31 gennaio, 2008

1 - Che la rivoluzione inizi dal corpo

Una lezione di metodo Feldenkrais è un'esperienza gentilmente rivoluzionaria. All'inizio l'istruttore ti chiede di distenderti per terra e lasciare andare il peso del corpo sul pavimento. E poi di ascoltare. Di prestare attenzione. Dai piedi alla testa, sentire in che modo le varie parti del corpo appoggiano sul pavimento. Quali punti fanno contatto con la terra, e quali no. Sembra di non fare nulla, e invece è l'innesco del cambiamento.
Il germe della consapevolezza. Perché se sappiamo che cosa stiamo facendo possiamo decidere di cambiarlo. Altrimenti continueremo automaticamente a fare sempre la stessa cosa anche se non ci fa bene, e questo vale per gli schemi di movimento e anche per tutto il resto.
La consapevolezza ci fa scoprire la possibilità di scegliere.

25 Comments:

Blogger artemisia said...

Lophe, una domanda: tu ieri ti sei per caso sentita con Auro?

Perchè questa cosa è veramente inquietante.

9:00 AM, febbraio 01, 2008  
Blogger lophelia said...

Giuro di dire la verità e tutta la verità: no.

9:55 AM, febbraio 01, 2008  
Anonymous Anonimo said...

velocemente
@ lo: è giusto quello che scrivi.
(non potrei dire diversamente...)
Ogni tanto ci provo a sentire le varie parti del mio corpo, perché in genere è una percezione legata solamente al dolore e mi dico che non è giusto.

12:46 PM, febbraio 01, 2008  
Blogger lophelia said...

mucca: (altrettanto in velocità)
è buffo quell'"ogni tanto", perché sarebbe giusto (ma nient'affatto scontato) in ogni momento sentire il corpo, sentirsi nel corpo. Sentire che semplicemente "siamo" il corpo, in ogni istante. Che ad esempio il corpo partecipa dei pensieri, anche di quelli inconsci, che si traducono in tensioni fisiche.

1:52 PM, febbraio 01, 2008  
Blogger Danilo said...

condivido pienamente: se sai cosa stai facendo puoi decidere di cambiarlo.
e non è per niente scontato saperlo, per niente :)

2:33 PM, febbraio 01, 2008  
Blogger Henry said...

concordo con hertz: non e' per nulla scontato, ma ci si puo' provare ad ascoltarsi, non solo quando si e' soli ma anche "riflessi" quando parliamo con gli amici.

2:46 PM, febbraio 01, 2008  
Blogger Gianfranco said...

Non conosco questa tecnica, ma a me succede, da sempre, con il nuoto.
Entro in acqua, inizio a nuotare, e lascio che la mente vada.
Facendo fondo, dopo alcune decina di vasche, in cui la realtà quotidiana ha il sopravvento, inizio a "sentirmi" e ad "ascoltarmi".
Negl'ultimi mesi ho nuotato poco e questa "dimensione" mi manca...

G.

3:11 PM, febbraio 01, 2008  
Blogger lophelia said...

cris: grazie, vengo presto a farti visita.

hertz: e quando si inizia a capire la differenza si resta sorpresi dallo scoprire quanto eravamo "automi":)

henry: il confronto con gli altri è vitale per altri versi, epperò non è la stessa cosa. Non ci permette di percepire il grado zero, da cui tutto parte: ogni interazione con gli altri ne è una modifica. E le modifiche si capiscono se si conosce bene lo stato di partenza.

gianfranco: non ho mai fatto nuoto se non al mare, posso solo immaginare il benessere che procura. Il feldenkrais rispetto ad uno sport credo sia un lavoro più sottile, che agisce sulla scoperta, sull'ascolto delle differenze, sull'affinamento della percezione interna. Di questa cosa parleremo ancora.

4:49 PM, febbraio 01, 2008  
Blogger Fabio said...

Sai che non lo so Lo? Nel senso che dopo molti anni di yoga mi sono riavvicinato al nuoto e l'ho riscoperto in chiave meditativa. Ho addirittura trovato una piscina dove un paio di sere la settimana spegnevano tutte le luci, se non quelle in acqua (se no avresti sentito il corpo dei nuotatori che arrivavano dalla parte opposta!). Si creava una bella atmosfera adatta a "sentire" il proprio corpo e soprattutto il proprio respiro regolare, proprio come durante una pratica yogica.

Credo che non si limiti al nuoto tutto cio'. Forse c'e' chi prova lo stesso correndo.

4:59 PM, febbraio 01, 2008  
Anonymous Anonimo said...

Però credo che lo stato basale di cui parla L. necessita di immobilità... O sbaglio? (io ho sempre paura di fraintenderti... ecco, te l'ho detto!!)
;o)))
Un bacio!

8:22 PM, febbraio 01, 2008  
Blogger artemisia said...

Ho un'amica che raggunge questo stato di meditazione dopo una mezz'oretta di corsa.
Io non avrei il fiato, nè la pazienza.
Poi, soprattutto, in questo periodo ho proprio una resistenza enorme alla parola inconscio.
Non mi va proprio di conoscermi, anzi più mi conosco e più vorrei conoscere altre persone.
Preoccupante?

