30 settembre, 2009

E la libertà non viene perché non c'è l'unione



Eppure, mi starò illudendo, ma a me pare che l'unico fermento di ribellione allo status quo stia arrivando dalle donne. Non da tutte certo, perché in rete sembrano tante ma poi ti basta guardarti intorno per capire che molte vivono ancora su un altro pianeta: però è così, il fermento c'è, e una ribellione porta sempre qualcosa di nuovo. E gli uomini, quelli "perbene" nel senso che intendiamo noi qui dentro, non dovrebbero storcere il naso o girarsi dall'altra parte, perché da un qualcosa di nuovo rispetto a tutto questo anche loro non avrebbero che da guadagnarci.
Detto questo io vado via qualche giorno, "tira 'u sasso e ammuccia 'a mano" si dice al sud, ma tanto ne riparleremo.
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22 Comments:

Anonymous zauberei said...

Beh intanto in rete è vero le donne reagiscono.
A me pare che intorno alla Zanardo si stia davvero creando un movimento, un qualcosa, e me ne accorgo anche dalle reazioni ostili. Ricci che si incazza con Lerner per via delle Letterine.
Bisogna dacce dentro

5:39 PM, settembre 30, 2009  
Blogger lophelia said...

sì, i commenti al suo blog fanno capire tutto il malessere silenzioso che aspettava di trovare sfogo.
Assolutamente, bisogna.

9:45 PM, settembre 30, 2009  
Blogger CICCILLO said...

Sono stato molto combattuto sull'intervenire o meno su questo post.
Prima di tutto perché non voglio passare per quello che non sono, cioè il solito bastian contrario pessimista.
E poi perché in generale comincio a dubitare del valore del commentare in sé (oltre che del blog in sé, ma questo è noto), sempre meno efficace nel suscitare confronti di idee pervaso com'è dalla conoscenza personale che in qualche modo inficia sempre il dialogo e conduce a una sorta di svalutazione del commento stesso.
Tuttavia alla fine i blog che leggo son sempre gli stessi e dunque correrò un'altra volta questo rischio sperando di farmi capire.

Io sinceramente non valuto positivamente questo presunto nuovo movimento femminista o neo-femminista.
Non mi piace perché prende ispirazione da vicende in cui sono coinvolte donne che non stimo e non mi piace perché richiede una sacrosanta presa di parola maschile sulla questione della relazione fra sesso e potere ma lo fa ancora una volta creando una contrapposizione fra i sessi e presupponendo che tutti gli uomini siano uguali e in un certo senso tutte le donne pure.
Io non credo sia così.
Io ho tutti i problemi del mondo ma non c'entro nulla con il nostro presidente del consiglio, non ho nulla a che fare col suo perbenismo trasgressivo né con la sua cultura e la sua politica.
tuttavia non apprezzo neppure il genere di donne che gli stanno intorno, o gli sono state intorno.
trovo il loro atteggiamento poco interessante e tutto col senno di poi, siano mogli, figlie o amanti o escort.
addirittura Veronica lo tratta solo da malato aggiungendo "peccato, un uomo che ha fato così tanto...".
no, per me non ci siamo.
se la battaglia nasce da lì non mi interessa.
E inoltre: ma è proprio opportuno scatenare un'ulteriore offensiva nella guerra già aperta da tempo fra donne e uomini?
Non ci sono già abbastanza guerre aperte in Italia e nel mondo?
Dico guerre ideologiche, di idee, di stili di vita e di conseguenza anche politiche.
Io sinceramente, pur combattendone anch'io qualcuna, non ne vorrei aprire un'altra.
O meglio l'unica che combatterei senza esitazione, con le armi del pensiero e dell'azione quotidiana e non violenta ovviamente, è quella fra "politica della Relazione" e "politica dell'Io".
Laddove ovviamente la mia parte è la prima ed è largamente minoritaria a tutti i livelli.
Basti pensare a come uno dei principali esponenti di questa politica, Barack Obama in compagnia di sua moglie, sia osteggiato a tutti i livelli: da gli Iraniani e dagli Israeliani, dai Talebani e dai Russi, dalle banche e dalle industrie, dai repubblicani e dai democratici (sulla riforma sanitaria), dai razzisti e dai progressisti e chi più ne ha più ne metta.
La "politica dell'Io" (o al massimo del Noi) è quella vincente, certamente nel nostro mondo, ed è ben rappresentata da uomini e donne, a mio parere.
E il movimento che si oppone a questa politica è quello che mi interessa, se mai ne sorgerà uno, il movimento del Tutti e della responsabilità di ciascuno nei confronti degli Altri, questo è più o meno ciò che intendo per "politica della Relazione" e credo sia possibile declinarlo in tutte le questioni, sociali, ambientali, internazionali e sessuali.
E mi auguro che in questo movimento uomini e donne trovino la capacità di dialogare smettendola di tirarsi addosso le proprie debolezze e i propri deliri di onnipotenza individualisti che creano solo solitudine e violenza, certamente non trasformazione o liberazione o emancipazione.

