28 febbraio, 2008

"non gli sfugge il lato rosa?"

In città è comparsa la nuova campagna pubblicitaria di un noto quotidiano locale. Questo è uno dei manifesti. Il colore rosa, la scritta in alto a sinistra e la fotografia suggeriscono chiacchiere, frivolezza. Poi leggi le notizie sulla prima pagina e dici: "no, un momento, ricominciamo da capo".
Cos'è che non gli sfugge, esattamente? Forse ci vogliono dire che sono attenti alle donne?
Un capolavoro di comunicazione. Il messaggio comunica moltissimo, forse non proprio quello che intendevano loro.

19,45 Fi-Nord

27 febbraio, 2008

Sway

26 febbraio, 2008

Una sera a cena





22 febbraio, 2008

OniricaMente

"Dopo qualche settimana in queste condizioni capii che c'erano altre due cose, oltre al mio occhio sinistro, che non erano paralizzate: la memoria e l'immaginazione".
Lo scafandro e la farfalla, un film bellissimo e visionario.

19 febbraio, 2008

Arti e mestieri


L'ho sempre pensato. Che il mestiere sia restaurare madonne e santi, risanare arti contusi o impastare pizze, le carezze di chi lavora con le mani sono un'altra cosa.

17 febbraio, 2008

Le notti bianche





E' tanto tempo che non mi ubriaco, anche se dalle foto non sembra.

14 febbraio, 2008

Ultime visioni

Ieri ho visto Caos Calmo. Mi è piaciuto, ma non è corretto dire che è un film con Nanni Moretti. Nanni Moretti E' il film.
Quanto alla famosa scena con la Ferrari andrò a leggermela nel libro perché non abbiamo capito alcune cose.

12 febbraio, 2008

Pesci

"In estate siamo pesci" hai detto raccontandomi casa tua sul mare giù, un mare vicino quello di casa mia ma ancora più giù. Di quella frase ho seguito l'eco dentro, fino alle prime estati mie, e li ho rivisti.
Li vedevo, sempre a mare, guizzanti lustri d'acqua e neri di sole, occhi neri capelli neri, rincorrersi di voci gridate in un dialetto oscuro e familiare mentre noialtri a riva spalmati di creme aspettavamo il permesso della mamma per fare il bagno.
Sulla tua pelle li ho rivisti.
E di nuovo, la sensazione che ogni incontro sia la tessera ritrovata di un mosaico, ogni volto un frammento da reincollare nel puzzle del passato.

11 febbraio, 2008

Bring on the night, I couldn't stand another hour of daylight

E voi, quale momento della giornata preferite?

07 febbraio, 2008

Arbusiana

La prima volta le ho viste una decina di anni fa. Da allora ogni tanto le incontro per strada.
Sembrano uscite da una monografia di Diane Arbus. Non hanno più i grembiulini neri con i colletti bianchi. E' normale, è passato tanto tempo da allora. Finché non le vedi in faccia non te ne accorgi, perché vestono sempre come una coppia di bambole: identici abiti fuori moda, nastro in tinta nei capelli tagliati pari.
Quando si voltano colpisce il contrasto con i volti seri e fuori dal tempo, cristallizzati in un'età indefinibile. La mascella dura, lo sguardo imperscrutabile degli occhi azzurro chiaro. L'espressione è uguale. Sono un'unica entità.
Pagherei per fotografarle di fronte, ma non oso chiederglielo.
Me le immagino, per tutta risposta, senza aprir bocca tracciare per aria la scritta "Redrum" all'incontrario.

06 febbraio, 2008

Post autoironico e cine-citazionista


chissà se qualcuno riconosce la citazione.

04 febbraio, 2008

BLUE VELVET

technical data: Canon Ixus 960 IS - 1600 ISO - 1/15 sec. f 2,8

02 febbraio, 2008

3 - Curami! (meglio di un medicinale e di una storia infernale)

Che la lezione ha funzionato anche se hai dormito te ne accorgi alla fine, quando ti alzi in piedi. Ogni volta è una sorpresa, ogni volta l'organizzazione del corpo è diversa a seconda del lavoro fatto. A volte ti senti leggero e slanciato verso l'alto, a volte sei piantato e radicato al suolo, altre volte flessibile in ogni parte e altre ancora senti una spinta propulsiva che parte dai piedi fino alla testa, e ti ritrovi a guardare molto più in alto del solito sulla linea dell'orizzonte.
E nei giorni successivi la lezione continua a sedimentare, piano piano, in nuove sensazioni all’interno del corpo. Si cominciano a riconoscere istintivamente le posture errate, perché ci disturba la loro scomodità; si scopre che stando seduti in ufficio si può far passare quel dolore alla cervicale muovendo la curva lombare in un certo modo, perché nel corpo tutto è collegato. Sembrerebbe una cosa ovvia, ma finora non lo era. Una delle cose più belle del Feldenkrais è che insegna a curarsi da soli nei momenti di crisi, facendo affidamento su quanto abbiamo di più tangibile e “a portata di mano”: il corpo.
Non sto dicendo che questo metodo è la verità, la via e la vita. Ne parlo perché negli ultimi anni a me è servito moltissimo, e mi viene da condividerne l’esperienza.
La mia descrizione è molto semplificata, se vi interessa trovate altro
qui, e in particolare nella sezione approfondimenti.

2 - La rivoluzione comoda

Quello che si fa durante la lezione non sono esercizi. Non si tratta di allenare il muscolo o stirarlo. All'inizio si fa un movimento con una sola parte del corpo: lo stesso movimento gradualmente si arriva a farlo con il corpo intero, scoprendo le connessioni tra le parti.
I movimenti vengono provati in molte varianti, anche in quelle meno naturali. Questo per far sì che il corpo riconosca la differenza e impari a scegliere istintivamente il modo giusto.
L'istruttore raccomanda di fare movimenti piccoli, perché facendo meno si sente di più. Di stare comodi e non fare fatica: perché, anche se a scuola nessuno ce l’ha mai detto, nella comodità si apprende meglio.
Durante la lezione spettano delle lunghe pause di riposo e di ascolto dei cambiamenti. Se sbadigli è un ottimo segno. Anche se ti addormenti va bene, stai imparando lo stesso.