30 marzo, 2008
27 marzo, 2008
Menzogne
Un amico mi ha mandato questo, forse lo conoscerete già. A me ha fatto ridere, anche se naturalmente sappiamo che non c'è (quasi) niente di vero..
24 marzo, 2008
Venezia, Settembre 2000
"Nelle mie insonnie, mi rivedevo qualche volta a Venezia, dove avevo trascorso una settimana di vacanza proprio prima di incontrare A. Cercavo di rammentarmi il modo in cui avevo impiegato il tempo, i miei itinerari; mi ritrovavo alle Zattere, nelle calli della Giudecca. Ricostruivo la mia camera nella dépendance dell'albergo La Calcina, sforzandomi di ricordare tutto (...)
Contavo le cose che si trovavano là, l'una dopo l'altra, sforzandomi di esaurire il contenuto d'un luogo dove avevo soggiornato prima che la storia con A. cominciasse, come se un inventario perfetto potesse permettermi di riviverla. Per il medesimo motivo, provavo talvolta l'impulso di tornare realmente a Venezia, nello stesso albergo, nella stessa camera.
Durante quel periodo, tutti i miei pensieri, tutti i miei atti erano ripetizione del prima. Volevo forzare il presente e ridivenire un passato aperto alla felicità." (A.Ernaux, "Passione semplice")
Rileggendo questo brano di "Passione semplice" di Annie Ernaux (che non è un semplice libro ma è una bibbia della passione, breve, condensata eppure enciclopedica) mi è venuto da pensare che quel desiderio acuto, anche doloroso, di reinsinuarsi in una qualche crepa del proprio passato stranamente l'ho avuto da adolescente quando ancora quasi non avevo un passato, e poi altre volte fino a qualche tempo fa, ma ora è un po' che non mi succede più.
Forse è come se col passare degli anni si imparasse a camminare diritti nel presente, senza smarrirsi nei labirinti della memoria?
Contavo le cose che si trovavano là, l'una dopo l'altra, sforzandomi di esaurire il contenuto d'un luogo dove avevo soggiornato prima che la storia con A. cominciasse, come se un inventario perfetto potesse permettermi di riviverla. Per il medesimo motivo, provavo talvolta l'impulso di tornare realmente a Venezia, nello stesso albergo, nella stessa camera.
Durante quel periodo, tutti i miei pensieri, tutti i miei atti erano ripetizione del prima. Volevo forzare il presente e ridivenire un passato aperto alla felicità." (A.Ernaux, "Passione semplice")
Rileggendo questo brano di "Passione semplice" di Annie Ernaux (che non è un semplice libro ma è una bibbia della passione, breve, condensata eppure enciclopedica) mi è venuto da pensare che quel desiderio acuto, anche doloroso, di reinsinuarsi in una qualche crepa del proprio passato stranamente l'ho avuto da adolescente quando ancora quasi non avevo un passato, e poi altre volte fino a qualche tempo fa, ma ora è un po' che non mi succede più.
Forse è come se col passare degli anni si imparasse a camminare diritti nel presente, senza smarrirsi nei labirinti della memoria?
22 marzo, 2008
20 marzo, 2008
15 marzo, 2008
Fotografare la musica
Giovedì sera, concerto di Officina Zoe' alla Flog. Se i riflettori fossero stati puntati anche sul pubblico danzante le foto avrebbero raccontato meglio la musica.
10 marzo, 2008
Una certa distanza
Stessa zona, a due passi dalla foto sotto.
All'improvviso, pochi mesi fa, è apparso questo locale. Lo vedevo tutti i giorni tornando dal lavoro, ci passavo con l'auto vicino ma a una certa distanza.
Alla luce del giorno si perdeva nel grigio della zona, ma di sera quella enorme tastiera luminosa faceva il suo effetto. Insomma, sarà che era sorto lì in mezzo al nulla, ma ogni volta passando in macchina mi giravo a guardarlo e un po' mi affascinava.