Grazie dell'ospitalità e perdona la lunghezza.

Francesco

12:46 AM, ottobre 07, 2009  
Blogger lophelia said...

francesco, sono contenta che tu abbia scelto di commentare (a me poi non sembra che la conoscenza personale infici il dialogo e svaluti il commento, anzi, dovrebbe favorire la comprensione).

Nelle tue parole trovo la conferma dei timori velatamente espressi nel post: che anche gli uomini più "illuminati" si irrigidiscano e si sentano minacciati di fronte a questo malcontento (per ora non lo chiamerei movimento) femminile.

Entrando nel merito di quello che dici chiariamo alcuni punti.
"Non mi piace perché prende ispirazione da vicende in cui sono coinvolte donne che non stimo"
Io non credo che questa cosa "prenda ispirazione" da certe donne , neanch'io le stimo, e anzi secondo me sono state santificate ciecamente e fuori luogo, purtroppo anche dal Manifesto (e tu gli hai scritto in proposito, credo). Credo piuttosto che esse donne abbiano avuto la funzione di un reagente chimico, che abbiano fatto da cassa di risonanza per qualcosa che trae la sua origine altrove. A tal punto che, anche se esse hanno le loro colpe, vengono implicitamente condonate per il solo merito di fare da utili puntelli contro il sistema di potere di B. Come dire, in amore e in guerra tutto è permesso. Si può non essere d'accordo, ma bisogna riconoscere che solo questo genere di notizie ha finalmente concretizzato una qualche forma di opposizione, finora invisibile (psicoanaliticamente è come se ci fosse stato uno spostamento, tutto il dissenso e la ribellione che non riuscivano a venir fuori sul piano della politica si sono materializzati su quello del sesso).

Dunque la battaglia non "nasce da lì", come tu ipotizzi (e perché mai avrebbe dovuto interessarci, in tal caso?)
Nasce da altri malcontenti, ben evidenti leggendo la critica di Lorella Zanardo al modo dominante di rappresentare le donne nei media e leggendo soprattutto i commenti sul suo blog Il corpo delle donne.
Se tu lo leggi con attenzione, puoi vedere bene che non c'è in tutto questo nessuna volontà di creare contrapposizione tra i sessi (né tanto meno presupporre che tutti gli uomini siano uguali e tutte le donne pure).
Molti uomini intervengono su quel blog sostenendone gli argomenti: non hanno avuto paura e non si sono barricati, rimanendo abbastanza aperti da comprendere che la battaglia non è contro di loro - casomai contro quegli uomini che di quella rappresentazione e di quel sistema sono complici e sostenitori.
E, per finire, il tema della Relazione mi sembra centrale al discorso delle donne nel momento in cui vogliono farsi ri-conoscere per quello che sono realmente, uscendo dalle gabbie della rappresentazione mediatica o comunque stereotipata.
Io credo che se un uomo ritiene di non essere complice del sistema suddetto (a nessun livello, attenzione!) non deve sentirsi attaccato da questi fermenti di ribellione. Ognuno sia giudice di se stesso: e chi si sente attaccato si chieda se ha qualche colpa nascosta da espiare;-)
Altrimenti, perché/di cosa aver paura?
Sul serio, mi piacerebbe capirlo.

