentire adolescenziale. si vede che non sono cresciuto. infatti quando pochi mesi fa mi è capitato di dover lavorare in una specie di installazione molto simile a una discoteca mi sono premunito di tappi per le orecchie e appena finito il mio lavoro me ne andavo via al volo.
francesco: credo piuttosto che fosse la mia adolescenza di allora a somigliare troppo ad una austera maturità:) e comunque capisco che per chi si intende di musica la discoteca sia una tortura.
21 Comments:
la mia preferita è la foto di mezzo.
La foto di mezzo per me è l'adolescenza. Molto più divertenti il prima e il dopo.
ecco perché è la mia preferita
A me mettono ansia un po' tutte quante, brrr. La discoteca fu la mia prima esperienza di esclusione, prima che seguissero tutte le altre e me ne facessi una ragione.
fabio: ma smettila:D!
(comunque anche a me mettevano ansia, una volta)
I locali da ballo richiedono una grammatica di gesti e comportamenti che a me restano tutt'ora oscuri. A me sembrava di diventare improvvisamente invisibile. Ansia, angoscia, alienazione, smarrimento concentrati in una sola esperienza.
se la vedi come una grammatica da imparare dall'esterno è impossibile. L'unica è cercare una sintonia interna su canali che non siano quelli della percezione abituale, sintonizzarsi sul cinestesico direbbero in PNL...c'è a chi viene naturale, e si riconoscono subito...
Odio le discoteche.
In discoteca non si può parlare, e sarei un pesce fuor d'acqua.
Invece mi piacciono i posti dove si balla il tango, perchè di quello mi piace l'esperienza estetica e sensuale che invece non vedo in una discoteca.
Le foto sono belle. Per me sono come guardare foto di alieni, di un universo sconosciuto, di un fenomeno estraneo.
Credo che la bellezza delle foto sia dovuta principalmente alla tua mano, più che al fenomeno stesso.
La prima, la prima!
:)
che bella
...e la musica com'era?
arte: anch'io ho provato a volte quel disagio, ma sentivo che il problema era mio. La parola non è l'unico modo di comunicare, e spesso non è neanche il più interessante (né il più veritiero, ma questo è un altro discorso).
Grazie del complimento, ma secondo me anche la discoteca può essere "un'esperienza estetica e sensuale", più grezza e meno intellettualmente mediata rispetto al tango.
Ma non è meglio lasciarli liberi questi sensi, senza mediare troppo?
(mi viene in mente che ieri in ufficio si parlava degli sportelli di mediazione familiare...per un flash di regressione ginnasiale mi viene da immaginare lo sportello "mediazione intellettuale" -ok,basta)
gargoyle: erano bellissimi!
primule: la musica non malvagia, andava da roba anni '80 a dance più recente. Comunque io ero lì per fare foto, per ballare scelgo altri locali (balere ovviamente - scherzo, centri sociali e assimilati).
PS,Arte: sai che di recente ho ritrovato un tema d'italiano di prima liceo in cui parlavo delle discoteche in modo sprezzantissimo, e mi ha fatto effetto rivedermi a 16 anni così rigida e piena di pregiudizi, incapace di vedere il lato naturale e istintivo della voglia di ballare. In quel periodo la foto di mezzo di questo post mi rappresentava molto bene (salvo che non portavo vestitini così ma jeans e camicioni)
la prima é la mia preferita!
il mio rapporto con le discoteche é cambiato tantissimo negli anni. da giovanissimo provavo le stesse sensazioni descritte da Fabio, mi sentivo fuori luogo, inadatto, un alieno.
il problema peró era mio e infatti, una volta risolto, il miuo atteggiamento é cambiato.
continuo a preferire un bel locale dove si possa nache parlare peró non disprezzo affatto lo sbandamento, la musica a tutto volute, la comunicazione fatta solo di sguardi e sudore propria delle discoteche.
certe volte non é per niente male lasciarli liberi questi sensi, senza mediare troppo, proprio come dice lophelia!
azz...oggi sono particolarmente dislessico... :D
Lophelia: È tutto molto interessante (oddio sembro uno psichiatra, tanto per restare in tema...)
