30 giugno, 2008

Ultimamente prendo il treno tutti i giorni



e mi piace (quasi sempre).
E' come premere il tasto Pausa. Per un'oretta al giorno posso permettermi di leggere, vagare con la mente, o anche non fare e non pensare a niente. In treno la mia asocialità tocca livelli massimi, spero sempre di non incontrare nessuno che conosco che mi rovinerebbe questo piacere.

Afa



27 giugno, 2008

A sangue freddo ma anche no

Argomento difficile, dove nessuno ama sentirsi dire cosa fare e ognuno fa poi comunque di testa propria. Comunque. Anche se il sesso asettico non esiste, per proteggere se stessi e gli altri dal prezzo di fastidi anche minimi è più sicuro usare il profilattico che non usarlo. Quindi come promesso faccio eco all'appello di Morgan per ricordarne a tutti l'importanza.
Anche se si sa che a mente fredda
è facile ricordarselo, quindi ricordiamoci soprattutto di ricordarcelo quando è il momento.

22 giugno, 2008

E' scoppiata l'estate

Tanto per fare il verso ai peggiori quotidiani, locali e non.

Luce calda

Percorsi, formazioni, concrezioni

Seguendo l'onda generata dai vostri commenti al post precedente ho scoperto l'esistenza di un libro interessante, che vorrei cercare e leggere quanto prima: Daniel Dubuisson, "Formazione dell'Io. Dalle saggezze antiche alla conquista della personalità".
Grazie dunque per aver orientato la bussola.

15 giugno, 2008

Fonti energetiche

L'inquietudine sentimentale può essere un carburante creativo di grande potenza. In compenso la felicità ci mantiene compatti, consentendoci di concentrare le energie senza sprechi.

09 giugno, 2008

Glamour anti-glamour

Cordula Reyer, 2005 - foto di Bettina Rheims


la mostra ai Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia

Nello scorso fine settimana ho visto una mostra veramente trasgressiva, come non mi capitava da quando vidi per la prima volta Mapplethorpe nel 1983. La fotografa è Bettina Rheims. Le immagini, esposte in grandi dimensioni, con un linguaggio di rara perfezione estetica parlano di secoli di pittura e scultura, ma soprattutto parlano della Donna. Della coercizione alla bellezza e della fragilità che affiora sotto la patina della perfezione. Delle regole del glamour e del suo stravolgerle.
Di un'identità estetica non più codificata, dove la bellezza si mescola al difetto, il trucco alle rughe, l'eleganza degli abiti d'alta moda ad una trasparenza di vene bluastre sulla pelle di un seno o di una caviglia.
Una zona franca dove lo spettatore è spiazzato, e il soggetto (Beatrice Dalle, Tilda Swinton, Kristin Scott Tomas, Milla Jovovich tra le altre) non più costretto/protetto dal consueto packaging, sperimenta lo smarrimento di una nuova libertà.

E' la prima volta, forse, che un nome famoso della fotografia infrange uno dei più grandi tabù moderni.
La mostra non è più visitabile, ma per capire meglio leggete qui e cercate il libro da sfogliare qui.
Bettina Rheims è sempre stata una grande, forse ne riparleremo presto.

04 giugno, 2008

Se mi accarezzi

"se mi accarezzi conosco la tua anima ne inseguo gli incanti, ne bevo le orme
e posso stare nei gorghi, accarezzare le trappole, le tagliole
la tua anima è questa che respiro,
questi nervi, queste ossa, questa muscolatura
io ti incontro a lungo prima di vederti"

(Chiara Guarducci, "La carogna")

02 giugno, 2008

La lungimiranza


Convegno sul solito e stra-dibattuto tema del passaggio dall'analogico al digitale in fotografia e dei cambiamenti connessi e conseguenti. Partecipano: un collaboratore di testate specialistiche esperto di collezionismo e attrezzature fotografiche, un fotoreporter di guerra, un fotografo che si è di recente fatto aprezzare nei circuiti dell'arte contemporanea italiani ed esteri, un critico d'arte.
L'esperto si accanisce a dimostrare la superiorità dell'attrezzatura analogica e la maggiore qualità delle relative immagini nonché la garanzia di resistenza nel tempo della pellicola a fronte della volatilità dei files, e sottolinea il tutto con una sorta di anatema predicendo che i CD masterizzati in casa non sono eterni e le immagini archiviate lì sopra un giorno spariranno. Il fotoreporter di guerra continua su questa falsariga spalleggiando l'esperto sulle virtù insostituibili delle attrezzature e dei supporti analogici, e vanno avanti così per un bel po' esaltandosi a vicenda. Il fotografo artista e il critico vanamente tentano di spostare il discorso sulla fotografia nel senso di linguaggio, e noi siamo tutti con loro e vorremmo urlare ai primi due: "e fateli parlare, c****!" ma il fotoreporter non molla facilmente la parola e per sostenere le sue tesi arriva a paragonare la fotografia ad un paio di occhiali. Per lui è tutto lì: chi porta gli occhiali aspirerà a voler con essi "vedere" la realtà nel migliore (?!?) dei modi, che evidentemente per lui coincide con la maniera più nitida.
Che dire, di fronte a tanta miopia.
Consoliamoci con le belle immagini del
fotografo artista (per chi ha tempo e pazienza perché il sito ci mette un po' a caricarsi).

01 giugno, 2008

Caro diario