21 agosto, 2007

XXY

Mi è sembrato uno dei film migliori visti ultimamente XXY di Lucìa Puenzo, recuperato all'inestimabile circolino-cineteca vicino casa. Per chi non l'avesse visto la protagonista è Alex, una ragazzina nata con entrambi i sessi (se ne parla al femminile solo perché ha l'aspetto di una ragazza androgina). La madre e la scienza si preoccupano della necessità di farla operare: il padre no ("quando nacque mi consigliarono di operarla subito, così da grande non si sarebbe ricordata di niente. Ma io non volli, era perfetta così"). La stessa Alex non ne ha la minima voglia, più interessata a sperimentare la sua controversa sessualità con il figlio degli amici di famiglia - in modo tutt'altro che scontato per entrambi.
Film esplicito e delicato. Non pretende di dare risposte, se mai di scalzare finte certezze attraverso domande solitamente rimosse.
Un esempio, il padre ad Alex: "Ti proteggerò fino a che non deciderai di scegliere". Seria, Alex gli risponde: "E se non ci fosse da scegliere?"

10 Comments:

Blogger artemisia said...

Ho visto un documentario della BBC su una famiglia con due figlie entrambe con XXY. Erano felicissimi di averle, e consideravano la loro condizione genetica come una ricchezza.
Le figlie, una bambina e l'altra adolescente, rispecchiavano l'atteggiamento dei genitori: apparivano molto equilibrate, e orgogliose si avere qualcosa in più degli altri.
Erano bellissime.
Mi chiedo come mai si debba sempre standardizzare tutto.

7:11 PM, agosto 21, 2007  
Blogger Roberto Ladisa said...

A me viene in mente il Simposio di Platone, quando Aristofane introduce il "mito dell'androgino". Se Zeus si fosse fatto i cavoli suoi...

7:51 PM, agosto 21, 2007  
Blogger lophelia said...

arte: lo standard è rassicurante, facilmente controllabile, per esempio.

roberto: infatti, anche a me è venuto da pensare ai medesimi ricordi liceali...c'era una volta la completezza...

8:57 PM, agosto 21, 2007  
Blogger francesca said...

e io mi chiedo come mai la NON SCELTA non venga mai considerata una scelta.
Bellissimo blog complimenti :)

10:48 AM, agosto 22, 2007  
Blogger lophelia said...

francesca: benvenuta! alla libertà di non scegliere, di non definirsi non si pensa molto. Eppure anche in campi diversi dalla sessualità è un tema molto presente. Non scegliere un ruolo sociale, per esempio, o un ruolo femminile "predisposto". Sembrano peccati mortali.
Grazie dei complimenti! a presto.

1:47 PM, agosto 22, 2007  
Blogger Roberto Ladisa said...

Franceschina J oh che tu fai qua!

La non scelta, bella domanda. Sinteticamente scegliere vuol dire prendere una direzione, questo implica tante cose, come l’appartenere ad un gruppo, oppure identificarsi con qualcosa. Ne consegue che ho un’idea di chi e cosa sei; quindi posso esserti “amico o nemico”.
Per fare un esempio: ti ricordi l’Inferno di Dante? All’inizio ( mi pare), prima del Limbo, ci sono gli IGNAVI, cioè quelli che sono stati condannati perché in vita non hanno avuto il coraggio di scegliere cioè non si sono mai schierati. Però, Dante li condanna in quanto vili e vigliacchi e opportunisti…
Personalmente sono il contrario, difficilmente mi schiero, per motivi che se spiegati annoierebbero. E’ più una questione filosofica, non mi “schiero perché sono alla ricerca”…

Detto ciò, quando una persona non sceglie crea una specie di confusione nell’altro, per non dire il caos. Siamo troppo abituati al consenso altrui, anzi molto spesso, inconsciamente citiamo gli autori famosi, non tanto perché ci piacciono, quanto per rinforzare il discorso, per rafforzare le nostre ragioni sull’altro, indipendentemente dal fatto che colui che abbiamo davanti ci abbia capito o no. L’importante è prevalere sull’altro ed ottenere il consenso!
Prova a pensare ad una cena dove ci sono tante persone, prova ad immaginare come si impostano le conversazioni. Ci sono mille fattori, tra cui riuscire ad avere il consenso. Se per caso 2 si scontrano, noterai che cercheranno il consenso degli altri, incominciando a tirare in ballo tante cose, citazioni, letterati, filosofi ecc ecc

Ora prova a pensare alla società moderna, consumista e capitalista ( senza ideologie politiche), pensa alla pubblicità e cose affini. Una pubblicità molto spesso è fatta in base a dei “campioni, a dei soggetti analizzati”, stessa cosa la politica. In parole povere, sono fatte di persone che scelgono e si schierano.
La società moderna e chi ha il danaro per controllarla ha bisogno di sapere “chi sei, cosa fai, quali sono le tue abitudini, cosa ti piace, quali sono le tue scelte e schieramenti”.
Dal punto di vista economico, questo serve a venderti più facilmente le cose… mentre è più complicato dal punto di vista politico, poiché ci sono tante teorie che s’intrecciano fra loro.

