27 giugno, 2009

Il solito, grazie

Parto davvero, per le solite isole, anche se Internet non mi incoraggia: le previsioni del tempo per la prossima settimana non sono ottime (la mattina del mio arrivo è prevista la nuvoletta col fulmine), il vulcano borbotta ("ma non più del solito", dice il blog-notiziario) e in questi giorni il paese è stato lambito da un vasto incendio (anche quello è un classico del periodo).
D'altra parte l'alternativa sarebbe sorbirsi l'elettricità e gli sbalzi d'umore nei corridoi di Palazzo, di pari passo con le voci incontrollate sulle future facce di tutti gli uomini del presidente.
Parto comunque, facendo finta di non aver letto nulla, come se Internet non fosse ancora stata inventata.
A presto.
(un consiglio per chi lo vuole: andate a vedere Coraline e la porta magica, qualsiasi età abbiate)

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25 giugno, 2009

Poi vado nel Perù

Mi sono innamorata della leggerezza di questa vecchia canzone, attuale tormentone radiofonico. Sono alla scrivania a fare su cose di cui non avrei mai pensato di occuparmi (e forse non avrei mai dovuto...come diceva Moretti "parlo forse io di astrofisica?...") e nelle orecchie sento cantare "io parto per calcutta, poi vado nel perù".
Che poi, guardando il testo, verrebbe da dire: ma una via di mezzo? meglio avere il Luna Park e i musei... Shakespeare e New York... i libri e i nights ("ma anche" è meglio non dirlo)

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22 giugno, 2009

Addio cari compagni

Giovanna Marini canta Addio Lugano Bella. Prima aveva cantato questa, in ricordo di Ivan della Mea. Ad accompagnarla, il coro Modi del canto contadino del Testaccio di Roma, e alla fine anche il pubblico. Numeroso e molto vario per età.
Per quelle due ore in quel parco pareva che fossimo in un altro mondo.

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18 giugno, 2009

Morale della favola

In città per il prossimo ballottaggio a Sindaco abbiamo un candidato di centrodestra, e uno di centrosinistra che tutto sommato piace anche al centrodestra.
Vissero felici e contenti e a noi si allegano i denti, come leggevamo da piccoli sui Quindici.

16 giugno, 2009

Ce n'est q'un debut

"Sarebbe una sciocchezza affermare che non esistono più gli operai o i lavoratori, ma è chiaro che ciascuno di essi, di noi, ha finito per far parte di una trama di affetti e di relazioni sociali molto diversificate che ne condizionano anche la concezione del mondo, che producono saperi e un giudizio diverso (che nel passato) circa lo stesso articolarsi della società."
Francesco Indovina sul Manifesto, 14 giugno 2009
Non è che l'inizio, stavolta, di una mutazione irreversibile che forse un giorno darà dei frutti. Ma sarà difficile che la nostra generazione faccia in tempo a vederli.

10 giugno, 2009

Vite

Non faccio collezioni (e voi?) perché contraria all'idea dell'accumulo, ma se ne facessi collezionerei fotografie trovate al Mercato delle Pulci. Riesco a perdermi per delle ore in quelle scatole piene di vite passate.

05 giugno, 2009

Ho visto cose che voi umani



Ieri sera rivedevo in tv Blade Runner nella sua versione integrale ridigitalizzata etc. etc. (ma voi avete individuato le differenze dalla versione precedente?). Nelle pause della pubblicità, cambiando canale ho visto - e soprattutto sentito - fantascienza molto più pura. "Ho capito che c'era la crisi ancor prima che si manifestasse, sono volato negli Stati Uniti e ho spiegato quello che andava fatto per affrontarla, e loro hanno fatto come dicevo io" - tanto per dirne una.
Le navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione gli fanno un baffo.

02 giugno, 2009

Forma e sostanza




Alla Galleria dell'Accademia è stata da poco inaugurata "La perfezione nella forma". Robert Mapplethorpe in novantuno fotografie a confronto diretto con il Michelangelo del David e dei Prigioni.
Nel comunicato dei curatori si legge tra l'altro che il paragone è fondato su:
"...la ricerca di equilibrio, correttezza e nitidezza insita nella ‘Forma’ che tende alla perfezione attraverso il rigore geometrico dei volumi definiti dalla linea e scolpiti dalla luce. Dalle dirette parole di Mapplethorpe emerge esplicitamente il suo pensiero in merito:“Cerco la perfezione nella forma...Un soggetto piuttosto che un altro non fa differenza. Cerco di catturare quello che mi appare scultoreo”.
In questo senso esiste, e la presente mostra lo propone, un ragionato confronto tra Mapplethorpe e Michelangelo. ".
Al confronto Michelangelo-Mapplethorpe Francesco Bonami dedicava un capitolo (intitolato "Ammappelthorpe!") del suo libro "Lo potevo fare anch'io. Perché l'arte contemporanea è davvero arte", nel quale tra le altre cose scriveva:
"La sua fotografia viene paragonata ai disegni di Michelangelo. Ma non esageriamo. Oppure esageriamo pure, se così ci pare, ma non trasformiamo i derivati in materie prime, lo starnuto di un attimo nell'urlo del tempo. (...) Se però vogliamo proprio accostarli, si può dire che il percorso creativo dei due artisti è inverso. Il primo parte da uno stile classico per arrivare a una scultura quasi espressionista ante litteram. Il secondo prende avvio dalle espressioni del sottosuolo per arrivare a fotografie iperclassiche (...) Le immagini in bianco e nero (...) sono dei Michelangelo canovati o meglio ancora dei Canova zeffirellati".
Le foto di Mapplethorpe sono perfette, c'è poco da dire, ma le irriverenti definizioni di Bonami a me sembrano calzanti. E l'accostamento dei due artisti effettivamente stride, perché se dalle sculture di Michelangelo tensione e forza premono per uscire, nelle immagini di Mapplethorpe risultano congelate, cristallizzate: non tanto per naturale conseguenza del mezzo, quanto per le scelte tecniche e stilistiche.
Però tutto questo lo dico sottovoce, ché già a Firenze è raro che succeda qualcosa di artistico e una volta che c'è un evento interessante criticare pare brutto. E un po' anche per riguardo a Patti Smith che era all'inaugurazione, e io a vederla da vicino mi sono com-mossa e delle foto che le ho fatto non ce n'è una che non sia mossa.

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