12 marzo, 2007

Il solito


Frequentissima frase: "Con lui/lei sto bene ma non sono innamorata/o". Vorrà dire che vogliamo stare male?
E poi, il guaio è che all'amore non puoi chiedergli i documenti. E magari dovevi arrestarlo e non te ne sei accorto.

47 Comments:

Blogger Gianfranco said...

Questa è l'epoca delle piccole passioni e nn dei grandi amori.
I grandi amori vanno costruiti e oggi pochi ne hanno la capacità.
Oggi quella dominante è la cultura "zapping".
La cultura della superficialità, del poco impegno, della noia, della nn voglia di conoscere il prossimo.
Si fa zapping con tutto e quindi anche con le persone.
Di questo ne è un esempio il web e la blogfera.
Credo che nn si sia mai abusato come oggi del termine "amico" e credo che mai come oggi esso abbia così poco valore.
Figuriamoci un sentimento come l'amore...

10:49 PM, marzo 12, 2007  
Blogger zefirina said...

magari quei due sono usciti da una storia di amore e passione travolgente e per ora non hanno o non s sentono ancora quell'energia che necessita per portare avanti una relazione così intima, e allora per non sentirsi soli si "accontentano" di stare bene, che c'è di male, basta che ne siano consapevoli, bisogna per questo crocifiggerli???
c'è un tempo per amare e magari questo non è il loro

11:43 PM, marzo 12, 2007  
Blogger lophelia said...

Gianfranco: ma i bisogni profondi secondo me sono gli stessi di sempre. E io vorrei capire come si può sanare la contraddizione.

Zefirina: mi spiego meglio.
La frase che ho riportato la associo alla situazione in cui NON si sta con quel qualcuno: perché ci sembra che lo star bene in sua compagnia non sia sufficiente, o non sia quello che vogliamo, forse perché non ci fa stare appunto abbastanza male, dico forse, me lo sto chiedendo appunto. Mi sto chiedendo in nome di cosa a volte rinunciamo a stare bene.

11:59 PM, marzo 12, 2007  
Blogger Gianfranco said...

@Lophelia:
Nn credo sia poi una gran contraddizione e quindi credo nn ci sia nulla da sanare.
Rinunci perchè nn ti brillano gli occhi e tu lo vorresti tanto...
Rinunci perchè sai cosa vuol dire nn sentire cos'hai sotto i piedi e sai cos'è quell'euforia che ti fa sentire in paradiso e vorresti riprovare quella sensazione.
Rinunci perchè sai cos'è quella sensazione di desiderio che ti toglie l'aria dai polmoni e vorresti si ripetesse.
Rinunci perchè sei tra le (poche?)fortunate/sfortunate che sanno cosa vuol dire amare.
Quindi nn credo questa sia la rinuncia a star bene, ma soltanto la rinuncia (per ora?) alla rassegnazione.

12:49 AM, marzo 13, 2007  
Blogger CICCILLO said...

trovo interessante e condivisibile il primo intervento di gianfranco, al di là del caso specifico al quale fa riferimento lopelia e del quale solo lei può dire.
su questo consiglio il libro "amore liquido" di Baumann, lì è già detto quasi tutto.


tuttavia il nodo pare sempre lo stesso: la passione può durare?
può trasformarsi in qualcos'altro?
boh...io a questo punto direi di no, ma alla fine è quello che tutti cercano e poi se ne ritraggono impauriti.
poi dipende dall'età e dall'esperienza, la prima volta che ti capita, meglio se a vent'anni, hai le energie, fisiche e mentali, e l'ingenuità per farvi fronte.
già alla seconda è dura, che vi sia una terza possibilità è raro, che sia reciproca ancora più raro...

:-)

comunque questa sera qualcuno che sta bene con me ma non è innamorato mi ha detto che sono un bradipo e a me ha fatto anche piacere...

1:24 AM, marzo 13, 2007  
Blogger lophelia said...

Gianfranco: ...

