Fred Vargas è un genio, se per caso non si fosse capito
"Camille era diventata una mezza dura e non provava né rimpianto né soddisfazione. Essere una mezza dura non le impediva di amare Lawrence con sincerità, a modo suo. Di apprezzarlo, persino di ammirarlo, di scaldarsi addosso a lui. Senza aspettarsi un bel niente. Camille aveva conservato dell'amore solo i desideri immediati e i sentimenti a breve gittata, murando qualsiasi ideale, qualsiasi speranza, qualsiasi velleità di grandezza. Non si aspettava quasi nulla da quasi nessuno. Ormai sapeva solo amare così, in una disposizione mentale predatrice e benevola, che sfiorava i limiti dell'indifferenza."
(Fred Vargas, "L'uomo a rovescio")
(Fred Vargas, "L'uomo a rovescio")
26 Comments:
io la adoro, e come capisco camille, a volte ti succede poprio così con i sentimenti.
Ora sto leggendo un libro molto molto crudo ma credo che ti potrebbe piacere, è di racconti quindi puoi lasciarlo e riprendere quando vuoi, lei è un'altra delle miei scrittrici:
La femmina della specie di Joyce Carol Oates ed. Bompiani
"dalle adultere alle assassine, tutte le donne di questo libro presentano una combinazione letale di vizio e veleno"
Zefi: potremmmo sottoscrivere il "manifesto Camille":)!
della Oates ho letto un po' di cose tempo fa, è tosta e brava, grazie anche per questa dritta.
Nel caso specifico bisogna vedere come va a finire...
"i desideri immediati e i sentimenti a breve gittata" sono quelli che rimangono nel tempo. In fondo, nella vita, quel che conta è il presente.
"Il futuro è un'ipotesi" cantava Ruggeri, e il passato è un posacenere di cicche spente e carte di caramelle appallottolate.
Fred Vargas è davvero un genio.
un saluto sotto la pioggia emiliana
riccardo: vorresti dire che poi cambia idea? non rovinarmi il finale!
lucia: quel che conta è il presente, e ricordarselo in ogni momento. Anche qui pioviggina, un saluto a te.
Beata Camille.
arte: ma si diventa Camille dolcemente e semplicemente, per processo naturale, come i ciottoli vengono levigati dal mare, non te ne sei accorta?;-)
devo dire che la Vargas mi ha convinto.
Ieri sera mi sono finito tutto d'un fiato "Sotto i venti di Nettuno" e ora anelo al prossimo incontro con Adamsberg e con la Vargas.
Ma qual è il primo libro della serie?
ciao
J
Jos: "L'uomo dei cerchi azzurri" è il primo dove compare Adamsberg anche se in Italia è uscito solo adesso. Io ho letto poi "Parti in fretta e non tornare" e "Nei boschi eterni", ora sto leggendo "L'uomo a rovescio" e già anelo al prossimo acquisto che sarà "Sotto i venti di Nettuno"!
"Non si aspettava quasi nulla da quasi nessuno." Qui ha ragione, perché sa che non è quello l'amore per il quale allungare le iperboli. Come le soste negli autogrill, ti riposi, sgranchisci le gambe, in attesa di arrivare a casa: a casa!
E il futuro si costruisce con tanti presente...
"l'uomo dei cerchi azzurri" me lo sto gustando proprio in questi giorni ed e' il mio primo incontro con Adamsberg.
adoro i gialli (ho un passato da drogato della christie) e mi piace molto certa letteratura francese moderna. Pennac ad esempio che non cito a caso perche' in alcune pagine la vargas me lo ha ricordato (forse e' solo un'impressione).
aspetto di finirlo per dare un giudizio definitivo pero' sinora mi piace parecchio!
mucca: ma Camille mi pare non faccia distinzioni tra amore e amore:
"C. attingeva la propria energia vitale a due fonti: la composizione musicale e il Catalogo dell'utensileria professionale. Dieci anni prima faceva anche conto sull'amore, ma da allora aveva ridimensionato parecchio la vecchia solfa logora dell'amore. L'amore ti mette le ali per segarti le gambe, perciò alla fine si rivela un bidone. Mentre per esempio un Cric idraulico 10 tonnellate non era affatto un bidone".
E non a caso C. è sempre in viaggio, quasi mai "a casa": un essere in viaggio che è anche condizione mentale.