La massa è come il gregge, dove le pecore sono buone e brave messe tutte in fila, l’importante è che tu creda di avere una tua opinione, l’importante è che tu creda, ma poi?!
Esiste il “Libero Arbitrio”?! si o no… non mi interessa più di tanto, so solo che il “Libero Arbitrio” può essere influenzato. Dunque creo un’aporia. Se posso influenzare il libero arbitrio altrui, allora non posso più parlare di libero arbitrio, cioè di libera scelta, in quanto cadrei in contraddizione.

Hai notato quanti nella società moderna combattono e/o sono contro la “Teoria della Relatività”?! in primo luogo tutte le Religioni, in particolare quelle monoteiste; è interessante chiedersi il perché!!! Non è tanto diverso da quello del consumismo. Se le Religioni non avessero più le “certezze” ( Fede vuol dire certezza), come farebbero a vendere il loro prodotti?! Come farebbero ad intortare le persone?! Eppure, (con tutto il rispetto parlando), la Bibbia e i Vangeli, sono facilmente confutabili, mentre sfido chiunque teologo a confutarmi l’equazione “ E = mc2. Ora, che l’uomo ha bisogno di credere è un dato di fatto, che la “ religione sia l’oppio dei popoli”, lo sappiamo, poi ognuno ha espresso la sua teoria su quest’argomento. Da Freud ( Totem e Tabù, la Sublimazione, la religione come rappresentazione mediata del desiderio umano di vincere la finitezza.), oppure quella più affine di Jung con il concetto dell’Archetipo che ognuno di noi si tramanda, fino a quelle sociologiche ed altro.

In politica non è molto diverso: la prima regola è che il cittadino voti, ( per ora non è importante cosa), la seconda è convincerlo a votare per noi ecc ecc…
E se io non voto?! ( cioè non scelgo, non mi schiero), cosa succede! Ora come ora nulla, pero in teoria non scegliere destabilizza, in quanto non sai chi hai di fronte, e questo crea confusione e caos. Del resto ( come dicevano alcuni Illuministi), “L’Ordine galleggia in una marea di disordine”, non tanto diverso dal concetto di Entropia, del 2° principio della Termodinamica.

Alla fine quello che emerge è che le persone hanno l’illusione di essere anticonformisti, credono di esserlo, in realtà hanno bisogno di “CONFORMARSI agli altri”, hanno bisogno del consenso degli altri, perché questo ci crea piacere, ci da stima e sicurezza, ci rinforza e ci rafforza l’EGO, ci fa sentire amati e utili, non ci fa sentire soli.

10:25 PM, agosto 22, 2007  
Blogger lophelia said...

roberto: poco fa dicendo che lo standard è facilmente controllabile, forse mi sono un po' avvicinata al tuo discorso pur senza addentrarmi così a fondo.
Anche se parlando di libertà di non-scelta pensavo ad un rifiuto dei ruoli sociali più che ad un "non schierarsi".
Alcune delle tue considerazioni mi fanno venire in mente le indagini statistiche-sociologiche sui blog condotte tramite questionari on-line fatti da gente che si occupa di marketing politico e commerciale. Ecco, io spero che tanto che i bloggers in quei questionari ci scrivano tante di quelle boiate per prenderli per il c***.
Grazie per quello che hai scritto, in effetti è un tema su cui si potrebbe fare un intero blog.

12:58 AM, agosto 23, 2007  
Blogger Roberto Ladisa said...

Lophelia, tu hai il dono della sintesi, in poche righe riesci a dire l'essenziale. Ho preso solo spunto dalle vostre osservazioni, per addentrarmi un po' in teorie psicologiche e sociologiche a me care. Anche se mi rendo conto che questi argomenti richiedono notevoli approfondimenti, in quanto è facile essere fraintesi.

Per quanto riguarda le indagini di marketing, personalmente son d’accordo con te; mi auguro che i bloggers non si comportino da “pecore ingenue” cadendo nella tana del lupo.

Cmq! È un peccato, ci ritroviamo a vivere in una società opportunistica, dove la scienza è usata principalmente per arricchirsi, per raggirare il prossimo. Ora, non voglio fare della facile retorica, però basti pensare a come viene applicata la psicologia e la sociologia.
Watson (psicologo inquietante), Skinner, Goffman, sono tutti autori sconosciuti dalla massa, mentre sono famosi fra i pubblicitari che applicano i loro studi. Eppure questi studi dovrebbero far parte di un sapere collettivo, dovrebbero essere per il bene dell’Umanità…

Ciao a presto

6:15 PM, agosto 23, 2007  
Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

10:59 AM, novembre 08, 2009  
Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

11:00 AM, novembre 08, 2009  

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