Francesco: leggerò il libro, grazie. Anche se nei libri da tanto non cerco più consigli, solo conforto che comunque non è poco.

Però il problema per non è quello della passione che non dura.

H.C. Bresson diceva: "fotografare è mettere sulla stessa linea occhio, mente e cuore".
Il principio credo valga anche per l'amore, e il problema è la difficoltà di allineare mente, cuore, pancia.

8:21 AM, marzo 13, 2007  
Blogger artemisia said...

@Gianfranco: Uno dei problemi aggiuntivi del "costruire il grande amore" è che bisogna essere in due.
Che la blogosfera sia esempio di zapping emotivo non lo condivido per quello che mi riguarda, poi io parlo per me.
Anzi ti dirò una cosa. Quando io parlo di amici non abuso il termine, mai. E neanche tutti gli altri termini.
Ma questo è un OT.

@Lophelia: non si tratta secondo me di non stare abbastanza male, si tratta di non sentire abbastanza con alcune persone. Non sentire niente, a parte tenerezza, amicizia, simpatia. Con altre invece sentire tutto il resto. Rinunciamo in nome di quella cosa che ti toglie il respiro. Se non c'è quella, il resto non verrà mai.
Poi, come dice il bradipo, il resto ci farà paura e scapperemo. E torneremo a sognare l'amore che non verrà mai.
(Scusami ma oggi è così, se me l'avessi chiesto ieri forse ti avrei risposto diversamente, non potevi scegliere mattina peggiore).

8:32 AM, marzo 13, 2007  
Blogger lophelia said...

Arte: mi dispiace che la mattinata sia "peggiore", la risposta mi trova abbastanza d'accordo salvo il vedere (almeno in questo momento intorno a me) che le persone più felici sono quelle che costruiscono sulle basi di tenerezza, affetto e simpatia (che non sono proprio "niente"). O forse non sono felici, sono tranquille, il che per qualcuno è la stessa cosa ma per qualcun altro no.

9:17 AM, marzo 13, 2007  
Blogger artemisia said...

Tenerezza, affetto e simpatia sono moltissimo, Lophelia. "Niente" non era inteso in quel senso, e mi stupisco di averlo appena scritto. Del resto è molto significativo. Momento sbagliato, sarà meglio che stia zitta.
Quello che volevo dire è che la tranquillità è bellissima, ma deve nascere da un innamoramento, e poi trasformarsi, approfondirsi. Se nasce come "accomodamento" per me non va bene. Ma per altri magari sì, non lo metto in dubbio.

(Sai quando scrivi, e tutto quello che scrivi lo vorresti cancellare?? E ti sembrano tutte stronzate?? Ecco. Ultimo intervento di Arte su questo post, prometto)

9:30 AM, marzo 13, 2007  
Anonymous Anonimo said...

ma cosa stavate bevendo, vetril?
Lifespotter

9:37 AM, marzo 13, 2007  
Blogger lophelia said...

Arte: non ti preoccupare, avevo capito. Per il resto...questa discussione con te mi fa uno strano effetto, è come se una parte di me discutesse con un'altra parte...
0_0

Questo post sta cominciando a darmi la solita sensazione di essere "Sovraesposta"...col conseguente impulso di rimuoverlo...
Comunque ora mi stampo tutti i vostri bellissimi commenti, come spesso faccio per conservare le vostre parole e ricordarmene.

Lifespotter: :D!!

9:59 AM, marzo 13, 2007  
Blogger Vendostelle said...

Grazie del tuo passaggio...
Si..a riguardo sono le persone cui tieni di piu' che non stanno mai ferme!!! ;-)

10:58 AM, marzo 13, 2007  
Blogger CICCILLO said...

non c'entra nulla o forse sì: domenica sono andato a vedere una mostra di fotografie proprio di Cartier-Bresson.
una mostra di straziante bellezza.
almeno per chi come me non si rassegna a vedere il mondo com'è e ha nostalgia del mondo com'era.
il problema, Lophelia, non è solo conciliare mente, cuore e pancia ma, insieme a questi, passato, presente e futuro.
insisto però nella domanda, visto che Arte in qualche modo ci ritorna: ma è possibile trasformare la passione nella cosa tranquilla?

