Non c'è rosa senza spine
non c'è vaglia senza firmanon c'è forma senza tarma
non c'è arma senza grillo
non c'è grullo senza strillo
non c'è foto senza posa
non c'è sposa senza foto
non c'è ruota senza moto
non c'è sposa senza trine
non c'è rosa senza spine
da "Non c'è...non c'è...non c'è...", Bruno Munari, 1946
Etichette: sentimental mood, visioni
posted by lophelia at 11:31 PM
10 Comments:
la prima cosa che mi viene in mente è questa:
Filastrocca corta e gaia,
l'abbaino non abbaia,
la botte più grossa
non è un bottone,
la mela più grossa
non è un melone,
ed il mulo più piccino
non sarà mai un mulino.
ed è di Rodari. E di Rodari, Munari, è stato forse l'illustratore più sensibile. Lo stesso giocare con le parole, le stesse intenzioni, la stessa volontà pedagogica. La fantasia per capire il mondo, per non accontentarsi della prima risposta avuta. Perché la parola e la forma nascondono sempre un mondo da esplorare. E aprono sempre nuove porte. E ci liberano.
(Una cosa buffa che ho letto: Mu-na-ri in giapponese si traduce in "fare dal nulla")
non la conoscevo, grazie...
Rodari dopo le scuole elementari non l'ho più letto, ma ora quasi quasi ricomincio!
sì, lo spirito è decisamente liberatorio. Spostare il punto di vista, aprire nuove finestre, scoprire il senso nel nonsenso e viceversa.
(ma sai il giapponese??)
la mia preferita è "non c'è grullo senza strillo"
rodari é la mia infanzia, o almeno una delle partiu che ricordo con piú affetto.
concordo con mucca sull'uso liberatorio che fa rodari delle parole in tutte le sue filastrocche.
dovremmo leggerle di piú. dovremmo scriverne di piú.
anzi...mmmm.... :D
arte: il grullo ci fa sentire a casa noi toscani...
henry: suvvìa, lìberaci anche tu:)
bellissima la foto. E' un frammento?
grazie Mauro! la foto l'ho scattata così come la vedi, per fermare un istante di cena-con-anniversario.
Allora, scatto notevole!
beh, forse ero ispirata:)
ps: mauro, bella la nuova foto del profilo!
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