Forza
1. La giornalista e l'attrice arrivano da me all'ora di pranzo. Ho preparato prosecco e tartine, il tempo per l'intervista sarà poco, poi la giornalista dovrà ripartire e lascerà l'attrice alla seduta fotografica.
Nel suo libro, di imminente uscita per una importante casa editrice, l'attrice parla del corpo - del suo, ma anche di tanti altri. Di una guerra durata quarant'anni tra il suo corpo e il resto del mondo. Una guerra per cambiarlo, disciplinarlo, restringerlo, ridurlo a forme prestabilite. Una guerra in cui alla fine ha vinto il corpo, che si è fatto accettare e amare per com'è naturalmente. E adesso comparirà sulla rivista di moda più famosa del mondo.
2. La madrina del progetto, che mi ha chiesto di fotografare il backstage del set fotografico, ha un viso bello, la pelle bianca e i capelli neri fermati da un fiore. E' impegnata nella prevenzione dei disturbi alimentari. Piccola di statura, le curve morbide, nelle interviste racconta i suoi problemi di bulimia e di non accettazione di sé, il senso di disagio risalente a quando era piccola e più rotonda delle altre bambine, la deriva autodistruttiva. Adesso è alla guida di questa onlus che per il secondo anno, con partnership importanti, realizza un calendario coinvolgendo donne "comuni" e alte istituzioni. Una delle quali, guardandosi nel panno color crema in cui l'hanno avvolta per la foto si lamenta un po' di parere uscita da una macchina per gelati - ma alla fine sorride. Intorno, visi e corpi di tutte le età e di tutte le taglie posano, messe in posa dal fotografo, insieme alle statue della loggia dei Lanzi.
Intanto la madrina dice a qualcuno che ha intenzione di portare il progetto ancora più "in alto".
Penso alla spinta che muove queste vite, a quanto una sofferenza forte possa invertirsi in una altrettanto forte voglia di riscatto, traducendosi in energia per raggiungere un obiettivo. A chi giudica superficiali i problemi legati all'aspetto esteriore, e a quanto invece grande deve essere stata la sofferenza di queste donne per portarle alle conquiste di oggi.
E penso a quanto si potrebbe fare nel mondo con tutta questa energia, liberata dal primario falso obiettivo-trappola del doversi far accettare dal mondo.