11:36 AM, marzo 13, 2007  
Blogger artemisia said...

Per colpa di Francesco solito Deragliatore m rimangio la promessa di poco fa, e commento: il tempo e la nostalgia non solo c'entrano, ma sono elementi centrali nella questione.

Però Francesco, la domanda veramente è l'opposta: è possibile trasformare la cosa tranquilla in passione? E la risposta è no.

@Lophelia: O_O

12:09 PM, marzo 13, 2007  
Blogger artemisia said...

Ora però basta davvero. Crocione. Stavolta giuro.

12:10 PM, marzo 13, 2007  
Blogger lophelia said...

Il problema può essere come trasformare la passione in cosa "tranquilla in senso buono", e non morta: e credo siano necessari i presupposti dell'allineamento mente-cuore. Se è solo di pancia non c'è materiale per la trasformazione.

Arte, io insisto in altro senso: conosco persone che riescono a trarre il meglio dalla tranquillità. Finora sapevo che non sarebbe stata la mia vita, ma penso anche: se uno ha già avuto emozioni forti in abbondanza forse potrebbe iniziare ad apprezzare altre cose. Non imporselo, "semplicemente" lasciarsi andare.

12:43 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Jos said...

Che coss'è l'amor
chiedilo al vento
che sferza il suo lamento sulla ghiaia
del viale del tramonto
all' amaca gelata
che ha perso il suo gazebo
guaire alla stagione andata all'ombra
del lampione san soucì....

JB

1:49 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Jos said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

1:52 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Jos said...

Cara Lophelia, moltissimi matrimoni si basano esattamente sulla frase con la quale tu hai iniziato il post. In effetti, sino a qualche decennio fa, era l'eccezione (non di certo la regola) il fatto che una relazione di lungo termine tra un uomo e una donna comprendesse la passione.

La passione cos'è? Si può catalogare? La si può dissezionare, la si può attaccare a un muro con uno spillo ed esaminarla, conservarla in un cassetto come una farfalla in un museo di storia naturale?

Ci sono scintille che durano un attimo soltanto ma bastano a rischiarare una vita. Solo un pazzo può credere di poterle conservare accese nell'incavo della mano.

Altra cosa è serbare un fuoco acceso. E' questo che fa di un rifugio un focolare.

JB

2:01 PM, marzo 13, 2007  
Blogger CICCILLO said...

ahi ahi Josif, eri partito bene e ora mi cadi sulla citazione di capossela, questa non me la dovevi fare, mille punti in meno!

comunque io a 'sto punto appoggio la mozione Lophelia, ma si sa, apparteniamo alla stessa tribù...

quanto alla domanda di Arte, anch'io sarei portato alla stessa risposta ma, mi dicono, qualche esempio in senso opposto esiste, pare ci voglia un po' di fantasia e voglia di giocare.
la domanda vera è forse questa: è possibile la trasformazione?

3:27 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Jos said...

@ Francesco: non sapevo che Capossela fosse tabù in questa tribù...

Ma non è che l'amore romantico-erotico, la passione, sono sentimenti soppravalutati?

Ci sono molti altri sentimenti nobili nell'uomo: l'amicizia, la fedeltà, la dedizione, l'altruismo. Eppure pochi se ne interessano, non sono al centro né dell'attenzione dei media, non ci si fanno film (almeno non tanti quanti sull'amour passion).

Non sarà forse perché la passione è appagamento, presuppone (anche se non si realizza, anzi forse la presuppone quanto più non si realizza) uno scambio nel quale riceviamo ciò che desideriamo, mentre nell'amicizia, nella fedeltà, nella dedizione e nell'altruismo predomina la gratuità?

E' un sottile modo di consumare anche questo, consumarsi di passione, un modo di possedere.

