Notte, il mercato di San Lorenzo nero lucido di pioggia, un silenzio irreale rotto dal rumore di un auto e una moto che si inseguono e poi dagli spari, la moto sbanda, si rovescia, dall'auto scendono uomini vestiti di nero che continuano a sparare, uno dei due motociclisti ferito di striscio scappa, l'altro si accascia sui gradini della Chiesa. La moto brucia, gli uomini neri se ne vanno.
Dal portone di San Lorenzo escono Mario e Milena che corrono verso Maciste, ucciso dai fascisti.
Carlo Lizzani, regista di "Cronache di poveri amanti", oggi ha 88 anni; ieri era a Firenze nel cinema più bello della città a presentare
un libro sul suo film, agile nel corpo e nello spirito così come Giuliano Montaldo,
accanto a lui, che di anni ne ha 80 e che nel film impersonava Alfredo, marito di Milena che morirà in sanatorio per le conseguenze di un pestaggio fascista.
Raccontava Lizzani che in origine doveva essere Luchino Visconti a trarre un film dal libro di Pratolini (ma una storia così, nel linguaggio estetizzante di Visconti non si riesce proprio ad immaginarla). Ora, dice, gli piacerebbe poterlo rifare in versione fiction per la Tv: ma par di capire che rimarrà un suo sogno, e magari anche nostro.