21 novembre, 2006

Non se ne fanno più di registi così



Robert Altman ci ha lasciati. Grande lutto. Siamo tutti più poveri. Va bene, “Pret-a-porter” non era un gran film, ma tutto il resto? Fino all’età di 81 anni, fino all’ultimo “Radio America” si è mantenuto intelligente e originale.
Di tutti i suoi film ne ho a cuore uno in particolare, poco conosciuto: “Images”, dei primi anni ’70. Lo vidi la prima volta a 16 anni, non ci capii granché ma fu comunque una folgorazione. Da allora l’ho rivisto almeno una dozzina di volte e ancora ogni volta ci scopro dentro cose nuove.
Kathryn (Susannah York) se ne sta sola e tranquilla nella sua bella casa a scrivere una fiaba intitolata “Alla ricerca dell’unicorno”. Squilla il telefono, è un’amica che inizia a raccontarle qualcosa di frivolo ma poi la linea si interrompe e ora è una voce di donna, seria, strana ma familiare, che le insinua sospetti su dove sia suo marito in quel momento. Inorridita lei stacca il telefono, aspetta che torni il marito e gli fa una scenata, poi fanno pace e decidono che lei ha bisogno di riposo e partono per la casa di campagna. Lungo la strada si fermano su un’altura e mentre il marito si allontana un attimo K. osserva se stessa arrivare alla casa ed entrarvi...e lì si capisce che ha veramente bisogno di riposo! Ma la casa si rivela presto popolata di certi fantasmi, uomini che le offrono bottiglie di Valpolicella o che all’improvviso la attirano in una stanza che diventa la suite di un albergo parigino. Sono amanti del passato con cui K. ha tradito il marito, che si confondono col marito stesso, e noi stessi con lei non sappiamo chi sia davvero reale e chi un’allucinazione, e chi rimane vivo e chi no in quello che diventa presto una sorta di gioco ad eliminazione in cui K. cerca disperatamente di “ritrovare la propria anima” e di difendersi da una se stessa sempre più pericolosa. Un sottofondo di suoni disarmonici (percussioni di Stomu Yamash'ta) accompagna questa progressiva frammentazione dell’Io, e il confine tra percezione reale e allucinazione è segnato dalla presenza di una macchina fotografica a banco ottico, e da un continuo rimando di lenti, vetri e specchi (che riportano anche al tema del Doppio).
Alla fine una scena nella doccia rivisita "Psycho" in modo ancora più psicoanalitico. Susannah York è bravissima, smarrita e sensuale, mai sopra le righe.
Io ne ho una vecchia registrazione in VHS, ma è circolato anche in DVD. Se potete, cercàtelo e vedetelo. Poi magari ne riparleremo, e ognuno ne darà un'interpretazione diversa.

16 Comments:

Blogger Cilions said...

Purtroppo i grandi vecchi ci stanno lasciando... tutti, uno dopo l'altro... e noi giovani sembriamo troppo piccoli per riceverne il testimone... di chi è la colpa!

12:56 PM, novembre 22, 2006  
Blogger PiB said...

cerco vedo e poi ti diro

3:08 PM, novembre 22, 2006  
Blogger Fabio said...

Le percussioni di di Stomu Yamash'ta fanno un Wire che piu' Wire non si puo'.

6:52 PM, novembre 22, 2006  
Blogger LaCuocaRossa said...

wow mi hai fatto venire voglia di vederlo...davvero inquietante...

10:12 PM, novembre 22, 2006  
Blogger lophelia said...

Francesco: di chi è la colpa, bella domanda...verrebbe da dire dei tempi, ma è troppo comodo...

Pib: se riesci aspetto un parere

Fabio: vero, rumorista al massimo!

lacuocarossa: un film diretto da un uomo ma che descrive alla perfezione le inquietudini femminili. Speriamo che alla tv facciano un ciclo in onore di Altman!