Alla fine, una sera ho deviato dalla strada principale, ho parcheggiato davanti e sono entrata. C'era poca gente, una coppia ad un tavolino, due tizi al banco dell'aperitivo. Ho chiesto un vino bianco e l'ho bevuto guardandomi intorno. Senza volere, nel silenzio sentivo i discorsi di quei due che parlavano di donne e soldi.
Ora la sera quando passo di lì al ritorno dal lavoro non mi giro più a guardare la tastiera luminosa.
All'improvviso, pochi mesi fa, è apparso questo locale. Lo vedevo tutti i giorni tornando dal lavoro, ci passavo con l'auto vicino ma a una certa distanza.
Alla luce del giorno si perdeva nel grigio della zona, ma di sera quella enorme tastiera luminosa faceva il suo effetto. Insomma, sarà che era sorto lì in mezzo al nulla, ma ogni volta passando in macchina mi giravo a guardarlo e un po' mi affascinava.
Alla fine, una sera ho deviato dalla strada principale, ho parcheggiato davanti e sono entrata. C'era poca gente, una coppia ad un tavolino, due tizi al banco dell'aperitivo. Ho chiesto un vino bianco e l'ho bevuto guardandomi intorno. Senza volere, nel silenzio sentivo i discorsi di quei due che parlavano di donne e soldi.
Ora la sera quando passo di lì al ritorno dal lavoro non mi giro più a guardare la tastiera luminosa.
09 marzo, 2008
06 marzo, 2008
Istruzioni per l'uso
Leggevo in un serissimo manuale per fotografi professionisti dedicato alla creatività ed ai possibili modi per migliorarla:
"Sniffare la colla è un modo economico per provocare una generica eccitazione del sistema nervoso, con un marginale effetto di aumento della creatività. L'effetto dura molto poco, e se non si giunge a delle buone idee in quel tempo, o si continua a girare col barattolo sotto il naso fino ad esserne intossicati mortalmente, o si affronta la spiccata fase depressiva che, sempre, segue questo tipo di stimolazione."
Lì per lì ho pensato che non mi è mai venuto in mente di drogarmi per fotografare meglio, anche perché la fotografia stessa mi fa l'effetto droga. Poi ho pensato che se dovessi fotografare tutti i giorni per lavoro la cosa sarebbe ben diversa.
Lì per lì ho pensato che non mi è mai venuto in mente di drogarmi per fotografare meglio, anche perché la fotografia stessa mi fa l'effetto droga. Poi ho pensato che se dovessi fotografare tutti i giorni per lavoro la cosa sarebbe ben diversa.
In ufficio infatti mi viene in mente spesso di drogarmi, in qualsiasi modo possibile, nei momenti peggiori anche con i distributori di bevande e merendine. Ho iniziato a guardare con occhi diversi il familiare barattolino argento con la scritta azzurra e ci ho anche provato a dargli una sniffata, ma l'unico effetto è stato quello di ricordarmi quando facevo i lavori di collage a scuola.
03 marzo, 2008
Esercizi di stile
Qualche anno fa intercettai in una rassegna un film sconosciuto, "Pater familias" di Francesco Patierno. Film crudo, coraggioso, girato in un linguaggio ostico e sperimentale. Bellissimo.
Dello stesso regista è appena uscito "Il mattino ha l'oro in bocca", dichiaratamente di tutt'altro genere. Il primo film era una mano che ti torceva le budella, questo una pacca sulla spalla. Carino comunque, si guarda volentieri, bravi gli attori.
Dopo due cose così diverse, chissà il suo terzo film che roba sarà.
Dello stesso regista è appena uscito "Il mattino ha l'oro in bocca", dichiaratamente di tutt'altro genere. Il primo film era una mano che ti torceva le budella, questo una pacca sulla spalla. Carino comunque, si guarda volentieri, bravi gli attori.
Dopo due cose così diverse, chissà il suo terzo film che roba sarà.