Lo sbarco
Quante volte in città sogno il mare con un intensità fisica dell'"essere lì" che solo il desiderio può creare. E ogni volta il passaggio reale è al confronto quasi deludente nella sua normalità.
Il porto sovraesposto alla luce del mezzogiorno è sempre stato negli occhi della memoria e non fa differenza averlo davanti, se non che ora gli occhi li devo strizzare per non farmi accecare dal riverbero.
Il porto sovraesposto alla luce del mezzogiorno è sempre stato negli occhi della memoria e non fa differenza averlo davanti, se non che ora gli occhi li devo strizzare per non farmi accecare dal riverbero.
6 Comments:
Ma non è un po' così con tutte le cose tanto sognate?
(uno spera, almeno, che sia così)
Forse sì. Ad esempio quando mi trovai alle transenne a pochi metri da Neil Young che cantava, non riuscivo a credere alla "normalità" della cosa.
Era lì, semplicemente.
Per me invece il mare fa un po' eccezione alla regola. Lo trovo sempre sorprendente. Recentemente mi sono trovato su una scogliera, dopo una camminata, e ho iniziato a scrivere pensieri sul mio moleskine, e le parole correvano davvero libere. Non succede di solito: ho attribuito al mare questa capacita' di condividere con noi la sua liberta'.
Il mare è un enorme carica batterie :)
un saluto di buon ritorno!
fabio: non volevo dire che il mare non mi sorprende più, sarebbe una bestemmia. E' solo il momento dell'arrivo che mi fa questo effetto straniante, perché si tratta di un posto che conosco ormai troppo bene.
kiakkio: verissimo!! bentornato a te.
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