Assolutamente vero, la parola non è l'unico modo per comunicare, il silenzio lo è altrettanto, la musica lo è enormemente, il corpo moltissimo.
Però, per me, la discoteca è troppo pubblica per comunicare veramente col corpo e troppo assordante per comunicare in altri modi.
Mentre ai tempi del liceo anch'io ero molto giudicante, ora non ho assolutamente problemi a concepire che ci si possa divertire in discoteca, ma non io. E neanche lo vedo come un "problema" mio, lo vedo piuttosto come una mia caratteristica, per cui la mediazione intellettuale che per me è necessaria non è un limite, ma semplicemente una parte di me.
Ci sono altri luoghi, e modi, dove uno può lasciar liberi i sensi (sempre intellettualmente mediati, s'intende).
;)
Lo, chiedo che Arte sia bandita dal tuo blog, perche' anticipa sempre i commenti che ho in mente ma li esprime meglio di me. Non vale.
Aggiungo solo che anche quella di Arte e mia e' in un certo senso un'evoluzione: dal combattivo "e' un posto di merda" al piu' rilassato (e un po' forzatamente PD) "non fa per me".
vedo che il dibattito è diventato pro e contro la discoteca.
io non ci sono mai andato, ero contrario e lo sono ancora, per me e per tutti, soprattutto i giovani.
facile per chi non c'è mai andato fare poi il tollerante oppure andarci in età matura coscienti di concedersi il momento trasgressivo di corpo e sudore tanto per rompere con la monotonia.
ma a mio parere i piaceri del corpo e la sensualità sono un'altra cosa e avrebbero bisogni di altri luoghi e altri tempi e magari anche altri silenzi.
le discoteche sono sempre stati dei luoghi alienanti per gente alienata che ha bisogno di alienarsi.
roba che distrugge le menti e i sistemi nervosi, una delle tanti armi con il quale il sistema distrugge le energie e i desideri di trasformazione dei giovani per permettere al sistema stesso di perpetuarsi senza ostacoli.
io le riconvertirei tutte in balere per il ballo a coppia o in biblioteche e sale da concerto.
Viva Marx, viva Freud, viva De-bu-ssy!
p.s. ovviamente trovo che la discoteca sia anche l'antitesi della relazione e dunque della verità.
viva il ballo liscio!
:-)
henry: :D! "la musica a tutto volute" è stupendo...
arte: capisco, per me invece quella visione era un condizionamento - uno dei tanti.
fabio: succede spesso anche a me che Arte dica quello che penso anch'io e lo sappia dire molto meglio ma io questa cosa la trovo bellissima e confesso che la mia pigrizia ci va a nozze:)
L'evoluzione di cui parli io l'ho avuta riguardo alle palestre: ho deciso di smettere, anche se sentirò la mancanza del termario.
francesco: perché dobbiamo sempre essere assolutisti? i piaceri dei sensi sono anche altra cosa e hanno bisogno anche di altri luoghi, altri tempi e altri silenzi. Scrivevo le tue stesse cose a 16 anni, alienazione compresa, solo non ero arrivata al programma di riconversione :D!
beh era già scritto all'inizio che ho una certa attrazione per il pensiero e il sentire adolescenziale.
si vede che non sono cresciuto.
infatti quando pochi mesi fa mi è capitato di dover lavorare in una specie di installazione molto simile a una discoteca mi sono premunito di tappi per le orecchie e appena finito il mio lavoro me ne andavo via al volo.
francesco: credo piuttosto che fosse la mia adolescenza di allora a somigliare troppo ad una austera maturità:)
e comunque capisco che per chi si intende di musica la discoteca sia una tortura.
Smettetela, ma se io ogni volta leggendovi penso: ecco, così avrei dovuto scrivere!
comunque grazie, mi fate arrossire
@Francesco: l'assolutismo adolescenziale!
:D
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