16 settembre, 2009

Mercoledì mattina

15 Comments:

Blogger rodocrosite said...

Un mercoledì mattina piuttosto concitato, mi par di capire dopo aver sentito l'audio, mentre solo a vedere le foto mi sarebbe venuto da dirti che quel lavoro non fa per te.

10:57 AM, settembre 16, 2009  
Blogger lophelia said...

ma in realtà no, anzi calma piatta: politicamente c'è fermento ma non abbiamo ancora le direttive.
La musica l'ho scelta per contrastare il grigiore dell'ufficio e della pioggia...

Il lavoro qualcosa "fa" per me, mi evita l'ansia del domani e di questi tempi non è poco (in assoluto sì, è poco)

12:02 PM, settembre 16, 2009  
Blogger Fabio said...

Foto meravigliose. Il quotidiano, anche quello piu' grigio che diventa poesia.

La musica crea uno stacco un po' violento pero' - non riesco a cogliere la sinestesia della tua scelta (il che forse e' voluto).

Il lavoro di ufficio, quello dalle 9 alle 5 (nel quale non ti porti il PC a casa per dire), trovo che generi un senso di ordine geometrico nella vita, al di la' del quale si puo' giocare con tutti i colori dell'universo.

Potessi tornare indietro, credo cercherei un piccolo impiego statale, in un ufficio postale, in un comune, con orari molto fissi. E poi proverei, come riesci a fare tu, a tirarne fuori la poesia, che c'e'.

1:14 PM, settembre 16, 2009  
Blogger lophelia said...

Fabio: a te credo sarebbe piaciuta di più la prima a cui avevo pensato: "No easy way down" dei Rain Parade, che avrebbe potuto nobilitare il grigiore delle foto trasformandolo in flusso ipnotico.
Ma il video che avevo trovato iniziava con una lunga intervista e ho lasciato perdere.

Mmmh, i pregi del lavoro pubblico come l'erba del vicino?...;-)tirarne fuori la poesia riesce solo per brevissimi istanti, ed è un mero esercizio auto-terapeutico.
Per fortuna ti resta modo di fare, poi, altro.

1:44 PM, settembre 16, 2009  
Blogger lophelia said...

beh, ad ogni buon conto

1:50 PM, settembre 16, 2009  
Blogger Fabio said...

Che dire, perfetta, e grazie per avermela fatta riascoltare dopo tutti questi anni. Forse sai gia' quanto amai i Rain Parade. E, a proposito di pioggia, la raccolta Rainy day, che del Paisley Underground fu il manifesto.

Il lavoro nel settore pubblico (che ho svolto brevemente quando ero obiettore di coscienza presso un comune) mi affascina nella sua onesta'.

Non so, forse si tratta solo di quel caso che conosco io, ma mi sembravano tutti persone normali, sane di mente, senza ossessioni per la carriera, la competizione.

A me non da nessun fastidio lavorare duramente, ma trovo orripilante l'office politics (che per fortuna da quando lavoro dal mio soggiorno ho tagliato fuori dalla mia vita, pfiu!). E nel settore privato hai perennemente a che fare con gente ossessionata dalla carriera.

(L'identikit tipo e': persona sposata senza piu' nulla da dire ai propri famigliari, che si rifugia nel lavoro per disperazione e passa la domenica pomeriggio a sparare in giro email).

4:39 PM, settembre 16, 2009  
Anonymous artemisia said...

Io ci vedevo il contrasto grigio scartoffia/colore cubano, piatto contro ritmo...

Mattina simile alla mia, solo che per oscuri motivi di politica aziendale dal mio ufficio su youtube non funziona l'audio (neanche un po' di musica...)

6:13 PM, settembre 16, 2009  
Blogger lophelia said...

fabio: metterei tutto ciò tra le cose migliori ripescabili dagli anni '80.
Per il resto, i caratteri da te descritti attecchiscono anche nell'habitat pubblico ma sono meno (solo a livelli alti) e meno esasperati, ed effettivamente la normalità prevale (anche se tutto è sempre molto relativo).

arte: esatto, quello. Mi fa piacere che almeno tu abbia còlto perfettamente i motivi della scelta.

10:49 AM, settembre 17, 2009  
Anonymous zauberei said...

Anche io anche io così! Con magari in sostituzione un biberon ma valla a fa na foto estetica et poetica col biberon

(ecco ci sarebbe una sfida da raccogliere: fotografie fiche, con oggetti con palese catalizzazione de pensieri poco fichi. Robert Capa nolli fotografava i pannolinieh)

Mi piace quella delle graffette e l'ultima co quel rosso li che non ho cpaito bene icchedè.

12:13 PM, settembre 17, 2009  
Blogger lophelia said...

zaub: infatti, facile con vite avventurose fare foto fiche...l'avrei voluto vedere il Capa alle prese colla stampante sempre incazzata, la quale stampante è il soggetto della foto con la spia rossa di allarme...vai col biberon e pannolini, la sfida continua:)))

1:06 PM, settembre 17, 2009  
Anonymous Anonimo said...

Lophelia,
devo diti che sono un pò perplesso quando si parla di soggetti "fichi", nel senso che la resa di un immagine non penso stia necessariamente supposta bellezza dell'oggetto che si para davanti ai tuoi occhi, ma nel modo in cui riesci a vederlo.
Precedentemente hai ampiamente dimostrato questo. Anzi, ce lo mostri anche in questa serie di foto che rendono in maniera molto esplicita un'atmosfera, senza bisogno di un inutile sense of wonder.
Noto anche che questa serie di immagini sviluppano una sorta di narrazione. L'indicazione di una colonna sonora accentua quest'impressione.
Tutto questo mi fa pensare ad un video. Non ci hai mai pensato?

Tra l'altro devo dirti che ho seguito con molto interesse i tuoi post precedenti, intorno ai quali si sono aperte delle domende piuttosto interessanti. Purtoppo l'assoluta mancanza di tempo mi ha impedito di partecipare alla discussione. Un vero peccato.

4:40 PM, settembre 20, 2009  
Anonymous Anonimo said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

4:41 PM, settembre 20, 2009  
Blogger lophelia said...

mauro, troppo buono...al video qualche volta ci penso, ma non ho la minima competenza tecnica in materia. Per fare un vero video il passo è grande, bisogna avere un forte senso del ritmo, credo. Potrei limitarmi ad animare una serie di foto e aggiungendo la colonna sonora, quello sì.
Grazie come sempre dei tuoi approfonditi punti di vista, il tempo anche a me spesso manca e infatti il blog ogni tanto langue.

5:08 PM, settembre 20, 2009  
Anonymous Rob said...

Belle, e anche in sintonia con quello che sto fotografando in questo momento.
Aggiungerei che mi è capitato di approfondire molto l'idea della foto come continuum narrativo al Festival della fotografia di Roma, quest'anno, dove il tema era proprio centrato sul confine tra foto e video.
Tema molto interessante, che tra l'altro (mo' faccio una figuraccia a non averla già conosciuta) mi ha permesso di conoscere l'opera di una fotografa eccezionale come Nan Goldin.

11:52 PM, settembre 20, 2009  
Blogger lophelia said...

Io mi son persa il festival romano, sai quelle cose che dici "ci devo andare ci devo andare" ma poi risucchiato dal gorgo della quotidianità non ci vai.
E invece ci volevo andare soprattutto per Nan Goldin, che anche per me è stata una delle scoperte fotografiche più emozionanti.

8:15 AM, settembre 21, 2009  

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