31 dicembre, 2009

Vivere, amare!

è il mio augurio a tutti per il 2010.

29 dicembre, 2009

La donna che visse due volte

A volte penso a quelle donne che mantengono lo stesso peso per tutta la vita. Che noia.
Vedersi sempre uguali allo specchio, non scoprire mai la sorpresa di una curva o un osso mai sentiti prima, o dimenticati da tempo. Non aver mai provato l'ebbrezza della conquista nella semplice prova di un abito aderente, e mai meraviglia nel vedere che esso segue una linea asciutta; d'altro canto, non esser neanche mai stimolate dalla mutevolezza di forme e volumi a rinnovare lo stile del proprio guardaroba, sperimentando creativamente inediti accostamenti.
Beh, secondo me qualcosa si perdono.

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24 dicembre, 2009

La voglia matta


Risentendo questo pezzo ho scoperto di avere una voglia matta di tornare a ballare. Ho scoperto anche che qualche amica ha lo stesso problema, per cui dovremo organizzarci per rimediare.

Ora, a parte chi non ama ballare, mi piacerebbe sapere se voi riuscite a trovare dei posti carini per farlo, con gente non troppo tirata e musica decente. Le situazioni migliori per me restano, comunque, le feste. Non tutte riescono allo stesso modo, ma di solito appena arrivi ti accorgi subito se l'energia è quella giusta. Le migliori le ricordo in case pericolanti di campagna, in una ex-falegnameria, in un centro sociale occupato. La peggiore in una villa affittata all'uopo.

E voi? Ricordate qualche situazione particolarmente divertente? Villa di lusso, centro sociale o festa sull'aia?

Nel frattempo buoni pacchetti, pranzetti, libagioni, panettoni.

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19 dicembre, 2009

Isolario

Isole Eolie, Salina vista da Lipari

"Depurare le isole da tutte le figure e le cose che le identificano come luogo della partenza-vacanza, restituisce al luogo e alla sua condizione di isolamento, quel senso rituale del pellegrinaggio verso l'infinito come ricerca di un diverso equilibrio tra noi e le cose del mondo." (Mimmo Jodice, Predrag Matvejevic, "Isolario Mediterraneo")
Periodicamente l'Isola ritorna nei miei sogni. Cambia la luce, il moto ondoso, la prospettiva. A volte predomina l'acqua, a volte la terraferma.

L'isola nelle interpretazioni "accademiche" rappresenterebbe l'Io cosciente, circondato dal mare dell'inconscio. Nel mio caso credo che l'aspetto inconscio prevalga, sognando di un luogo frequentato sin dalla prima infanzia (periodo della vita in cui la coscienza non è ancora formata).
Sono comunque sogni che pescano da acque particolarmente profonde, e mi lasciano sempre un qualcosa di difficilmente traducibile in parole.
"I pesci di profondità sono noti per essere particolarmente vulnerabili a qualsiasi disturbo di tipo ambientale o antropico a causa del loro lento processo di sviluppo, estrema longevità bassa fecondità e lenta crescita" (dal sito Tutelafauna.it)
E voi? Compare mai un luogo simbolico nei vostri sogni?
(E una domanda per Zauberei, sulla scia del dubbio seminato col suo ultimo commento due post fa: ma la coscienza può essere sognata?)

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17 dicembre, 2009

Storia

Per memoria, ma soprattutto perché è un pezzo bellissimo.
http://www.youtube.com/watch?v=THdgOlsykNk
e in quest'altra versione forse ancora più bello.
http://www.youtube.com/watch?v=jlL2u8nv4tY

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13 dicembre, 2009

Buiolucebuio

"In quanto simbolo del sogno, il sole arreca la coscienza. "Vi era sole nel mio sogno" - ciò che vuol dire il massimo della coscienza, chiarezza per coloro che volevano veder chiaro. Quando il sole si alza sull'orizzonte del sogno, psichicamente parlando si fa giorno; e quando cade il crepuscolo, l'inconscio riprende i suoi diritti".
Ernst Aeppli, "I sogni e la loro interpretazione"

A voi succede mai di sognare luce e buio insieme?

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11 dicembre, 2009

Se non ora, quando?


"abbiamo una grande maggioranza, stiamo lavorando per cambiare questa situazione con la riforma costituzionale"


Non so voi, ma da quando ho sentito queste parole io non riesco a smettere di pensarci. Non è la prima volta che vengono dette, ma stavolta il contesto in cui sono state pronunciate e le altre parole che le hanno accompagnate rendono tutto più grave.
E non riesco a capire come intorno a me le persone possano tranquillamente parlare di mattonelle in gres porcellanato, delle temperature in calo o di ricette di cucina o anche dell'ultimo libro o film. E come certe radio possano parlare d'altro.
A me viene istintivo pensare a quali e quante sono le persone vicine che condividono i miei timori, e immaginare di ritrovarmi con loro in situazioni apocalittiche da rifugio antiatomico, con una verosimiglianza tale che arrivo a chiedermi se chi ha figli sarebbe dei nostri o si immolerebbe per loro ad un'altra sorte, uniformandosi all'ordine nuovo.
Magari domani rimuoverò, ma intanto saremo scivolati ancora un altro bel pezzo avanti. Non dobbiamo più chiederci, leggendo i libri di storia, "come hanno fatto a non reagire".

08 dicembre, 2009

Fotografare con lentezza


In una gita a Milano è rientrata, fuori programma, questa mostra di Gabriele Basilico. Fino ad un po' di tempo fa le sue foto mi sembravano fredde, solo di recente ne ho capito la profondità e la complessità psicologica e culturale.
"Lentezza dello sguardo" è la bella espressione da lui stesso usata per parlare del suo lavoro.

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07 dicembre, 2009

Intervallo