JB

3:44 PM, marzo 13, 2007  
Blogger artemisia said...

...non devo commentare, non devo commentare....

3:48 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Jos said...

@ Artemisia: tu devi commentare!!!!

@ Lophelia, l'unica passione perfetta è quella che non si consuma.

JB

4:06 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Jos said...

«Tutti gli amori finiscono male. È impossibile pensare a uno sviluppo senza arrivare necessariamente al disgusto, al tradimento, alla menzogna, alla dissoluzione nella noia, all’instabilità», osserva, sposando l’opinione di Paul Valery, l’antropologo Franco La Cecla, nel suo ultimo libro Lasciami. Ignoranza dei congedi. Ma, allora, poi, l’autore non riesce più a spiegarsi come mai «la nostra società sia così conservatrice a livello delle norme profonde che regolano le unioni», e sopratutto la loro fatale fine. Il fatto è che non è così poi vero che «tutti gli amori finiscono male». Ce ne sono molti che non finiscono affatto e, comunque, questo è l’interesse della comunità: che il loro sviluppo non si dissolva nell’instabilità. Da qui, le usanze, che lo stesso La Cecla ricorda, da buon antropologo, che tendono a sanzionare appunto gli amori che finiscono male. Come per esempio il purcete friulano, sorta di scherzo che gli amici di una coppia di fidanzati mettono in atto quando i due, invece di sposarsi, si lasciano. «Spesso sono gli amici di lui, ma non sempre. Di notte, una volta che si è sparsa la notizia della rottura, gli amici «segnano» con la vernice, come se fosse un filo rosso, il tragitto dalla casa di lui a quella di lei, anche se i due non abitano nello stesso paese». Spesso, per tracciare il segno, «un barile di vernice o di gesso viene bucato e attaccato al retro di un’auto così da percorrere in fretta i chilometri che separano le due abitazioni». Il collegamento tra le due case tende a negare, a opporsi alla rottura. Lo stesso La Cecla osserva: «Come se la comunità non accettasse questo criterio individuale: “Ma come? Vi siete lasciati? Ma se ci eravamo abituati a pensarvi legati, tenuti insieme!”». In questo modo, spiega La Cecla, «la rabbia e l’infrazione vengono socializzate, l’odio viene distribuito e “si perde per strada”. È un rituale collettivo di passaggio, che consente di uscire da una storia ed evitare che la frustrazione e il disprezzo e il rancore rimangano chiusi nell’intimo e vadano a male». Sì, ma è anche un modo per «segnare» l’interesse collettivo: quello dell’unione, e non della separazione. E non tanto, mi sembra, perché la nostra società sia poi ancora così affezionata, come sembra pensare La Cecla, all’amour passion. Quello è, appunto l’amore di cui parla Valery, che fatalmente scivola nella noia e nella rovina, ma ciò non è affatto nell’interesse della società e degli individui che la compongono. La Cecla osserva: «Nonostante l’enorme numero di divorzi, è come se non fosse cambiata la forma utopica dell’amore come amore per l’eternità... le separazioni non hanno creato una nuova mentalità più incline a pensare che le storie d’amore nella vita possono essere alcune, o tante». Non si tratta però di utopia, ma di realismo. E qui, forse, la psicologia ha da aggiungere qualcosa all’osservazione antropologica. Il fatto è che la rottura, la separazione, rappresenta un livello di distruzione molto notevole sia per la psiche degli individui coinvolti, che per quella collettiva. Come dimostrano le statistiche delle devianze e dei comportamenti antisociali, dove primeggiano individui (adulti o minori) coinvolti appunto nelle dolorose vicende di famiglie infrante. La comunità, dunque, non produce delle efficaci procedure rituali e affettive che regolino le separazioni, non per romantico attaccamento all’amour passion, ma perché la separazione va contro i suoi interessi, e contro il suo istinto di sopravvivenza.