Henry: non sei il primo che mi paragona la V. a Pennac, io devo dire non ci avevo pensato.
Sai che in Francia hanno fatto un paio di film tratti dalla V, però è impossibile trovare un attore che impersoni efficacemente Adamsberg, in uno so che c'era J.H. Anglade che non si capisce cosa c'entri, in un altro l'attore che ha fatto il Cacciatore di teste di Costa Gavras (grandissimo film) che pure non mi pare affatto somigliante...
oddio, sto per avere una crisi di nervi!
Questo MI manca, non l'ho letto!
Un cuore ....
J.H. Anglade no, meglio il Daniel Auteuil di qualche anno fa. Pennac: sarà forse per il ritmo o perché hanno la stessa traduttrice?
E tornando a Camille, la sua sarà anche una condizione mentale, ma non mi sembra che l'effetto sia molto produttivo, più che viaggio mi pare un fuggire...
mucca: ma sai che anche io ho in mente Auteuil quando penso a Adamsberg?
per quanto riguarda l'effetto traduttrice, ammetto di averci pensato anche io e probabilmente e' il vero motivo. Anche la situazione famigliare del collega di Adamsberg pero' mi ha ricordato tanto quella di quel meraviglioso personaggio che e' Benjamin Malaussène (ma quanto son belli i romanzi della tribu' Malaussène?)
Cavoli Lophy, sei proprio partita in quarta con la Vargas, ma non sai quanto ti capisco.
Però "L'uomo dei cerchi azzurri" è quello che mi è piaciuto meno, forse perché doveva ancora prendere un po' di confidenza con Adamsberg & Co.
chiara: su su coraggio, quanto disterà mai lo spacciatore di Vargas più vicino?:)
maurob: ciao, benvenuto. Un cuore nudo e crudo.
mucca: Auteuil però non è che abbia esattamente quella grazia silvestre...
il concetto di produttivo è soggettivo. Anche se si viaggia per fuggire si possono conoscere comunque tante cose, vedere tanti paesi e tanti paesaggi diversi.
henry: un bel po' di anni fa andai a Parigi sotto l'effetto Pennac, Belleville fu una specie di pellegrinaggio.
rodo: a me I cerchi azzurri sì, per ora quello che mi è piaciuto un po' meno è "Parti in fretta e non tornare". Quando ci si rivede si parlerà di questo oltre che del "resto" (e grazie ancora per lunedì)
dissento su due fronti:
pennac ha un altro stile ma forse è il fatto di essere ambedue francesi che potrebbe indurre in inganno, ovviamente parlo per me,
Auteuil no non gli renderebbe giustizia,
tanto per vederla in modo diverso :-P
se si viaggia per fuggire tutto quello che si vede, si conosce... è surrogato, se si è disposti ad accogliere, e quindi non a scappare, allora l'esperienze del viaggio sono "produttive"...
partendo sempre da Camille
E mi sembra invece singolare come Auteuil ci divida tra maschi e femmine
zefi: Pennac: d'accordo con te
Auteuil: idem:-)
mucca: ma se si accoglie si viaggia e si conosce molto meno:-P
magari fermarsi ad accogliere dopo aver viaggiato abbastanza.
io lo trovo normale che Auteuil divida uomini e donne!
...ammesso che esista un aver viaggiato "abbastanza".
@lo
le pernacchie ora si sprecano
perché si viaggia di meno se siamo disposti ad accogliere? è proprio quello lo stato d'animo che ti fa assorbire e vivere più intensamente la novità...
mucca: ma :-P non è una linguaccia? comunque dicevo nel senso che se ci si ferma ad accogliere si incontrano meno novità, anche se si viaggia più in profondità. Ma magari stiamo facendo due discorsi diversi senza saperlo, oppure dicendo la stessa cosa, dovendo sintetizzare può succedere...e poi tanto una verità non c'è (sono un po' dittatoriale stasera, scusa).
:-P pernacchia o linguaccia li uso indifferentemente!
vada per il tono perentorio...
chi non accoglie, che viaggi nel reale o nella metafora, si lascia scivolare le cose sopra, le attraversa indifferentemente, non vedo come possa accorgersi delle novità.
Questo intendo.
;-)
mucca: il discorso è interessante ma veramente troppo complesso per il mezzo...lasciamolo in sospeso e magari un giorno d'estate a Massa, chissà:)
Posta un commento
<< Home