9:25 PM, febbraio 01, 2008  
Blogger lophelia said...

fabio: dev'essere molto bello. Non avendolo provato non so dire quanto si avvicini all'idea di consapevolezza attraverso il movimento che è centrale nel feldenkrais - lo yoga è un'altra cosa ancora.

antonio: non mi hai affatto frainteso, anzi hai centrato il punto...l'immobilità iniziale è indispensabile all'ascolto di quel grado zero, come mi viene da chiamarlo.

arte: ma non si tratta di meditazione, nel feldenkrais questa parola non esiste. Come non esiste la parola inconscio, perché il feldenkrais è un approccio esclusivamente corporeo (la mente viene di conseguenza, ma non è oggetto di attenzione diretta).
Il termine in questo caso lo sto usando solo per fare riferimento a ciò che solitamente rimane al di fuori della sfera della consapevolezza, può essere semplicemente un modo di tenere il collo, o le spalle.

E comunque certo, non è detto che in tutti i momenti si debba essere pronti a scoperchiare i vasi di pandora.

2:47 AM, febbraio 02, 2008  
Blogger artemisia said...

Aaaah!! Ma finchè non si usa quella parolaccia io sono pronta a tutto, ben venga il Feldenkrais!

L'approccio corporeo mi interessa molto. Ci credo.
Riflettendo, mi sono resa conto che pressochè tutti i miei amori sono (state) persone dalla corporeità molto rigida e con un rapporto di negazione col proprio corpo. Non può essere un caso.

9:33 AM, febbraio 02, 2008  
Anonymous Anonimo said...

ho letto il post e già mi sono sentita :D

a parte gli scherzi, la consapevolezza costante è difficilissima, per me almeno. Già lo sapevo da tempo, ma recentemente il mio fisioterapista mi ha fatto notare un mio difetto di postura e mi ha detto di correggerlo standoci attenta: me ne dimentico quasi sempre, ho dovuto ammettere di ignorare (nel senso proprio del termine) il mio corpo e gli atteggiamenti che prende.

A proposito della corsa ho un'opinione diversa. Ho iniziato qualche mese fa, non credevo che ce l'avrei mai fatta e invece ora faccio 40 minuti (Arte, se ci sono riuscita io...), ma mentre corro non penso a niente, ascolto la musica e il corpo va da solo, è proprio quello il bello: fa bene allo spirito più che al fisico! L'endorfine hanno uno splendido effetto sull'umore ;-)

8:12 PM, febbraio 02, 2008  
Blogger lophelia said...

arte: ecco perché non ci si trova mai d'accordo in fatto di uomini! per me l'opposto, con un'unica eccezione.

iko: :D ci potrei credere benissimo!

è quasi impossibile ricordarsi di stare attenti alla postura affidandosi al pensiero razionale.
Il feldenkrais lavora diversamente, nessuno ti dice cosa devi fare, semplicemente il corpo impara da sé.
la corsa l'ho provata anch'io per un po' ed è molto piacevole quando scatta l'effetto endorfine...ma è faticosa:D

9:29 PM, febbraio 02, 2008  
Blogger artemisia said...

@Iko: Non ho dubbi che anch'io potrei arrivare a 40 minuti di corsa, se reggo a 60 di step rischiando i tendini ogni volta...
Il mio problema è a monte: siccome sono di una pigrizia patologica, non ho la forza di attraversare il periodo di sofferenza del "farsi il fiato" senza un istruttore che mi frusti, e la pressione del gruppo.

Ma invidio quelli che corrono con la loro musica invece di quell'orribile rumore che devo sorbirmi io...


@Lophelia: Ma guarda che secondo me abbiamo veramente scoperto un fattore importantissimo qui! La chiave di tutto! Finalmente!!

:D

9:14 AM, febbraio 03, 2008  
Blogger rodocrosite said...

A me è successo di non volerci neanche provare a cambiare, ma se poi ho trovato la voglia e l'ho fatto, in genere mi è andata a migliorare.
E poi anche se così non fosse, sta a noi trovare il meglio di ogni cosa.
La consapevolezza è indispensabile.

10:19 AM, febbraio 03, 2008  
Anonymous Anonimo said...

Cerco con poco più tempo di spiegare quel "ogni tanto"
Spesso mi accorgo di portare il corpo come un cappotto messo sulle spalle. Me ne accorgo di questa trascuratezza e ci sono momenti (quel ogni tanto) in cui mi fermo (ora si può andare anche sullo psichiatrico...) e cerco di sentire le varie parti del corpo concentrandomi su di esse: la percezione fisica di un ginocchio, di un avambraccio... proprio per recuperare quella coscienza fisica di me. Altre volte quando interloquisco con una persona, che sia per lavoro o un'amicizia: cerco di capire come occupo lo spazio e quali parti del corpo prendono un movimento proprio, perché la mia attenzione traspaia limpida (o sia ben simulata...)

12:20 PM, febbraio 03, 2008  
Blogger lophelia said...

arte: :D!

rodo: assolutamente d'accordo, sta a noi trovare il meglio di ogni cosa.

mucca: ma allora sei un bel po' avanti! e facevi il modesto;)
"portare il corpo come un cappotto messo sulle spalle" rende l'idea, è quello che facciamo il più delle volte.

1:04 PM, febbraio 03, 2008  
Anonymous Anonimo said...

@lo: sull'essere un po' avanti ti riferisci allo psichiatrico, vero?!
:-D

1:23 PM, febbraio 03, 2008  
Blogger lophelia said...

ovviamente!:-D

2:40 PM, febbraio 03, 2008  
Anonymous Anonimo said...

quello che stavo cercando, grazie

10:42 PM, novembre 04, 2009  
Anonymous Anonimo said...

Si, probabilmente lo e

10:48 PM, novembre 04, 2009  
Anonymous Anonimo said...

leggere l'intero blog, pretty good

12:01 AM, novembre 13, 2009  
Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per Blog intiresny

12:07 AM, novembre 13, 2009  

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