29 novembre, 2009

De qui s'agit-il?



Qualche mese fa, quando ho iniziato questo lavoro fotografico sugli stranieri da cui sono tratte le foto qui sopra, le uniche immagini ampiamente diffuse dei migranti erano quelle degli articoli di cronaca sui quotidiani: foto segnaletiche in cui chiunque di noi apparirebbe già colpevole prima di qualsiasi grado di giudizio.
L'immagine mediatica del migrante era una sorta di certificato di illegalità a priori. Salvo incappare in clamorosi autogol, come quello dei due rumeni accusati da tutti, certa stampa in primis, dello stupro della Caffarella e poi liberati all'arresto dei veri colpevoli: improvvisamente uno di quei quotidiani pre-giudicanti si accorgeva che K.R, ora scagionato, appariva "già così diverso dalle foto circolate in queste settimane"; e in piena crisi schizofrenica scrisse con sdegno che "non bastavano i pregiudizi sui romeni: K.R. ha pagato dazio anche alla fisiognomica per quella sua faccia da pugile".
Quelle parole, ci si preoccupava tra amici interessati al problema, rendevano quanto mai urgente guardare e soprattutto mostrare da vicino i volti reali dei migranti.
Poi un giorno, salendo in autobus, ho alzato gli occhi e ho visto una sfilza di volti di tutte le nazionalità, tutti con la stessa espressione, tutti carini, allegri e sorridenti. La costruzione sociale in positivo dell'identità dello straniero premeva a qualcun altro. Più che la Lega, poté  il mercato

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16 Comments:

Anonymous artemisia said...

Il punto è che la Tim, per vendere, li sceglie appunto TUTTI carini e sorridenti.
Quindi, neanche quelli, veri.

Comunque, sempre meglio delle foto segnaletiche.

2:49 PM, novembre 30, 2009  
Blogger Fabio said...

Posso dire, andando forse leggermente off topic rispetto al tuo bel post, che non sono cosi' scosso dai risultati del referendum svizzero? Dal punto di vista architettonico, ovvio. Nel senso che un minareto a Pontresina mi sembra stia bene tanto quanto una chiesetta svizzera a Riad...

Che poi abbiano votato in quel modo per motivi non architettonici e' ovvio, certo.

Ma quanto, un minareto costruito in riva al lago di Sankt Moritz, contribuirebbe all'integrazione?

Non voglio fare il provocatore eh, di una semplice considerazione estetica si sta parlando.

4:00 PM, novembre 30, 2009  
Blogger Fabio said...

A scanso di equivoci: sto parlando di minareti, non di luoghi di culto. Quelli ci devono essere per tutti i culti presenti su un territorio, ovvio, nel rispetto delle normative architettoniche che devono essere osservate da tutti: costruttori di stabili residenziali, luoghi di lavoro, luoghi di culto, sedi di partito, circoli tennistici, ecc.

4:04 PM, novembre 30, 2009  
Blogger lophelia said...

arte: e infatti, lì volevo arrivare: si rimbalza da uno stereotipo all'altro, senza guardare né vedere realmente. E certo, tocca dire sempre meglio, anche se è frutto degli stessi meccanismi.

fabio: quanto contribuirebbe? "semplice considerazione estetica"?...mi sa che non riesco a vederla in questo modo, mi sembra una decontestualizzazione forzata. Le tue riflessioni le capisco, eppure questo è un momento in cui l'estetica non può essere neutrale, così come il personale è per forza politico.

@tutti: abbiate pazienza, mi tocca mettere il filtro antispam perché strani batteri mi stanno colonizzando i commenti del blog.

8:04 PM, novembre 30, 2009  
Blogger Unknown said...

Le immagini in generale, le fotografie ancora di più, hanno una potenza devastante fuori dalla portata dello stesso fotografo.

Non ho mai amato la fotografia come manifestazione artistica proprio per questa sua forza, anche se intuisco e accetto chi della fotografia ne fa una passione, un lavoro o soltanto un hobby.

Ovviamente i mezzi sono tutti neutri, è nel fine che si nasconde la bontà o la malvagità del mezzo, in questo caso della foto-immagine.

Allo stesso tempo da troppi anni oramai in Italia si sta instillando nella popolazione il germe della paura. La paura del diverso, soprattutto dello straniero, sta assumendo oramai delle dimensioni abnormi.

4:57 PM, dicembre 02, 2009  
Anonymous artemisia said...

@Piepalmi: Scusa ma non mi pare affatto ovvio che i mezzi siano tutti neutri, anzi secondo me è vero il contrario: il mezzo "neutro" non esiste, come non esiste l'osservatore neutro.

@Fabio: Non sono d'accordo neanche sulla tua osservazione sull'opportunità architettonica (peraltro qui ti darebbero ragione in moltissimi, orrore un minareto sul fiordo...)
Come giustamente precisi, qui non si tratta di "starci bene" o meno, quanto del fatto che una comunità islamica è presente e deve avere diritto ad esprimere liberamente la propria cultura. È come se uno dicesse che a Riad non "sta bene" il campanile di una chiesa (e probabilmente qualcuno lo dirà).
A me pare che si debba usare il buon senso, a Pontresina come a Riad, più che il purismo estetico.Il minareto in una moschea a quanto ne so io non è un optional.

