Cul-de-sac
Insieme stavano troppo bene, per cui non facevano sesso.
Non che non ne avessero voglia. Ma se avessero anche fatto sesso sarebbe stato ammettere che si amavano. E poi?
(Variante: Facevano sesso ma non uscivano mai insieme, anche se avrebbero avuto voglia di andare a cena fuori, al cinema. Ma se l'avessero fatto...etc. etc.)
17 Comments:
Facevano sesso, ma non stavano insieme. Neppure si conoscevano, ma se si fossero incontrati allora, non sarebbero andati al cinema. Magari a cena, come nuovi amici. Lui le avrebbe letto nel palmo della mano il suo domani, lei lo avrebbe ascoltato. In silenzio. Lei avrebbe colto nel suo sguardo i suoi ieri. E avrebbe desistito.
Poi, rotto lo specchio, si sarebbero incontrati. Amati forse, ma non più soli.
è bellissimo "rotto lo specchio, si sarebbero incontrati"...quante volte riusciamo a vedere davvero chi abbiamo davanti?
Grazie, come sempre.
Quelle sculture sono etrusche? Hmmm...
@miss piperita: le sculture le ho fotografate al museo archeologico di Palermo, ma non te le so "collocare" storicamente...sono un tipo di turista molto grezza, mi lascio trasportare dalle sensazioni, di nozioni non voglio saper nulla...
quante volte rompiamo quello specchio e spaventiamo chi ci sa davanti?
@Henry: troppe volte...ma anche noi forse ci spaventiamo quando stiamo dall'altra parte...
Stavano insieme, ma non facevano sesso. Neanche ne avevano voglia, in fondo.
Guardarsi allo specchio dell'Anima è una delle esperienze più terrificanti.
Sino a quando non lo si fa...
Ci accorgiamo poi, con un grande senso di liberazione, che non siamo così male come credavamo essere.
Si ha paura della Paura, mentre Lei ci è amica...
Gidibao
per rompere gli specchi bisogna non essere superstiziosi...
e' vero,forse a volte quello che piu' ci tiene immobili e' la paura della paura. che vuoti giri mentali siamo capaci di creare...
Credo che si potrebbe stilare un catalogo delle paure...secondo me la paura di trovarsi davvero a contatto con se stessi è la peggiore, perché impedisce relazioni veramente intime. Ci fa paura il nostro strato più profondo perché lo sappiamo vulnerabile e quindi ci fa paura chi riesce a "toccarci" davvero perché ci ricorda questa vulnerabilità. Che però vista in positivo è la capacità di sentire anche le cose belle...ma in quanti sono a rinunciare a "Sentire" per la paura di sentir male? io almeno ne vedo molti...
Io non ho paura di questo contatto. Sarà per questo che mi sento così spesso vulnerabile.
Anch'io, idem. E trovo meglio essere consapevoli della propria vulnerabilità piuttosto che credersi forti mentre si sta solo chiusi dentro un bunker...
Da tre giorni sto provando a lasciare un commento a questo post, ma e' davvero troppo evocativo per me. Un giorno riusciro' a risolvere tutti i conflitti che queste 4 righe mi provocano, e allora tornero' da queste parti e scrivero' qualcosa, lo prometto prima ancora che a te a me stesso.
@fabio: ...già questo è un commento molto toccante, ti assicuro. Se poi scopri qualcosa sulle soluzioni possibili mi farai sapere, potrebbe essere utile anche a me...
@fabio: ps: però..."e poi?"
Proprio cosi': e' tutto in quell'"e poi" che resta sospeso a galleggiare nella mente senza trovare risposta.
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