Il discorso non si esaurisce qui, ma ora ci dò un taglio. Leggo volentieri i commenti lunghi ma sul blog non riesco ad approfondire più di tanto (solo a
lanciare sassi, e vedere i cerchi nell'acqua...)

11:15 AM, ottobre 07, 2009  
Blogger CICCILLO said...

che memoria...

11:32 AM, ottobre 07, 2009  
Blogger lophelia said...

"niente resterà impunito", non ricordo chi lo diceva
:-)

12:09 PM, ottobre 07, 2009  
Blogger CICCILLO said...

comunque non penso sia paura.
rigidezza forse sì.
nel senso che per me esiste un mondo, il mio, fatto di uomini e donne con i loro normali conflitti.
e un altro mondo che mi è estraneo, fatto di uomini e donne con i loro modi di vita a volte conflittuali e a volte anche no, magari passando proprio da quelle immagini stereotipate di cui stiamo parlando e in generale da un femminile che si rapporta al maschile in quel modo lì.
questi mondi confliggono e io sto dalla mia parte, nel bene e nel male, nelle cose piacevoli e in quelle faticose.
poi se al loro interno qualcosa si rompe sono solo contento perché combatto quel mondo e me ne auguro la scomparsa e tutto può servire a questa scomparsa.
ma non mi sento coinvolto in questa diatriba, né come uomo né come cittadino.
Veronica ha suscitato il problema solo quando l'ha toccata personalmente (politica dell'Io).
ma il problema esisteva già da tempo, come mostra il documentario della Zanardo, ed è stato ampiamente gestito, voluto e controllato personalmente dal suo caro marito che "ha fatto tanto per il paese..."
eh, sì, ha fatto davvero tanto!

12:27 PM, ottobre 07, 2009  
Blogger lophelia said...

tu continui a parlare di Veronica e ironizzare sulle sue parole viene spontaneo, ma noi donne parliamo di noi, non di lei.

Tu senti che non ti riguarda perché continui a pensare ad una faccenda privata di B. e consorte, ma noi donne ci sentiamo coinvolte eccome, non dai guai di Veronica ma dal dominante pensiero-gabbia che scotomizza il femminile (oh, finalmente l'ho trovato anch'io il modo di usare questo verbo!) e del quale la vicenda è solo un esempio-pilota.
Immagina una Merkel o una qualche nostra ministra che fa le corna al marito con qualche fanciullo, pagato o no, e se il marito si lamenta tutti a dire (come ho sentito da più parti): "ha fatto bene!! che lo lasci per quello giovane!!"
Te lo immagini? No? Ecco, appunto.

E sia chiaro, non sto dicendo che sarebbe un bene: bene sarebbe che non ci fossero due pesi e due misure, come nonostante tutto continuano ad esserci per troppe cose.

1:00 PM, ottobre 07, 2009  
Anonymous artemisia said...

Vista dal di fuori, questa faccenda di Veronica, le escort di Berlusconi, le letterine... non vi so spiegare quanto mi appare estranea, triste, surreale nella sua irrilevanza.
Non c'entra, in fondo, nulla l'aneddotico, la vicenda personale di nessuno, neanche se è un capo di governo, in quello che Lorella Zanardo sacrosantamente sta cercando di fare: un'educazione, semplicemente, un'educazione di uomini e donne al rispetto di se stessi e quindi reciproco. Sembrerà una banalità detto così, ma in tal caso la banalità l'ho detta io, e non è da riferirsi al fermento che sta nascendo, che è sano, è giusto, è dovuto.
E io so che Francesco tu sei in buona fede, perchè ti conosco appunto, che se ti conoscessi solo dai commenti non ti risponderei nemmeno, non perchè tu dica delle stronzate, ma perchè credo che debba essere possibile riuscire a fare un commento senza tirare in ballo Berlusconi e le sue vicende nauseanti, e cercare invece di capire che lui è semplicemente un sintomo, un segno di un malessere, di una cultura che manca, di una non cultura che fiorisce, e che quindi bisogna andare oltre Veronica, oltre le veline, e cercare di lasciar parlare le donne o semplicemente lasciare che si mostrino, che dicano a modo loro come vogliono essere, e non come la tv, la moda, i media, il mercato vogliono che siano.