5:15 PM, dicembre 02, 2009  
Anonymous zauberei said...

Ogni tanto rivaluto la mano invisibile di Smith, per esempio la finzione sorridenta del non indigeno mi pare una gran cosa, è un nuovo modello possibile una rottura, Dio la benedica.
Sulla questione minareto, mah mi pare un'obbiezione reazionaria da un punto di vista estetico prima ancora che politico, che non di rado le cose vanno insieme. E' quella rottura di balle della postmodernità, è la famosa Piramide del Louvre, che a me piace proprio perchè sta li in mezzo. Non si farebbe mia niente scambiano il buon gusto con il conservatorismo.

9:20 AM, dicembre 03, 2009  
Blogger lophelia said...

piepalmi, arte: il terreno è dei più scivolosi. E' vero che la fotografia tende a piegarsi ai fini e alle intenzioni di chi la utilizza, ma è anche vero che neutra non mi sentirei di definirla. Tu stesso, Pie, le riconosci una potenza che va fuori della portata del fotografo. Senza contare che un'immagine è quasi sempre un'"opera aperta" all'occhio di chi guarda.

zaub: mi cogli impreparata... l'unico Smith che mi viene in mente è lo scrittore di romanzi dai titoli improbabili e dalle copertine piene di sagome che si stagliano su tramonti infuocati...

2:48 PM, dicembre 03, 2009  
Anonymous zauberei said...

Lophelia potresti ora dirmi ah si!
Ci sta Adam Smith, che è er padre dell'economia capitalistica. Uno che diceva che il libero mercato ci ha una mano invisibile che porta sempre le società verso il progresso anche quando i singoli membri operano per fassi licazz propri.
E infatti - se vede
:)

3:37 PM, dicembre 03, 2009  
Blogger lophelia said...

zaub: mentre leggevo il tuo commento è entrata una persona che mi ha chiesto: cosa ridi? e mi è toccato dirgli 'no è per via della mano invisibile di Adam Smith, sai' - confidando che ella laureatissima in economia capisse all'istante e infatti - mica come me. Non solo ha capito, ha anche detto "eh, vedi" come dire "noi ve l'avevamo detto".

3:59 PM, dicembre 03, 2009  
Anonymous artemisia said...

Lophelia, non è per fare la spaccacapelli (o spacca qualcos'altro) ma quando dici "E' vero che la fotografia tende a piegarsi ai fini e alle intenzioni di chi la utilizza, ma è anche vero che neutra non mi sentirei di definirla" non stai dicendo due volte la stessa cosa? Non mi pare una contrapposizione.

Adam Smith, ma certo. Una mia amica sta traducendo l'opera omnia in norvegese, qui finora l'hanno letto solo in inglese.
Non capisco come si possa.
Tradurlo, dico.

5:26 PM, dicembre 03, 2009  
Blogger lophelia said...

arte: la caratteristica di un mezzo di piegarsi al volere di chi lo usa mi porterebbe a definirlo in sé neutro. Per definizione "neutro" viene dato come "che non sta né da una parte né dall'altra", e allora mi pare che si possa usare per il caso in questione. Sicuramente sbaglio, in effetti il neutro in chimica rimane neutro se no si chiama acido o base. Quindi, che termine potremmo usare? Plasmabile? Polisemica? si badi che il significato di una fotografia non è deciso solo da chi la fa, o da chi la guarda, ma anche dal contesto in cui è posta.
Un po' come quella donna di un vecchio film di W.Allen che faceva "di tutto, con tutti e dappertutto". Lo so, non fa ridere, ma è che torno ora da un ennesimo incontro sulla fotografia e se essa abbia sempre detto il vero e continui a dirlo, o abbia sempre mentito e continui a farlo, e in definitiva è vero tutto e il contrario di tutto, ma questo è un altro post coming soon.

10:28 PM, dicembre 03, 2009  
Anonymous artemisia said...

Il linguaggio "neutro" non esiste, su questo sono sicura che siamo d'accordo. Io sto dicendo che la fotografia è un linguaggio (in questo senso, "mezzo" comunicativo), e che come tutti i linguaggi non è "neutro" nel senso che appartiene ad un contesto culturale, rispecchia le scelte e i valori (in italiano mi sembra di dire una parolaccia) di chi lo ha utilizzato e di chi lo recepisce.

Sto dicendo quindi che non esiste MAI un linguaggio neutro che poi viene utilizzato secondo una certa intenzionalità e quindi diventa non neutro, ma che l'intenzionalità è insita al linguaggio stesso.

Aspetto il prossimo post (vedrai come spaccherò!)
:D

8:52 AM, dicembre 04, 2009  
Blogger Fabio said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

11:22 PM, dicembre 04, 2009  
Blogger Fabio said...

Ma no dai, ritiro tutto.

11:42 PM, dicembre 04, 2009  
Blogger Claudia said...

arrivo un po' tardi per leggere tutti i commenti, ma in tempo per chiedere: come procede questa nuova mostra?

4:30 PM, gennaio 11, 2010  

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