30 settembre, 2009

E la libertà non viene perché non c'è l'unione



Eppure, mi starò illudendo, ma a me pare che l'unico fermento di ribellione allo status quo stia arrivando dalle donne. Non da tutte certo, perché in rete sembrano tante ma poi ti basta guardarti intorno per capire che molte vivono ancora su un altro pianeta: però è così, il fermento c'è, e una ribellione porta sempre qualcosa di nuovo. E gli uomini, quelli "perbene" nel senso che intendiamo noi qui dentro, non dovrebbero storcere il naso o girarsi dall'altra parte, perché da un qualcosa di nuovo rispetto a tutto questo anche loro non avrebbero che da guadagnarci.
Detto questo io vado via qualche giorno, "tira 'u sasso e ammuccia 'a mano" si dice al sud, ma tanto ne riparleremo.
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25 settembre, 2009

Cuore di pixel

Moira Ricci - Autoritratto - “20.12.53 - 10.08.04”

Chi ha detto che con l'avvento del digitale la fotografia sta perdendo la sua relazione privilegiata ed esclusiva con il passato?
L'avevo detto io qualche giorno fa nel post "La macchina del tempo", ma qualcosa che ho visto ieri mi costringe a rivedere queste parole.

Tra le opere esposte alla mostra "Realtà manipolate" presso il Centro di Cultura Contemporanea la Strozzina di Firenze c'è questo lavoro di Moira Ricci (qui sopra una delle immagini).
Apparentemente è una serie di fotografie dall'album di famiglia: in tutte compare
la madre dell'artista (recentemente scomparsa come si intuisce dalle due date che danno il titolo alla serie), raffigurata in diversi periodi della sua vita.
Ma ad un esame più attento tutte le foto rivelano la presenza di un'intrusa: l'autrice ha inserito se stessa, abilmente mimetizzata, puntualmente persa in un'intensa contemplazione di quella madre che non c'è più.

"Moira Ricci guarda alla realtà nel tentativo di travalicarne la dimensione spazio-temporale, incontrando virtualmente la propria madre in diversi momenti della sua vita e prima della sua improvvisa scomparsa. Con la manipolazione digitale dell’immagine, l’artista sopprime la distanza temporale e, attraverso le foto di “cronaca familiare” si volge al passato della madre e contemporaneamente al proprio presente e alle proprie origini", dice il testo critico.
Nel post di qualche giorno fa, in una cosa non mi ero sbagliata: nel dire che davanti ad una fotografia manipolata il "Ciò è stato" barthesiano diventa un "Vorremmo che ciò fosse".
Ma col passato, come la mettiamo?
Guardate qui tutta la serie delle foto, che tra l'altro a me sembra essere proprio un raro caso di quella sintesi mente-cuore di cui parlava Fabio pochi giorni fa.

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23 settembre, 2009

Non sembri così scontato

Ma l'imminente pedonalizzazione di piazza Duomo annunciata a sorpresa lunedì scorso dal Sindaco in Consiglio Comunale è di destra o di sinistra?

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22 settembre, 2009

Lo diceva anche Julio

Nell'ottobre del 1987 avevo da poco compiuto ventitré anni, erano le sei di mattina ed ero appena scesa dal treno che mi riportava da Berlino quando comprai all'edicola della Stazione questo numero di Marie-Claire. Quel titolo "innamorarsi a 40 anni" di sicuro non lo notai neanche perché non mi riguardava, ma non è solo per questo che ora mi fa sorridere: è che un titolo così su una rivista di oggi sarebbe proprio improponibile. Se i motivi di questo siano tutti buoni non so, ma in ogni caso mi sembra senz'altro meglio così.

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20 settembre, 2009

Basta con questa lenta agonia

Centro popolare autogestito, sabato sera

Gli ultimi due film che ho visto al cinema sono stati Le ombre rosse e Cosmonauta. Non perfetti sicuramente, criticabili soprattutto se non si ha il cuore a sinistra, a me avendocelo sono piaciuti e li consiglio anche, avvertendo solo che si dovrebbe andare a vederli muniti di pistola, o forse meglio senza proprio perché alla fine si sarebbe fortemente tentati di usarla (contro se stessi) e finirla con questa lenta agonia della sinistra, bravissima ormai solo a far commuovere.

