28 aprile, 2008

Le cinque abitudini





Finalmente raccolgo il testimone da Dandapit per un meme che prescrive di raccontare cinque abitudini personali. Mi sono resa conto che viene fuori un ritratto di persona molto futile, vabbe' se ne erano già resi conto tutti ben prima di questo meme. Come mio solito non nomino nessuno per proseguire, chi vuole prenda pure ispirazione.
Prima abitudine, partendo dall'alto: la mattina devo prendere in successione mediamente rapida almeno tre caffè di cui il primo è un tazzone equivalente a tre tazzine. Farebbero dunque circa cinque caffè nel giro di un'ora-un'ora e mezzo. Però poi per il resto della giornata non ne prendo più.
Seconda abitudine: quando vedo delle riviste di moda originali e particolari, di solito estere, non resisto dal comprarle anche se costano una sassata. Non le compro per la moda ma per le fotografie.
Terza abitudine: per guadagnare cinque minuti di sonno mi trucco sul treno, a rischio asimmetrie cromatiche correggibili in extremis nel bagno dell'ufficio.
Quarta abitudine: quando sono in albergo devo sempre fotografarmi allo specchio del bagno, credo sia un fatto di proteggere la coesione dell'identità dal transito nei non luoghi, come diceva quello.
Quinta abitudine: dopo la doccia, prima di andare a letto, un massaggio con l'olio ayurvedico riequilibrante dei dosha, che poi non capisco come fa un'essenza sola ad andare bene per tutti
se i dosha sono tre diversi e ognuno li ha in misura diversa, però fatto sta che quest'olio che si chiama ambrosia è buonissimo e riequilibrante per davvero e da quando me l'hanno regalato la prima volta non l'ho più smesso.

25 aprile







Arriviamo verso le cinque, sul palco due ragazze cantano "la casa è di chi l'abita e vile è chi l'ignora, il tempo è dei filosofi la terra è di chi la lavora" ma inizia una pioggia leggera che le zittisce. Parlano il sindaco e l'assessore da sotto un grande ombrello. Dopo il sobrio applauso finale l'attenzione dei pochi si distrae, sul palco rimasto deserto sale un bambino che si aggrappa al microfono silenzioso con versi da rockstar. La poca gente rimasta si consola con il vino, i baccelli e il pecorino. Tutti parlano con voci sommesse, o stanno in silenzio. Ma non ci sono facce scure, piuttosto sorrisi malinconici. E il sorriso felice del bimbo che ha avuto in regalo l'intero mazzo dei palloncini della festa.

27 aprile, 2008

Giorno

Notte

21 aprile, 2008

Primo mare





15 aprile, 2008

This is the end

14 aprile, 2008

L'amour l'après midi

Lavanderia self service

Giuseppe Tornatore fotografo

G. Tornatore, foto di scena dal film "La leggenda del pianista sull'oceano"

G. Tornatore all'inaugurazione della mostra

Al Museo Nazionale Alinari della Fotografia fino al 15 giugno una bella mostra di fotografie del regista Giuseppe Tornatore, dagli scatti neorealisti della Sicilia fine anni '60 alle foto di viaggio più recenti, passando per le foto di scena sul set dei suoi film.

10 aprile, 2008

Blade runner

Filo della lama è il punto d'equilibrio tra il possesso di sé e il darsi all'altro.

09 aprile, 2008

Sondaggio

Sentirvi dire "Ti voglio" da qualcuno che vi piace vi fa solo piacere o anche paura?

