29 giugno, 2010

Un occhio di riguardo

I quotidiani freepress, quelli che si trovano spesso per terra o abbandonati sui bus, a volte meritano più che un'occhiata distratta: quando pubblicano cose come questa, anche se non ci scrivono il nome di chi ha fatto la foto (il mio in questo caso).

10 Comments:

Anonymous Papero psicopatico said...

Eloquente immagine. Le parole sulla persona. Possono scorrere o,soprattutto riguardo al razzismo consapevole od inconsapevole, marchiare la pelle(di marchi sulla pelle la storia ne ha raccontati parecchi...). Chi guarda, o vede la persona o vede il marchio.

3:48 PM, giugno 29, 2010  
Anonymous Papero p. said...

Quindi tu collabori a questo giornale?
Interessante questa intervista.

4:05 PM, giugno 29, 2010  
Anonymous artemisia said...

Oddio!!!
Ma gliel'hai fatta vedere?

:D

4:07 PM, giugno 29, 2010  
Blogger lophelia said...

@papero: grazie per aver saputo "vedere" così finemente.
A dire il vero è stata una collaborazione estemporanea, "on demand", come spiego ad
@arte: è stato lui a chiedermi di usare una mia foto per questa intervista che da tempo doveva uscire.

4:17 PM, giugno 29, 2010  
Anonymous artemisia said...

In effetti è emblematica.
Molto bella.

4:24 PM, giugno 29, 2010  
Blogger CICCILLO said...

nell'intervista, almeno in questa versione online, non compare il nome dell'intervistato.

3:32 PM, giugno 30, 2010  
Anonymous Papero p. said...

Aldezabal: Ecco cosa avevo dimenticato di chiedere a Lophelia!!

3:43 PM, giugno 30, 2010  
Anonymous zauberei said...

la foto è ficherrima:)

6:36 PM, giugno 30, 2010  
Blogger lophelia said...

non me ne ero accorta, ed evidentemente neanche loro - sembra un indovinello.
La soluzione è qui

6:55 PM, giugno 30, 2010  
Blogger CICCILLO said...

sì, davvero i curatori di quel sito sono assai sciatti.
vorrei segnalare una cosa ancora peggiore: se si va all'archivio interviste e si clicca su quella del giorno precedente non solo non c'è il nome della persona intervistata di cui si vede la foto ma neppure il link per andare a leggere l'intervista che invece almeno hanno messo nel caso di cui si parla qui.
lo dico perché io quell'intervista l'ho letta, casualmente sfogliando quel giornale sul tram, e la signora nella foto è la madre della ragazza che si vede nella foto dietro di lei, una delle vittime dello spaventoso incidente di Viareggio dell'anno scorso.
ovviamente il suo racconto è straziante - io sul tram a stento ho trattenuto le lacrime - e altrettanto sorprendente è la dignità e, se si può dire in un caso come questo, la lucidità e la fermezza delle parole di quella signora che pure è stata colpita in un modo così spaventoso e, soprattutto, profondamente ingiusto.

12:27 AM, luglio 01, 2010  

Posta un commento

<< Home