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16 settembre, 2009

Mercoledì mattina

12 settembre, 2009

Altre voci, altre donne

09 settembre, 2009

La macchina del tempo

2003

2004

2006

2009

Sfogliando un po' di riviste prima di buttarle, ho trovato le prove di questo fantascientifico viaggio a ritroso nel tempo (vi conviene cliccare sulle foto per vederle meglio).
Aldilà di eventuali ritocchi chirurgici che la stessa Sharon Stone ammette di aver fatto (pentendosi, almeno dichiara), il miracoloso effetto "venti anni di meno in pochi anni di più" è palesemente dovuto alle progredite tecniche di fotoritocco digitale. La stessa Stone, che dalle interviste pare anche simpatica, ha dichiarato di recente che se fosse davvero come appare in foto andrebbe in giro sempre senza vestiti.
A parte tutte le considerazioni sugli stereotipi femminili che per stavolta bontà mia vi risparmio, queste immagini riportano all'eterno dibattito fotografico sulla caratteristica della fotografia di rivelare il vero contrapposta alla capacità di illudere, dibattito che ormai non può più porsi in questi termini. La fotografia afferma la sua verità - e forse l'ha sempre fatto ma in pochi se ne accorgevano.
Considerato che esistono persino fotocamere amatoriali con programma "snellente" incorporato, Barthes non potrebbe più dire che lo specifico di una fotografia è di affermare: "ciò è stato".
Forse è diventato: "vorremmo che ciò fosse". Sicuramente la fotografia sta perdendo la sua relazione privilegiata ed esclusiva con il passato, e questo a me un po' dispiace.

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07 settembre, 2009

Fisica della sovversione

"Il corpo con la sua consapevolezza gioiosa e insieme dolorosa, la sessualità, le implicazioni della dimensione fisica dell'esistenza, temi in bilico tra il piano intimo e quello politico del vivere, hanno trovato spesso, in Italia, come unica risposta culturale la rimozione, l'imbarazzo, o uno snobistico disinteresse. L'imbarazzo del corpo, questo non saper bene cosa fare del proprio corpo. non è solo un retaggio cattolico ma anche di certa sinistra, di quella sinistra astratta e troppo intellettuale e spesso irrisolta, sul piano fisico, quanto un ragazzino dell'oratorio. (...)
In un simile imbarazzato vuoto, le nuove destre non hanno faticato a impadronirsi del corpo, dell'immaginario che sta intorno a esso e del suo universo simbolico. Lo hanno fatto nel loro modo distorto, sciovinista, grottesco. Eppure lo hanno fatto. Da una parte, imponendo il modello di un corpo esibito nei suoi aspetti più narcisistici e mercificabili: fuori e dentro la televisione un'orda di corpi lucidi, patinati, anonimi, ridotti a pura prestazione anatomica, interscambiabili tra loro proprio come i protagonisti di un reality show. Dall'altra parte, imponendo un nuovo codice corporeo in politica: ecco che il corpo del politico populista si fa rampante, bassamente allusivo, colmo di una volgarità inaudita eppure, ahinoi, vivo."
Così Marco Mancassola sul Manifesto (l'articolo integrale qui).
Anche Lorella Zanardo dal suo "Il corpo delle donne" auspica una (ri)scoperta del corpo nelle sue potenzialità rivoluzionarie.
Io la mia l'ho detta più volte, ad esempio qui.
E voi cosa dite? Non è il caso di trovarlo, un modello da opporre al corpo della destra?
E magari proporlo nelle scuole al posto di una presunta "educazione fisica" che spesso, nel premiare la pura prestazione (almeno un po' di anni fa era così) non fa che accentuare la separazione della persona dal corpo.

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01 settembre, 2009

Centrifugato di Biennale