10:49 PM, novembre 22, 2006  
Blogger riccardo said...

e io quella videocassetta con lo stemmino di TMC me la terrei davvero sotto chiave.
Sono tornato bambino a veder una scritta...

questo film mi intriga, parto alla ricerca

ciao

11:59 PM, novembre 22, 2006  
Blogger Fabio said...

E adesso se il National Film Theatre non fa una bella rassegna su Altman vado a fare un sit-in. Avrei voglia di rivedere "Short Cuts", pero' su grande schermo. E' il suo film che preferisco. Vince di buona misura, su tutti gli altri, Nashville incluso.

Bravissima per avergli dedicato un post cosi' personale.

12:13 PM, novembre 23, 2006  
Blogger lophelia said...

Riccardo: pura archeologia mediatica!

buona ricerca e non ti dimenticare "L'australiano" (Susannah York anche lì!)

a presto

Fabio: purtroppo è venuto fuori un post molto lungo ma ormai l'avevo scritto...grazie a voi per essere arrivati fino in fondo! (spero di non averti fatto perdere di vista le mie ultime risposte ai commenti sul precedente, con il link che ti consigliavo)

1:00 PM, novembre 23, 2006  
Blogger Henry said...

ah i bei film anni settanta sempre in bilico tra psicanalisi e horror...questo non ricordo di averlo visto pero' leggendo delle atmosfere mi e' venuto in mente (non so perche') 0un altro film di quegli anni: "Don't look now" con donald sutherland e julie christie.

lo avete visto?

8:17 AM, novembre 24, 2006  
Blogger lophelia said...

Henry: non l'ho visto, chiederò a mia madre che è una mediateca vivente...con due attori così dev'essere un gran film!

9:21 AM, novembre 24, 2006  
Blogger Fabio said...

Lophelia, viste, grazie, il libro e' nella lista degli acquisti la prossima volta che torno a Milano.

Henry, ottimo film, impossibile da evitare se si vive qui. Tra l'altro il regista ando' a girare il film a Venezia con una serie di amici tra cui Robert Wyatt, il quale trasse ispirazione da quel viaggio per il suo primo disco solista.

4:28 PM, novembre 24, 2006  
Blogger Henry said...

lophelia: non so se e' un gran film...di certo a me e' rimasto dentro. ci sono delle immagini, dei rossi (non voglio anticiparti nulla) che ogni tanto mi tornano in mente. e poi c'e' Venezia...

fabio: vero, in inghilterra e' quasi un cult, ogni tanto lo danno e devo ammettere che vederlo in inglese e' tutta un'altra cosa...purtroppo la mia cultura musicale e', come sai, limitata...chi e' Robert Wyatt?

4:43 PM, novembre 24, 2006  
Blogger lophelia said...

Henry, Fabio: massì che l'ho visto!!! alle parole Venezia e rosso ho capito...il titolo originale mi aveva depistato perché in Italia è uscito con uno dei classici titoli demenziali: "A Venezia un dicembre rosso shocking"!!! tratto da un raccondo di Daphne du Maurier...
anche questo film l'ho visto per la prima volta da ragazzina e mi fece molta impressione!! e ogni tanto mi ritorna in mente qualche scena...davvero inquietante!

6:36 PM, novembre 24, 2006  
Blogger Carlo said...

Anch'io ho visto Images a 16 anni. E ha folgorato anche me.
L'ho appena rivisto. E' il film che rivedrei sempre.

Carlo

5:09 PM, giugno 17, 2008  
Blogger Carlo said...

Anch'io l'ho visto a 16 anni e mi ha folgorato. L'ho appena rivisto. Uno dei film più belli mai visti.

5:09 PM, giugno 17, 2008  
Blogger lophelia said...

ciao Carlo, grazie per aver condiviso questa cosa...è bello sapere di non essere l'unica ad aver amato questo film, sconosciuto anche agli estimatori di Altman!
torna presto su Fotosensibile.

10:24 AM, giugno 18, 2008  

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