Un tempo per ogni cosa
Lascio il blog, non so ancora se per un po' o per sempre. Troppe altre cose in questo momento mi richiedono energie.
Confido di non perdere i contatti con chi è interessato a mantenerli. In ogni caso, la mia e-mail è nel profilo. Ringrazio tutti, commentatori abituali e saltuari, lettori silenti.
A chi legge da Torino, consiglio una mostra che sta per iniziare. Non è una mostra d'arte. Si intitola "A noi fu dato in sorte questo tempo 1938-1947", e per me ha un valore particolare oltre a quello storico - uno dei "giovani amici" faceva parte della famiglia di mia madre.
Un'ultima cosa: economisti e pubblicitari da qualche tempo non fanno che far gargarisimi con la parola "Etica": se ne può dedurre che cercheranno di fotterci in modi più sofisticati e sottili di quanto abbiano fatto finora. Non abbassiamo la guardia, mai, per nessuna ragione. Vi lascio, comunque in ottima compagnia:
"Si allontanò sorridendo, ma subito tornò indietro preoccupato. '"Ma oh, mi raccomando: questo è uno sfogo che ho fatto a lei in confidenza, perché so che lei la pensa come me."
Sorridendo d'intesa, e come per giuoco, domandai "E come la pensiamo, noi due?".
"La pensiamo che zac". E mosse la mano in semicerchio: a mietere, a decapitare. E di nuovo sorridente, si allontanò.
Per la verità, da anni non mi avveniva di pensare che - zac - ci fosse da mietere, da decapitare; e che un simile pensiero o vagheggiamento, in me spento, tanto rigogliosamente germogliasse in un commissario di polizia, anche se celato, non avrei creduto. Ma tante cose avevo perso di vista; di tanti mutamenti non mi ero accorto, di tante novità. E non soltanto io: anche la gente che incontravo ogni giorno era nella mia stessa condizione. Ministri, deputati, professori, artisti, finanzieri, industriali: quella che si suole chiamare la classe dirigente. E che cosa dirigeva in concreto, effettivamente? Una ragnatela nel vuoto, la propria labile ragnatela. Anche se di fili d'oro."
Leonardo Sciascia, "Todo modo"
Confido di non perdere i contatti con chi è interessato a mantenerli. In ogni caso, la mia e-mail è nel profilo. Ringrazio tutti, commentatori abituali e saltuari, lettori silenti.
A chi legge da Torino, consiglio una mostra che sta per iniziare. Non è una mostra d'arte. Si intitola "A noi fu dato in sorte questo tempo 1938-1947", e per me ha un valore particolare oltre a quello storico - uno dei "giovani amici" faceva parte della famiglia di mia madre.
Un'ultima cosa: economisti e pubblicitari da qualche tempo non fanno che far gargarisimi con la parola "Etica": se ne può dedurre che cercheranno di fotterci in modi più sofisticati e sottili di quanto abbiano fatto finora. Non abbassiamo la guardia, mai, per nessuna ragione. Vi lascio, comunque in ottima compagnia:
"Si allontanò sorridendo, ma subito tornò indietro preoccupato. '"Ma oh, mi raccomando: questo è uno sfogo che ho fatto a lei in confidenza, perché so che lei la pensa come me."
Sorridendo d'intesa, e come per giuoco, domandai "E come la pensiamo, noi due?".
"La pensiamo che zac". E mosse la mano in semicerchio: a mietere, a decapitare. E di nuovo sorridente, si allontanò.
Per la verità, da anni non mi avveniva di pensare che - zac - ci fosse da mietere, da decapitare; e che un simile pensiero o vagheggiamento, in me spento, tanto rigogliosamente germogliasse in un commissario di polizia, anche se celato, non avrei creduto. Ma tante cose avevo perso di vista; di tanti mutamenti non mi ero accorto, di tante novità. E non soltanto io: anche la gente che incontravo ogni giorno era nella mia stessa condizione. Ministri, deputati, professori, artisti, finanzieri, industriali: quella che si suole chiamare la classe dirigente. E che cosa dirigeva in concreto, effettivamente? Una ragnatela nel vuoto, la propria labile ragnatela. Anche se di fili d'oro."
Leonardo Sciascia, "Todo modo"