Scusate lo sfogo, quando ce vò ce vò.

10:23 PM, ottobre 07, 2009  
Blogger CICCILLO said...

sì, però non capisco cosa pensi che debba succedere, Lophelia.
non capisco cosa dovremmo dire in quanto uomini.
io ho sentito molte donne, in prima battuta, fare solo apprezzamenti pesanti su Veronica e commenti sfavorevoli.
io invece ci ridevo su e quasi la difendevo - ricordo bene la domenica di inizio maggio in cui lei si decise per il divorzio - sperando tutto sommato solo che questo danneggiasse lui.
il resto per me non esiste e la rete non significa purtroppo nulla, nulla di nulla.
se ci sono mille commenti in rete, da Lerner o Zanardo, per me son mille cose che non vengono dette nella realtà.
dirai che sono il solito
pessimista ma le stesse cose le leggo da giovani donne che sanno scrivere e pensare molto più di me.
per esempio qui:

clobosfera

secondo me senza un'idea chiara di trasformazione di sé e del mondo, senza una politica della Relazione declinata in qualche modo che tutti possano capire, le cose rimarranno sempre uguali.
e comunque se fossi una donna chiederei in primo luogo alle donne coinvolte in questo mondo di parlare, veline e compagnia bella.
e loro probabilmente ti direbbero che almeno sono libere di fare quello che vogliono invece delle islamiche costrette a portare il burka.
ecco io per esempio, come uomo, penso che invece sono tanto libere - cioè per niente - tanto quanto le altre.
come in quel bellissimo film iraniano, Il Cerchio, entrano ed escono da un'altra prigione e nemmeno se ne accorgono.

1:08 AM, ottobre 08, 2009  
Blogger lophelia said...

arte: solo una nota a quanto dici: magari B. fosse un sintomo, piuttosto è una causa scatenante. Ma a parte questo, ci siamo capiti.

francesco: come già detto non è una battaglia donne contro uomini. Piuttosto contro uomini e donne portatrici di un certo “pensiero”, e l’intento è quanto meno quello di ridimensionare quel mondo. Certo se tutti ce ne tiriamo fuori dicendo “tanto non mi riguarda perché io non sono così” non succederà niente.
Ma se il nostro dissenso lo concretizziamo forse qualcosa può succedere.
La rete per te “non significa nulla”, eppure anche la rete è relazione, intreccia e contamina idee che poi sta a noi passare a tradurre in azioni (ed io vedo in questo la "responsabilità di ciascuno nei confronti degli Altri" di cui parlavi ieri).
Molte persone ad esempio si stanno mobilitando con azioni coordinate contro le aziende che usano pubblicità offensive, ed hanno già prodotto degli effetti.
E ieri ero alla presentazione di un libro su tematiche simili, la sala era piena di donne e uomini, reali e non virtuali.
La TV poi non è la rete, ha molto più potere e mi sorprende che sia proprio tu a dimenticarlo, visti i discorsi sempre fatti in proposito – Il corpo delle donne ha raggiunto moltissime persone grazie ai due passaggi all’Infedele.
Io credo che l’idea di trasformazione di sé e del mondo ci sia già, e chiara, da parte delle donne che hanno iniziato a parlare. Non vederla significa non volerla vedere, scusa se mi viene il sospetto ma è anche perché le tue osservazioni sono già state ampiamente trattate nel solito blog già citato.
Si è già detto abbastanza anche sul tema delle donne che fanno certe scelte: sono libere nello spazio concesso dai condizionamenti, più o meno ampio a seconda degli strumenti che si hanno per difendersene. Ed il lavoro che si vuol portare avanti sta molto nell’affinare tali strumenti – dopodiché è chiaro che ci sarà sempre chi farà scelte che a noi non piaceranno, ma non è questo il punto.
Mi chiedo se tutta questa sfiducia non sia piuttosto un’avversione al cambiamento. Una non voglia di spendere energie, che il cambiamento richiede, perché costa energie credere in qualcosa ed essere pronti a cambiare coordinate di riferimento.
Ma dall’età della pietra qualcosa si è riusciti a cambiare, e ora sembra un buon momento per un altro passo avanti dopo molti all’indietro.

