Il primo libro letto fu "La capanna dello zio Tom", preso in prestito a scuola. Poi la famigerata collana dei Quindici, di cui consumai soprattutto il volume con racconti e fiabe da tutto il mondo. Le novelle di Andersen (che minarono alla base la gioia di vivere). Dopo vennero i Gialli per ragazzi con la rossa investigatrice Nancy Drew, uno dei miei primi miti femminili insieme a Rossella O'Hara (antipatica sì ma mi piaceva la sua irruenza, l'unica cosa che non capivo era cosa ci trovasse nell'insipido Ashley).
Poi a undici anni scoprii "Kitty, il libro da passeggio"...
Era una collana Mondadori di libriccini tascabili dalle copertine lucide e colorate e dai titoli accattivanti: Spionissimo, Il cantante è scomparso, Dolly dei dollari, Susanna e i 40 ladroni, Chiaro come la notte, Fuga in Boeing etc.etc.
Fu il mio primo innamoramento, la prima dipendenza (ovvero la seconda, la prima è sempre La Mamma), la prima droga. La cartolaia vicino casa il primo pusher. Per completare la collezione mi mancavano alcuni numeri, la pregai di richiederli alla casa editrice e quasi ogni giorno andavo a sentire se erano arrivati...Il numero 29 non lo trovai mai.
Le protagoniste delle storie erano giovani e indipendenti, le donne "liberate" dei primi anni '70...si innamoravano anche, tra le altre cose, ma sempre con dignità!
Uno miei preferiti era "Pop rose". Trama: una diciassettenne parigina crea una fontana turchese che sprizza ketchup per portarla alla Biennale d'Arte e poi si lancia sulle tracce del Marchese di Morarmor, un falsario di quadri del '900. Tempo dopo ho scoperto che l'autore di questo e di altri Kitty, ovviamente sotto pseudonimo, era lui...dall'"Inquilino del terzo piano" alla letteratura per ragazze, un vero genio del male!