08 aprile, 2008

Ragazza ad una festa - 1999

07 aprile, 2008

Fuori dai denti


Voi come vi sentireste se vi succedesse una cosa del genere?
Un anno fa decido di farmi un sito ufficiale di fotografia. Mi rivolgo ad un'associazione di giovani fotografi della mia città che organizza corsi e mostre in collaborazione con le istituzioni fiorentine, perché mi sembrano bravi. Davanti al preventivo esito, mi viene proposto uno sconto perché le foto piacciono - penso sia un modo di dire ma forse non è una bugia, visto il seguito. Il lavoro viene bene, e soddisfa me e loro. Mi si promette di pubblicizzare il sito e una mia imminente mostra tramite la newsletter dell'associazione: tutto ciò non verrà mai fatto, ma fin qui pazienza - anche se mi sono chiesta il motivo.
Nel mio
sito si trova una sezione con un lavoro intitolato esattamente "Relazioni", che ho mostrato in parte anche tempo fa qui sul blog: un lavoro fatto nel corso degli anni su coppie di amici, amanti, fratelli e sorelle e su come i loro legami possano leggersi nel linguaggio del corpo e delle espressioni. Adesso, a distanza di un anno da quando è stato fatto il sito, scopro che la suddetta associazione inaugura in città una mostra dal titolo "Relazioni", pubblicizzata con la foto in bianco e nero di una coppia di ragazze in primo piano.
Certo quello delle relazioni è un tema universale, certamente era un'idea che poteva venire a chiunque, sicuramente la loro interpretazione sarà diversa dalla mia: ma voi non vi incazzereste un po' lo stesso? dato che il mio lavoro innegabilmente lo avevano visto, forse potevano almeno chiamare il loro progetto in un altro modo, evitare questa spudorata analogia.
Scusate lo sfogo infantile, della serie "Maestra, Ciccio mi ha copiato!"...
Relazioni, a volte pericolose.

05 aprile, 2008

So che a Lei non gliene fregherà nulla...

"So che a lei non gliene fregherà nulla" dico al libraio porgendogli i dieci euro "ma l'autore è stato mio professore di lettere al liceo". "Davvero?" per un secondo circa il libraio riesce a simulare un genuino interesse. Poi passa a spiegarmi che il libro è appena uscito ed è in bella vista perché questa è la settimana dedicata alla casa editrice DeriveApprodi, mentre io vorrei spiegargli quanto quel professore in un solo anno scolastico ha segnato per sempre il nostro modo di pensare e di parlare, mettendoci in guardia dalle trappole dei luoghi comuni e facendo luce su tante altre cose che non avremmo mai trovato nei testi scolastici. Ma non dico nulla, ringrazio soltanto e prendo la tessera fedeltà per i bollini-sconto e poco dopo in treno inizio a leggere il libro, ritrovando nelle parole l'eco di quella voce di tanti anni fa.

"Altro". La parola, con l'iniziale in maiuscolo, ebbe un certo fascino negli anni Settanta, grazie agli scimmiottamenti nostrani di Lacan (...) Al giro di boa degli anni Novanta se ne registrò un'altra ondata: il protagonismo degli immigrati nelle prime lotte per il riconoscimento dei propri diritti trascinava con sé anche scorie letterarie e linguaggi snob. E ci fu un epoca di "incontri con l'altro", "rispetto dell'altro", e simili (...) Guai se l'altro si avvicina, se cambia abito, se, soprattutto, si concretizza e si declina perciò al plurale, o al singolare preceduto da un articolo indeterminativo: gli altri, un altro. Scattano allora, per lo più, riflessi assimilazionisti (come si permette di rimanere così altro?), stereotipi inconfessati (le nigeriane battono, le colombiane ingoiano ovuli di coca, gli albanesi meglio lasciar perdere), risentimenti (chi lo autorizza a rubarmi un simbolo e a sostituirlo con la nuda presenza?). L'altro in questo modo non è soggetto che agisce, ma è oggetto dello sguardo. L'incontro con l'altro non è occasione di conoscenza e di arricchimento, ma di nobilitazione (meglio, di esibizione di una nobiltà preesistente). Quando l'altro si sottrae come oggetto e si afferma come soggetto, smette di essere tale, e diventa l'albanese, la spacciatrice sudamericana, l'infido levantino."(Giuseppe Faso, "Lessico del razzismo democratico - Le parole che escludono", ed. DeriveApprodi)

Real Men

Mai sottovalutare le conseguenze di un vinile di Joe Jackson.

01 aprile, 2008

Portishead in concerto