Franco La Cecla, Lasciami. Ignoranza dei congedi, Ponte alle Grazie, 160 pagine, 9 euro

JB

4:39 PM, marzo 13, 2007  
Anonymous Anonimo said...

ok...non ho ancora letto tutti i commenti, lo faro' stanotte pero' non poteva non cademi l'occhio sulla frase di Lophelia: "Mi sto chiedendo in nome di cosa a volte rinunciamo a stare bene."

potrei scrivere un libro su questo...non sulla risposta perche non credo che ci sia mai, ma su quanto le persone riescono a essere forti nel rinunciare a qualcosa che le farebbe star bene...forse e' il mio "peter pan" che parla, forse, come mi hanno spesso accusato, non ho i piedi sufficientemente per terra, ma non mi rassegno all'idea che un grande amore non possa essere vissuto. o almeno provato a vivere. forse ha ragione gianfranco, forse e' difficile impegnarsi, forse e' difficile amare. secondo me spesso e' molto piu' difficile essere amati. e quando si incontra qualcuno che non e' capace di farsi amare allora non ci son risposte per la domanda di lophelia.

purtroppo.

5:49 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Jos said...

"E' molto più difficile essere amati. Quando si incontra qualcuno che non è capace di farsi amare allora non ci son risposte per la domanda di Lophelia".

Un'altra frase che userei per molti matrimoni...

E dell'impegno, del sacrificio che conservare l'amore comporta? Ne vogliamo parlare?

Altrimenti il tutto diventa molto semplice, ma altrettanto consolatorio quando non funziona.

O no?

JB

6:02 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Fabio said...

No, nessuno vuole "stare male". E' solo che stare bene non e' mica tanto interessante. Meglio prevenire prima che ci si abitui. Aprire il tappo della bull dell'acqua calda e lasciar scorrere via il contenuto, presto! Un bel mandato d'arresto e via, tutto come prima.

6:08 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Jos said...

Dopo Fabio io mi fermo, ci leggo qualcosa di personale.

JB

6:24 PM, marzo 13, 2007  
Blogger CICCILLO said...

JB (ma così sembri un whisky, ti preferivo Josif): il problema capossela è solo mio, qui le tribù sono altre (tanto per intendersi, scapoli e ammogliati ma è tanto per giocare).
tuttavia hai riguadagnato molti punti con la tua dotta ricognizione sul saggio di La Cecla.
ora però i temi diventano tanti, pesanti e scottanti.
io credo che in realtà la nostra società non accetta veramente nessun tipo di rottura dell'ordine sociale, la separazione così come l'amore-passione e il libertinaggio.
infatti a me tutti gli strepiti sui DICO sembrano solo nascondere un gran desiderio di libertinaggio e promiscuità che è poi la cosa che fa veramente paura e allo stesso tempo tutti desiderano, anche preti, papi, vescovi, binetti, mastella e compagnia bella.
dunque io andrei oltre e farei una bella legge per tutelare i diritti dei soli e dei libertini, etero e omo, tutto 'sto parlare di unioni indissolubili mi annoia un po'...

l'amore-alleanza non dovrebbe avere bisogno di leggi per esistere e resistere.

6:40 PM, marzo 13, 2007  
Blogger lophelia said...

Eccomi, meglio tardi che mai...
mica facile a questo punto districare il bandolo...
comincio dalle ultime cose, le frasi di La Cecla. L'interesse collettivo è quello dell'unione, non della separazione. Ma se la separazione va contro la comunità non sono d'accordo che sia sempre distruttiva per l'individuo.
C'è un aspetto positivo che è quello del non cristallizzare se stesso all'interno di un ruolo, e di scoprire nuove parti di sé che in un legame vengono anestetizzate o negate. Ma questo, appunto, non è nell'interesse della comunità: che è invece mantenere i ruoli.

