31 gennaio, 2009

Senza giustificazioni



Imperdonabilmente, scopro solo adesso che i Marlene hanno fatto una cover di Impressioni di settembre...e che il primo maggio l'ha cantata con loro Claudio Santamaria!

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23 gennaio, 2009

Rock'n'roll is here to stay (forse)

"Bidibidobidiboo", Maurizio Cattelan 1996

"Come succede nella vita di un individuo, per il quale nel tempo vengono in primo piano dei valori e altri si appannano, anche per l'arte non possiamo che dire che qualsiasi valore è transitorio, rivedibile, reversibile.
...Ciò che si può concludere...è che l'opera deve porci una domanda, proporci una risposta, indicarci una via, scardinarci. Oppure divertirci come ci divertivano da piccoli tutti quei giochi che ci aprivano mondi nuovi."
(A. Vettese, "Ma questo è un quadro? Il valore nell'arte contemporanea")
Lo scoiattolo suicida nella cucina economica di Cattelan è un esempio. All'inaugurazione della nuova mostra di talenti contemporanei emergenti in Palazzo Strozzi non ne ho viste tante di domande, risposte e divertimenti: ma siamo comunque tutti felici che Firenze finalmente ospiti una programmazione continuativa di - udite udite!! -arte contemporanea. Ben vengano quindi a far aguzzare la vista i test optometrici-letterari di Migliora, il rinoceronte di Rivalta a fare gli onori di casa nel cortile fine quattrocento-quasi millecinque; e sì, ben venga anche
il milligrammo di ansia in flacone di Ialongo, se l'alternativa sono i macchiaioli.
Ci va bene (quasi) tutto, purchè l'arte contemporanea sia qui per restare.

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19 gennaio, 2009

Il mare, soprattutto

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Dalle parti del Rione Sanità

17 gennaio, 2009

Teste

Louise Borgeois per Capodimonte

Museo Archeologico

Ritratti e ritrattisti


Rosso Pompei

16 gennaio, 2009

Susanna al bagno

C'è stato un tempo in cui certe rotondità non erano il diavolo ma un canone di bellezza...

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Io e Capodimonte

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15 gennaio, 2009

Luci suoni odori voci





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14 gennaio, 2009

Ritorno

Non che sia stata in ferie fino ad ora, lunedì mattina ero già al lavoro. Un blitz più che una vacanza, un lampo, un flash.
Ho portato a casa meno foto di quante ne avrei voluto perché la ixus mi è morta, non ha retto, è scoppiata di luci voci odori suoni metropolitane gente dipinti sculture affreschi madonne sfogliatelle babbà. Attualmente è ricoverata in prognosi riservata e io sono disarmata, come l'anno scorso di questi tempi.

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08 gennaio, 2009

Via

Starò via qualche giorno per un microconcentrato di ferie.
A presto.

06 gennaio, 2009

Same old stories # 2

"Da quando non sto più con mio marito uomini ne trovo, ma solo per andare a letto...questo che vedevo ultimamente mi piaceva, ma col fatto che eravamo "amici" e lui si trovava così bene a parlare con me finiva che mi raccontava di tutte le altre con cui andava...però allo stesso tempo mi diceva che gli piacevo molto e così mi ha fatto male, ora sto cercando di non vederlo...e ingrasso, mi deprimo e non mi piaccio..."
Ha lo sguardo triste ma quando riesco a farla sorridere è bellissima, gli occhi sono neri e luminosi come solo al Sud sanno essere, la bocca rossa è resa ancor più sensuale dalla fossetta sul mento, il seno è pieno e rotondo.
Continuiamo a farci del male, nessuno in questo è bravo come le donne.

Un po' di senso

Nell'attesa di riuscire prima o poi a migrare verso il centro, ho provato intanto per un giorno l'ebbrezza di lavorare nel cuore della città. A differenza del quartiere, la sede centrale ha prevalentemente un'utenza di cittadini non italiani, comunitari e no. Superare l'iniziale timore di non riuscire a capirsi e aiutarli ad orientarsi nei mostruosi labirinti del sistema giuridico-burocratico italiano districando norme in continuo mutamento e fatte apposta per confondere chi le deve mettere in pratica è l'unico aspetto umanamente interessante del mio attuale lavoro. Lo so, rischio la retorica, ma guardarli negli occhi e vedere alla fine i loro sorrisi di ringraziamento è l'unica cosa che mi restituisca un po' di senso.
Poi ci sono altre cose buffe, come la signora di una certa età che al momento di dichiarare la professione mi dice: "beh, sono stata la prima istruttrice di volo in Italia, ma ora scriva pure casalinga", e si mette a raccontarmi delle foto aeree che faceva e sviluppava in camera oscura. Oppure la giovane donna agitatissima che vuole un estratto di stato civile e ne ha bisogno presto perché deve partire per la Nuova Zelanda e il documento le serve appunto per prendere la residenza laggiù. La osservo alzarsi e scappare in fretta con in mano un libro del costituzionalista Cassese, "Oltre lo Stato", e non posso fare a meno di immaginare un nesso tra lo studio di certe cose e la fuga in Nuova Zelanda.

01 gennaio, 2009

Ancora sul valore dell'Arte

Jackson Pollock n. 5 , 1948
"A prima vista si potrebbe pensare che questo artista dipingesse a casaccio, ma non era così. Come un cercatore di funghi, Pollock seguiva un percorso spirituale, un istinto, una direzione precisi, sapendo benissimo quando era giunto il momento dell'ultima goccia da lasciar cadere sulla tela distesa sul pavimento. Guardando oggi le tele di Pollock non si ha mai la sensazione di caos ma di quella stessa energia che si percepisce osservando una galassia o il sistema venoso del corpo umano.
...Ma perché un suo dipinto è oggi il quadro più caro del mondo? Forse perché un'opera di Pollock non è solo un pezzo della storia dell'arte, ma anche un pezzo di tempo esploso all'improvviso. Possederlo è come riuscire a comprare le impronte degli zoccoli del cavallo di Napoleone sul fango di Waterloo, l'inchiostro fresco della penna di Dostoevskj o, magari, una delle nuvole di fuoco uscite dalle Torri Gemelle l'11 settembre.
Aggiudicarsi un quadro di Pollock vuol dire comprare l'impossibile, il momento, l'istante. Non è il dipinto che ha valore ma il fantasma dell'artista che pare essere ancora lì, in piedi sopra la tela.
Allora, forse, 140 milioni di dollari non sono tanti per portarsi a casa l'anima di uno dei demoni dell'arte del Novecento, per avere davanti agli occhi, per sempre, quello che Pollock vedeva e creava, sotto le sue scarpe, in un istante."
Francesco Bonami, "Lo potevo fare anch'io. Perché l'arte contemporanea è davvero arte", Mondadori 2007

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