10:37 AM, ottobre 08, 2009  
Blogger CICCILLO said...

vorrei dire ancora un paio di cose e cercherò di essere sintetico:

- la questione S.B. secondo me è come la questione TV.
è la TV che rincoglionisce (e omologa, direbbe Pasolini) gli italiani o viceversa?
io la penso come Pasolini sia in merito alla TV che in merito a S.B., che poi sono in pratica la stessa cosa.
dunque su questo siamo d'accordo, non è un sintomo, è proprio il virus.

sul resto continuo a non capire che cosa si dovrebbe fare in quanto uomini o in quanto donne o in quanto tutti.
scrivere o sfogarsi sulla rete?
già lo faccio fin troppo.
firmare petizioni? o alle altre iniziative di cui tu parli?
non mi pare che ottengano grandi risultati.
a mio parere la faccenda del "corpo delle donne" è culturale e antropologica, tocca corde profonde, negli uomini e anche nelle stesse donne, e non a caso procede sempre su binari paralleli e confonde le idee.
sentivo da Lerner per esempio il vice di Feltri che se la rideva con la sua mascella sprezzante da bauscia:"...ma come voi della sinistra avete sempre difeso la libertà sessuale, i drogati, gli omosessuali e adesso vi mettete a fare i bacchettoni per le battute di S.B. sull'altra metà del cielo o per la sua vita privata"?

e d'altro canto leggevo ieri sera un'interessante intervista di una donna che è stata espulsa dal parlamento afghano dopo esservi stata regolarmente eletta.
diceva:
"Solo una nazione che si libera da sola potrà essere veramente libera."

11:46 AM, ottobre 08, 2009  
Blogger lophelia said...

non remare contro, ad esempio, sarebbe già qualcosa.

12:24 PM, ottobre 08, 2009  
Blogger CICCILLO said...

me ne guardo bene.

12:54 PM, ottobre 08, 2009  
Anonymous artemisia said...

...a questo punto ci starebbe bene un "stiamo dicendo la stessa cosa"

5:03 PM, ottobre 08, 2009  
Blogger lophelia said...

:D:D:D

5:32 PM, ottobre 08, 2009  
Blogger lophelia said...

interessante in proposito
questo articolo

12:19 PM, ottobre 10, 2009  
Blogger CICCILLO said...

pensa che ieri il mio amico B.A. stava proprio per scrivere una bella lettera al Manifesto in merito a quell'intervista.
a me è sembrata molto più assennata la Zanardo, nella pagina a fianco, che riflette anche su qualche distrazione delle donne di sinistra in merito alla cultura televisiva dilagante e finisce con parole di speranza nei confronti delle giovani ragazze di oggi.
invece la Fraire mi pare chiusa in un suo delirio di onnipotenza.
mi sembra francamente esagerato arrivare a dire:
". Quindi per un periodo devono solo abbassare la testa di fronte all'enormità dell'autorevolezza femminile, quella che riconoscono quando si rendono conto che in questo momento le donne sono arrivate, nella comprensione del mondo, molto più in là di loro."
Ma l'autorevolezza di chi? Di quali donne? Di tutte?
No, non ci siamo, a me pare che il pensiero di genere sia un po' un'arma spuntata.
Un conto è discutere e criticare gli uomini in quanto soggetti, politici e non, che usano il loro potere (quando ne hanno) per umiliare in vario modo le donne riportandole a una dimensione di corpo-oggetto o permettendo loro una carriera politica solo a partire dalla loro bellezza e/o disponibilità.
un altro conto è assolutizzare la questione creando, ancora una volta, una contrapposizione fra i sessi che induce giocoforza gli uomini in una posizione di difesa o di silenzio.
bontà sua, la Fraire ammette alla fine che in questo silenzio degli uomini c'è un mistero per lei inspiegabile.
ma subito riprende la posizione precedente riducendo il tutto a fenomeni depressivi o di perdita di autostima che necessitano assolutamente di terapeute donne con le quali affrontarli.
forse sarebbe il caso di riconoscere che esiste anche una complessità maschile, che questa non si esprime necessariamente nei percorsi psicoanalatici e che forse questa complessità già affronta la complessità femminile nella vita di tutti i giorni, in silenzio appunto, al riparo da questo genere di generalizzazioni che (al pari di un Ilvo Diamanti che scopre l'Italia nascosta dietro gli occhiali da sole con 15 anni di ritardo, bel sociologo!) nascondono solo, a mio parere, una grossa ignoranza dei fenomeno reali, belle e brutti, in atto nel nostro paese e non solo.
per i fan della personalizzazione specifico: non parlo di me.
secondo me il personale è politico ma solo nel caso di un uomo politico.
anzi solo nel caso di QUELL'uomo politico che noi tutti sappiamo.
dal momento che lui ha fatto del suo "personale" l'oggetto stesso della sua "politica".
diciamo che potremo ritenerlo uno dei frutti avvelenati dello slogan femminista di tanti anni fa.

