29 luglio, 2006

Cose che mi fanno stare bene


La mia nuova digitale non fa delle immagini bellissime: ma il suo essere davvero piccola rende molto più naturale fotografare le persone in situazioni estemporanee.
Tutt’altra cosa dalla Reflex, insostituibile per "andare all’osso" del soggetto ma talvolta paralizzante sia per il fotografo che per il fotografato.

Così mi diverto a portarla sempre con me, sto diventando un incubo per gli amici e piano piano anche per gli estranei...ma riesco meglio ad avvicinarmi fotograficamente alla cosa che più mi interessa: lo scambio.
In questo momento non ho voglia di fare analisi nitide e distaccate né di comporre la realtà in forme perfette, ma piuttosto di entrare dentro le situazioni. Dentro la vita, come si diceva qualche post fa. Alla ricerca di uno sguardo che mi restituisca un po’ di verità. Qualcosa con cui nutrirmi per un po’, come assimilare un grammo di mondo. Può essere anche il sorriso un po' appiccicoso di un suonatore di fisarmonica nel sottopassaggio che ti chiede un bacio, o lo sguardo trasparente del fruttivendolo del Banco del Pensionato che ti fa i prezzi buoni.
Senza l’ingombro del pesante scudo/arma della Reflex tutto questo passa più facilmente, almeno con gli estranei. Non sono grandi foto, ma spesso la gente mi interessa più della fotografia.

Penso spesso che l’ideale (reale, forse, in un qualche futuro) sarebbe fotografare per mezzo di un sensore innestato nell’occhio, che catturerebbe direttamente l’immagine senza altre mediazioni. E allora, a quel punto che differenza ci sarebbe tra fotografare e vivere?

26 luglio, 2006

Il diavolo, probabilmente


La prima sera che ci siamo annusati non ci volevo credere che il diavolo potesse odorare di camomilla. E invece.

23 luglio, 2006

Absolut Weekend









Venerdì festa superalcolica. Alla festa del sabato solo acqua ghiacciata. Bere alle feste mi sta venendo a noia. Più che altro scontare il down del mattino dopo. Ho sempre meno voglia di fare una cosa lì per lì piacevole ma che so già che dopo mi farà star male. Solo in amore non riuscirò mai a maturare questa saggezza, neanche campassi 1000 anni.

21 luglio, 2006

L'Incontro


Il terzo giorno il Maestro è sceso tra noi, mostrando il suo volto più umano. Si è concesso al contraddittorio, e mi ha permesso di fargli un vero ritratto. Dato che non può esistere un ritratto che renda esaurientemente il soggetto (qualsiasi fotografia, per quanto ben riuscita sarà sempre un'interpretazione soggettiva, perdipiù transitoria), arbitrariamente decido che un ritratto è "vero" quando dice qualcosa di un incontro.
Traccia fotosensibile di una corrente di energia che in quel momento è passata tra fotografo e fotografato. "Ciò è stato", direbbe Roland Barthes.

19 luglio, 2006

Provocazioni

"E' arte la fotografia? Chi lo sa? E in ogni modo se non lo è, peggio per l'arte!"

(nella foto Ferdinando Scianna durante il workshop, piazza del Duomo, Massa Marittima)

18 luglio, 2006

Implicazioni


A Massa Marittima sono stati tre bellissimi giorni di totale immersione nella fotografia. Il Grande Maestro ci ha ipnotizzati, catturati nella sua rete fatta non di fredda tecnica ma di intrecci tra fotografia, filosofia, etica, politica e soprattutto vita, perché la fotografia deve essere implicata nella vita - una delle cose più belle che ha detto.
E' stato come farsi sommergere e trascinare da una colata lavica. Un magma di cultura vera, non da intellettuale polveroso, nutrita oltre che di libri di amicizie viscerali(tra gli altri Sciascia, Vazquez Montalbàn e Henri Cartier-Bresson) e di esperienze, il tutto divorato e restituito in amalgama come quella salsa di pomodori spalmata sulle tavole per mangiarci sopra i taglierini che lui fotografava giù al suo paese, Bagheria.
E il tutto restituito con i toni contrastati della sua luce, i bianchi accecanti e le ombre chiuse del sole siciliano (quel sole "da cui ci si deve difendere"), contrasti netti come le sue affermazioni provocatorie, i gesti che non ammettono replica, e allo stesso tempo l'autoironia, lo spietato senso dell'umorismo e la perfetta coscienza della relatività del tutto...
Ho avuto come compagni di corso persone tutte simpatiche, interessanti e interessate alla fotografia, con cui è stato bello condividere le giornate dalla colazione alla cena in un rigenerante bagno di energie nuove.
Ritornata venerdì sera, subito risucchiata nel tritello quotidiano (una festa con conseguente alterazione emotivo-alcolica, problemi di vario tipo sul lavoro, multa per divieto di sosta...). A tirarmi su resta, come le ultime tracce di un doping nel sangue, il ricordo del lusinghiero giudizio di Scianna sulle fotografie che ho osato sottoporgli ("non sono benevolo" aveva voluto avvisarmi, e io: "siamo qui per questo").
Conclusione: dovrei fare più fotografie. Da cui l'implicazione: dovrei vivere più vita.
(Nella foto: Ferdinando Scianna durante il workshop)

