Tastando le viscere
Insomma Torino mi è piaciuta, sì. Però non sono riuscita a "sentirla" di pancia. Forse perché si nasconde, o forse perché è davvero tutta di testa, anche se ogni tanto spuntava improvvisamente un sexy shop o sexy disco. Ma anche loro si confondevano in quelle strade tutte beige grigie e marroni, e alla fine sembravano negozi o uffici come gli altri.
posted by lophelia at 6:26 PM
9 Comments:
ma quanto mi piacciono queste tue foto d'interni! Come quella che ho appesa nel mio soggiorno :)
C'é la bellezza, il mistero di una intimitá violata con la leggerezza di un tocco che raramente si vede in foto simili, l'armonia di uno sguardo che si posa su oggetti di quotidianitá trasformandoli in segni che parlano di altro.
Questa quí é splendida.
grazie...non avevo pensato che potesse ricordare quell'altra, ma in effetti qualche assonanza c'è
(prima o poi mandami una foto del tuo soggiorno-con-foto, per vedere l'effetto:-))
Il barolo chinato, i gianduiotti, il ratafià d'Andorno, i baci di dama...
Si nasconde, è di testa, è ordinatina. Poi spunta il sexy shop, appunto.
La cioccolateria torinese, sia nei suoi locali, sia nei suoi prodotti è l'aspetto più carnale, corporale e materiale della città. In questo Torino ha una piacevolezza e una leggerezza che sa accogliere il turista o il semplice curioso.
Confermo anche io che Torino è di testa, forse troppo. E' una città in cui lo spirito positivistico (anche quello più acido) si scontra con quello misterioso e "spirituale-istico". E' la città di Piero Angela e di Tullio Regge, ma poi ti sbuca fuori Gustavo Roll Don Bosco e Faà di Bruno. Vedi i palazzi ordinati e puliti, ma poi in centro (e in altre strade poco centrali) ti spuntano effige e capitelli di draghi, mostri, animali, angeli, demoni.
Per chi guarda dalla Piazza della Gran Madre la città al di là del Po trova tre monumenti che si stagliano nel cielo: la mole, il palazzo "dito" di vago stile fascio (ma non lo costruì Mussolini anche se i torinesi sono convinti del contrario), il rosso campanile di una chiesa che credo sia San Massimo (ma non ci giurerei, dovrei documentarvi e confermarvi meglio). Tre simboli diversi che sembrano disegnare nel cielo lo scontro di "due-tre" forze.. tutte mentali, che trovano sfogo in tante cose materiali e spirituali di questo angolo d'Italia, che poi nel resto del paese si esprimono sotto altre forme.
Torino nel bene e nel male è un angolo d'Italia, uno dei più importanti, uno di quelli che inconsciamente ha maggiormente influenzato la penisola e le isole del nostro paese. La loro influenza inconscia, come tutte le cose sotterranee, fa credere ai torinesi di essere diversi dagli altri italiani... in realtà sono più italiani di tutti gli altri e non se ne accorgono.
arte: in questo mi ricorda un po' Vienna con i suoi negozi di intimo sorprendentemente osé, anche se in colori improbabili tipo verde mela.
pie: affascinante la tua analisi. Mi è sembrato che anche il barocco settecentesco delle chiese crei dei punti energetici che staccano dal razionalismo dell'impianto urbanistico.
Comunque da ciò che scrivi mi pare che tutto sommato tu non abbia un cattivo rapporto con la città, anche se dici di non esserti ambientato del tutto. Forse in qualche modo Torino riesce a farsi amare.
Se non fosse per l'acidità di molti suoi abitanti, sarebbe una città che mi andrebbe molto bene.
La perfezione non è di questo mondo purtroppo
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