09 settembre, 2009

La macchina del tempo

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2009

Sfogliando un po' di riviste prima di buttarle, ho trovato le prove di questo fantascientifico viaggio a ritroso nel tempo (vi conviene cliccare sulle foto per vederle meglio).
Aldilà di eventuali ritocchi chirurgici che la stessa Sharon Stone ammette di aver fatto (pentendosi, almeno dichiara), il miracoloso effetto "venti anni di meno in pochi anni di più" è palesemente dovuto alle progredite tecniche di fotoritocco digitale. La stessa Stone, che dalle interviste pare anche simpatica, ha dichiarato di recente che se fosse davvero come appare in foto andrebbe in giro sempre senza vestiti.
A parte tutte le considerazioni sugli stereotipi femminili che per stavolta bontà mia vi risparmio, queste immagini riportano all'eterno dibattito fotografico sulla caratteristica della fotografia di rivelare il vero contrapposta alla capacità di illudere, dibattito che ormai non può più porsi in questi termini. La fotografia afferma la sua verità - e forse l'ha sempre fatto ma in pochi se ne accorgevano.
Considerato che esistono persino fotocamere amatoriali con programma "snellente" incorporato, Barthes non potrebbe più dire che lo specifico di una fotografia è di affermare: "ciò è stato".
Forse è diventato: "vorremmo che ciò fosse". Sicuramente la fotografia sta perdendo la sua relazione privilegiata ed esclusiva con il passato, e questo a me un po' dispiace.

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8 Comments:

Anonymous artemisia said...

In effetti, è profondamente tragico.

10:14 PM, settembre 09, 2009  
Blogger Hari Seldon said...

Tutti discorsi: ammetti che non sei riuscita a rendermi più giovane e più bello...

8:46 AM, settembre 10, 2009  
Blogger lophelia said...

arte: contavo sulla tua partecipazione a questo lutto.

ric: è che ho troppo rispetto per i miei soggetti per far loro cose del genere...ma se vuoi tra pochi giorni potresti avere molti anni in meno:)

8:55 AM, settembre 10, 2009  
Anonymous Naima said...

C'è da chiedersi anche CHI i pubblicitari abbiano voluto per rappresentare il loro prodotto. Di certo non la bella cinquantenne senza photoshop che sarà adesso nella realtà Sharon Stone. Volevano resuscitare la Sharon ragazza di vent'anni fa? E a che pro mostrare una cinquantenne a seno nudo su Vanity Fair? Per vendere più copie ovvio, ma quali donne e quali uomini, al di là della curiosità voyeristica, hanno apprezzato questa patetica,falsa, messinscena dell'eterna giovinezza?

1:37 PM, settembre 10, 2009  
Blogger lophelia said...

Naima: benvenuta. Infatti, "chi?" è una bella domanda, come "per chi?". Un'astratta icona dell'impossibile da una parte, e dall'altra? per quale pubblico? a questa domanda è ancora più difficile dare risposta.

4:46 PM, settembre 10, 2009  
Anonymous Rob said...

Beh, arrivo tardi, e m'ero perso un bell'argomento.
Questo mi fa venire in mente che qualche tempo fa i giornali hanno "scoperto" che il miliziano di Capa era, diciamo così, un falso.
Beh, Capa non aveva Photoshop, e sui campi di battaglia ci andava sul serio, comunque.

Questo per dire che nella fotografia c'è, e c'è da sempre, la (sottile?) ambiguità di avere l'impatto dell'immagine reale senza necessariamente esserlo. In fondo, lo abbiamo sempre detto che puntare l'obiettivo verso qualcosa significa quanto meno astrarlo dal contesto.

Il problema della "realtà" di una fotografia è forse più presente con le manipolazioni del digitale, ma certo c'è sempre stato, in qualche misura - Photoshop è solo l'ultimo nella lista dei ritrovati.
E, detto di striscio, mi sembra un problema che Barthes liquida davvero sommariamente.

P.S. comunque, detto fra noi, anch'io pereferisco S.S. una bella cinquantenne. Specie le ultime due foto hanno un effetto "pelle di plastica" inquietante...

12:06 PM, settembre 14, 2009  
Blogger antoniodielle said...

Forse la fotografia prima del digitale qualcosa di "verità" ce l'aveva, e per questo godeva del diritto di testimone storico. L'eventuale "falso" era sempre possibile ma, al di là degli scarsi risultati, l'eventuale fotoritocco era sempre rintracciabile... Oggi la fotografia non ha più valore storico, come non ce l'hanno oramai tante cose (nessun cellulare avrà mai il valore di un frammento di Codice Sinaitico, per dirne una...) ed infatti tutto lo sforzo tecnologico in questo campo si concentra solo sull'estetica della foto... Come accade a tante altre cose... Boh? Sarà la solita deriva culturale dei tempi moderni? Comunque approvo la Stone, se è vero quello che ha dichiarato, mi sembra una persona consapevole del suo ruolo, e di non aver bisogno di colpire l'opinione pubblica con la sua bellezza per avere successo, visto che già ce l'ha. Gioca con la sua immagine, e la tecnologia glielo permette. Beata lei, potessi farlo io! O_O

1:35 PM, settembre 14, 2009  
Blogger lophelia said...

Rob: per certi argomenti non è mai troppo tardi:)
infatti, l'ambiguità c'è da sempre, solo che adesso prende sempre più spazio mentre si assottiglia sempre di più il legame con la "realtà".
Le tue riserve su Barthes le capisco, eppure mi conforta che la Camera Chiara continui a far parte dei programmi di studio delle scuole di fotografia...

antonio: divagando un po' mi viene da chiedermi come si evolverà il rapporto tra le immagini e la storia...ma a ben guardare, la parola scritta ha sempre avuto capacità mistificatorie, quindi forse la credibilità della storia non cambierà molto. Anche perché i libri di storia sono spesso pieni di illustrazioni più che di foto.

ps se vuoi un book alla Sharon, possiamo metterci d'accordo;)

1:56 PM, settembre 14, 2009  

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