09 luglio, 2006

Sintesi


Rieccomi! Mi siete mancati...
In sintesi: la montagna è stata per me riposo, noia, emozione e fatica.
La noia direttamente proporzionale al riposo nella gabbia ovattata dell'albergo e nello stare fermi a contemplare i pur bei panorami.
L'emozione direttamente proporzionale alla fatica nelle escursioni in luoghi mozzafiato, sentieri da vertigine dove alla tua sinistra c'è la parete rocciosa che si innalza ripida verso il cielo a perdita d'occhio e a destra lo strapiombo della valle.
Smarrimento estatico per lo sguardo, disorientato dalla perdita delle sue coordinate abituali.
Confermato, la montagna è bella ma non fa per me. Non avrei resistito mezza giornata in più.
Domani parto per la seconda parte delle ferie, un workshop fotografico con Ferdinando Scianna.
Non voglio vedere nulla di verde per un po'!!

Nel bosco


Di tutta la vacanza questa è la foto che preferisco. E' il bosco come me lo figuravo da piccola leggendo le fiabe, immaginando di perdermici, di trovare una casina disabitata con la tavola apparecchiata e un piatto di minestra fumante, oppure la trappola dell'orco da cui inventare espedienti di fuga con infantile furbizia, il bosco dove improvvisamente si apre una radura dove fermarsi a fare merenda in compagnia degli scoiattoli, il bosco vivo.

Alti e bassi


Il bagno del Rifugio Firenze, 2037 metri di altitudine.

Il Sassolungo, una delle vette più belle, visto dall'albergo.


L'arrivo ai piedi del Sassolungo prima del cammino in salita per raggiungere il Rifugio Vicenza a 2256 m.



Percorsi nel parco naturale Puez-Odle, altitudine media 2500 m.

01 luglio, 2006

35° all'ombra



In partenza per l'esperimento Val Gardena, vi lascio con la ricetta della granita di caffè. Non verrà proprio come quella che si trova in Sicilia ma per queste temperature è comunque una merenda ideale!L'avevo preparata per Fabio che oggi era da queste parti ma non siamo riusciti a farla rientrare nel tour intensivo S.Casciano - piazzale Michelangelo - Salviatino - Stazione F.S. e così dovete accontentarvi della mia garanzia.
Un buon viaggio a Fabio e anche se quando tornerà sul blog saranno passati un po' di giorni voglio comunque ringraziarlo di cuore per l'ottima compagnia, per aver condiviso pensieri e pezzetti di vita davanti ad un piatto di panzanella, per avermi fatto immaginare Londra riuscendo a evocare situazioni e sensazioni meglio di un film, e infine per la bellissima musica che sto ascoltando grazie a lui. Grazie Fabio!!
Granita di caffè
per 4 persone circa:
150 g di zucchero semolato, due bicchieri di acqua, sei tazzine di caffè ristretto
Mettete lo zucchero in una casseruola con l'acqua e portate ad ebollizione. Togliete dal fuoco ed incorporatevi sei tazzine di caffè molto forte, rimestando con un cucchiaio di legno; lasciate raffreddare completamente. Versate poi il composto in un contenitore basso e largo e tenetelo in freezer per qualche ora (circa tre o più, a seconda della temperatura esterna), rimestando ogni 30 minuti.
Consigliatissima l'aggiunta di 200g di panna montata dolcificata con zucchero vanigliato.
Buona settimana a tutti!