D'altra parte la passione ha anche un ruolo funzionale al sistema: sono d'accordo (fino a poco tempo fa non lo sarei stata) con molte cose che dice Josif sulla sopravvalutazione dell'amour fou. Alla fine mi sembra davvero che l'esasperazione reiterata della passione sia una forma di consumo, anzi di consumismo, una bulimia compulsiva che serve soprattutto a dimenticare se stessi.
Per vivere le passioni si è spesso "fuori di sé", mentre la fedeltà la dedizione e l'altruismo richiedono di essere ben centrati e presenti.
E in questo senso, per tentare una risposta anche a Henry, forse rinunciamo a star bene perché "l'impegno, il sacrificio per conservare l'amore sono faticosi": rinunciamo per comodità, per una più comoda sofferenza che ci inebria, ci fa dimenticare di noi stessi, ci giustifica, ci legittima al disimpegno.

Sul "serbare un fuoco acceso": ciò presuppone appunto che il fuoco ci sia, e questo come si concilia con i "matrimoni basati sulla mia frase iniziale"?
che poi era la domanda centrale che mi ponevo.

Fabio: il mandato d'arresto nel mio senso era opposto, doveva scattare per fermare quell'amore che invece non riconoscendolo abbiamo lasciato andare...
ma anche la tua versione è plausibile.
Solo che non credo più che star bene non sia interessante, è una spiegazione che non solo non mi basta ma mi conferma che il nodo va risolto.

6:46 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Jos said...

@ Francesco: la recensione del saggio non è mia (magari! purtroppo mi occupo di testi molto più prosaici!), la puoi trovare qui

www.claudio-rise.it/psycobiblio/utopia.htm

Mi scuso, non volevo adornarmi di penne non mie!

Sì, è vero quello che dici, il desiderio di libertinaggio fa più paura di ogni altra cosa, e non solo alla Chiesa-istituzione, ma anche a tanti sposati che temono di vedersi sminuiti.

Ci vorrebbe una bella poliandria consapevole!

Josif

Ps: tra gli whisky amo i single malt torbati, tipo Caol Ila... il JB che orrore!

6:50 PM, marzo 13, 2007  
Blogger lophelia said...

Francesco: che la società non accetti il libertinaggio non direi...certo ipocritamente a livello istituzionale lo nega, ma poi lo promuove, lo decanta, lo suggerisce e lo prescrive come ricetta in tutte le altre forme molto più persuasive di comunicazione...perché appunto ribadisco, il libertinaggio può essere un'ottima droga. Così come il gioco d'azzardo è legalizzato, e poi nascono le cliniche di disintossicazione.

6:52 PM, marzo 13, 2007  
Blogger lophelia said...

A questo punto propongo il ritorno alla Comune, visto che ultimamente eravamo in tema anni '70
:)

6:54 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Jos said...

Nota a margine.

Qui intorno a Milano, nei paesini della terza cerchia dell'hinterland, è tutto un fiorire di strane costruzioni, tipo drive in, arrivi direttamente con l'auto davanti alla porta della camera e di fianco ale portiere ci sono due muraglioni di cemento altri quattro metri, siepi che nemmeno alla Casa Bianca...
Sono i motel specializzati per le coppie clandestine. Su Internet ci sono i loro siti, la pubblicità è uno spasso.

E' nato un altro segmento di mercato, insomma.

Josif

6:59 PM, marzo 13, 2007  
Blogger CICCILLO said...

io ci sto per la Comune, ma senza sposati tra le scatole...

a parte le battute, io vorrei una legge per tutelare e lasciare in pace quelli che JB chiama i "individui (adulti o minori) coinvolti appunto nelle dolorose vicende di famiglie infrante".
individui tra i quali mi annovero.

7:06 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Jos said...

Francesco, quel commento è una copia di un testo di altri, non è mia la definizione.
Per quello che conta, ho il massimo rispetto.

JB

7:11 PM, marzo 13, 2007  
Blogger lophelia said...

La nota a margine di Josif mi sembra la testimonianza che il libertinaggio è più coccolato che osteggiato dalla società.
Mi sembra attualmente molto più eversiva la fedeltà.

