20 giugno, 2012

Notturno indiano


" Che cosa faceva a Calcutta? "
" Fotografavo l'abiezione ", rispose Christine.
" Come sarebbe? "
" La miseria ", disse lei, " la degradazione, l'orrore, lo chiami come preferisce ".
" Perché lo ha fatto? "
" E' il mio mestiere ", disse lei, " mi pagano per questo ".
Fece un gesto che forse significava rassegnazione alla professione della sua vita, e poi mi chiese: " lei è mai stato a Calcutta? "
Scossi la testa. " Non ci vada ", disse Christine, " non faccia mai questo errore ".
" Pensavo che una persona come lei pensasse che nella vita bisogna vedere il più possibile ".
" No " disse lei convinta, " Bisogna vedere il meno possibile ".


Antonio Tabucchi, Notturno Indiano
(un grazie a Piepalmi, che mi ha fatto finalmente decidere a leggerlo)

05 giugno, 2012

Esistere, a prescindere.

"fin da subito bisogna assaporarsi, esistere a prescindere dai progetti di vita che stiamo perseguendo, per lasciar spazio alla perduta contemplazione del presente."

da "Non più servi" di Michele Poli, sui suicidi per la crisi, su XXD Rivista di varia donnità, n. 16