12:46 PM, ottobre 10, 2009  
Blogger lophelia said...

francesco, immaginavo che avresti dissentito, ti rispondo un po' in corsa scusandomi per l'inesaustività: anche secondo me l'articolo non è condivisibile nella parte finale, quella sull'autorevolezza etc. etc. e un po' di delirio di onnipotenza francamente pare di scorgerlo. Sicuramente non è un modo per far incontrare i punti di vista.
Io trovo però che spieghi bene qual è il passaggio per cui le faccende private di chi ci governa diventano pubbliche. E non sono affatto d'accordo che il personale sia politico solo nel caso suo.
Come poi possa essere frutto avvelenato etc. non lo capisco, mi sembra mistificatorio quasi come
chi dice che le tette in tv sono colpa del femminismo.
Sono invece assolutamente d'accordo (se interpreto bene il tuo pensiero) nel dire che non serve una contrapposizione tra i generi (ma l'avevo già detto), anzi, se mai la comprensione delle reciproche complessità (e qualcuna ci prova, tra cui la Zanardo che è vero diceva cose più sensate sul M. di ieri). Per arrivarci però è necessario il superamento delle rigidità.
Concludo con un flash dal passato, un'assemblea in quarta ginnasio ('78-'79) un "compagno" al microfono che diceva: "l'emancipazione della donna non può essere scissa da quella della classe operaia", non voglio aprire un altro dibattito ma mi è tornata in mente e te la regalo, così.

1:22 PM, ottobre 10, 2009  
Blogger CICCILLO said...

sì, sono d'accordo col tuo compagno del ginnasio e estenderei, non ci può essere liberazione della donna senza una trasformazione che sia per Tutti, il "Tout-monde" come lo chiama Edoaurd Glissant.

poi ribadisco, QUELL'uomo lì ha creato una politica in base a sé stesso, alla sua persona e alla sua autobiografia.
e ha costretto tutti a personalizzare la politica e a farne spettacolo.
in questo senso ha rovesciato (se preferisci) lo slogan femminist, lo ha fatto inconsapevolmente certo ma col senno di poi io vedo che è così.
e francamente rimpiango quanto meno lo stile di quei politici dei tempi delle nostre assemblee che quanto meno erano sobri ed educati.
qui siamo di fronte (la scena con la Bindi è emblematica) a uno che ha perso i freni inibitori e, dimentico del suo ruolo istituzionale o quanto meno di una distanza dettata dalla cortesia, parla come se fosse a casa sua o al bar con gli amici o in un blog di quelli che conosciamo bene.
laddove in questi contesti (tranne il blog, non a caso) dalla donna offesa di turno almeno si sarebbe preso una bella borsettata sulla testa.
io, almeno per un po', tornerei a separare il personale dal politico, così come nelle nostre discussioni il personale dal merito.
poi dopo magari se ne riparla, quando siamo scesi sotto al livello di guardia.

3:49 PM, ottobre 10, 2009  
Blogger lophelia said...

mi riaffaccio per rimandarti al quarto commento di valeria a questo post

4:41 PM, ottobre 10, 2009  
Anonymous Anonimo said...

imparato molto

5:22 PM, novembre 26, 2009  

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