7:20 PM, marzo 13, 2007  
Blogger CICCILLO said...

in effetti alcuni termini possono essere equivocati, per esempio "libertinaggio", toccherà pensare qualcos'altro.
hai ragione comunque, Lophelia, la fedeltà è eversiva perché nega il consumo.
non sono d'accordo invece che l'amore-passione sia consumo, forse lo è per molti ma non per me.
di certo è qualcosa che richiede tempo ed energie e le sottrae agli obblighi sociali, molti infatti lo desiderano ma senza pagarne nessun prezzo e in questo modo secondo me lo banalizzano e in questo modo ne fanno un oggetto di consumo.
per esempio i frequentatori dei motel di cui parla JB.
sarebbe dunque opportuno distinguere tra rotture dell'ordine sociale e rotture interiori, le due cose non hanno nulla a che fare.
Abelardo dovette scappare per evitare di essere ammazzato dai parenti di Eloisa, ma il loro amore, che li oltrepassava, non cessò di esistere.

7:52 PM, marzo 13, 2007  
Blogger artemisia said...

Abelardo fece una bruttissima fine Francesco...

;)

8:48 PM, marzo 13, 2007  
Blogger Jos said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

11:33 AM, marzo 14, 2007  
Blogger Fabio said...

Ah ho capito adesso. Pero' uno quando deve arrestarlo se ne accorge, no?

5:30 PM, marzo 14, 2007  
Blogger Jos said...

Mi scuso con Fabio e con gli altri blogger per la mia maledetta insopprimibile puerile saccenza,

Jos

5:49 PM, marzo 14, 2007  
Blogger lophelia said...

Fabio: eh appunto, si pensa di sì, sperando di non avere in mente un identikit falsato.

Jos: se ci fosse bisogno di scusarti ti scuseremmo certo, ma non mi sembra ce ne sia bisogno..

8:26 PM, marzo 14, 2007  
Anonymous Anonimo said...

guarda io ho preferito stare da sola che provare di nuovo a far andare bene le cose con una persona che gli voglio molto bene ma mi sento soffocare dai suoi sentimenti e comunque quando eravamo insieme è stato un disastro....mi fa stare bene la sua dolcezza xò non sono innamorata!!!

11:26 AM, marzo 15, 2007  
Blogger zefirina said...

lasciami l'ho letto, me lo regalò mio fratello l'indomani che la mia ultima relazione era finita bruscamente... con una mail (e non spedita da me), si si belle parole ci avevo scritto anche un post, ma il dolore quello è passato solo ora a distanza di un anno, per esempio in questo caso dove ad un innamoramento è subentrata una grande passione, la guarigione è stata lenta lenta, e ora??? ora mi sembra di non avere abbastanza energia per intraprenderne un'altra, ma non mi chiudo in una roccaforte e non penso affatto che i giochi siano finiti, evidentemente non c'è nessuno che trovo così intrigante, interessante da far battere di nuovo il mio cuore; lo so lo so sono un'inguaribile romanticona e ancora non ho imparato niente dai miei disastri sentimentali ma come dice una mia amica: senza amore non si può vivere, senza amore non senza un uomo con cui vivere in coppia sia ben chiaro!

4:04 PM, marzo 15, 2007  
Blogger lophelia said...

Titty: capisco, è solo che è un dispiacere non poter ricambiare un amore sincero, qualità non così frequente a trovarsi.
A volte penso che la troppa dolcezza ci metta a disagio perché ci fa sentire "nudi" di fronte all'altro.

Zefirina: ci sono stati rari momenti in cui ho pensato che non mi sarei più innamorata e in quei momenti non mi piacevo. Magari mi piacerebbe migliorare i presupposti sui quali innamorarmi.
Forse ci vorrebbe una bella Ri-Programmazione Neurolinguistica!

5:05 PM, marzo 15, 2007  
Blogger zefirina said...

ahahaha forse dovremmo riprogrammarci con un'altra testa e un altro cuore ma questo mi sembra impossibile
smack

4:53 PM, marzo 16, 2007  

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