Alla Galleria dell'Accademia è stata da poco inaugurata "La perfezione nella forma". Robert Mapplethorpe in novantuno fotografie a confronto diretto con il Michelangelo del David e dei Prigioni.Nel comunicato dei curatori si legge tra l'altro che il paragone è fondato su:"...la ricerca di equilibrio, correttezza e nitidezza insita nella ‘Forma’ che tende alla perfezione attraverso il rigore geometrico dei volumi definiti dalla linea e scolpiti dalla luce. Dalle dirette parole di Mapplethorpe emerge esplicitamente il suo pensiero in merito:“Cerco la perfezione nella forma...Un soggetto piuttosto che un altro non fa differenza. Cerco di catturare quello che mi appare scultoreo”. In questo senso esiste, e la presente mostra lo propone, un ragionato confronto tra Mapplethorpe e Michelangelo. ".Al confronto Michelangelo-Mapplethorpe Francesco Bonami dedicava un capitolo (intitolato "Ammappelthorpe!") del suo libro "Lo potevo fare anch'io. Perché l'arte contemporanea è davvero arte", nel quale tra le altre cose scriveva:"La sua fotografia viene paragonata ai disegni di Michelangelo. Ma non esageriamo. Oppure esageriamo pure, se così ci pare, ma non trasformiamo i derivati in materie prime, lo starnuto di un attimo nell'urlo del tempo. (...) Se però vogliamo proprio accostarli, si può dire che il percorso creativo dei due artisti è inverso. Il primo parte da uno stile classico per arrivare a una scultura quasi espressionista ante litteram. Il secondo prende avvio dalle espressioni del sottosuolo per arrivare a fotografie iperclassiche (...) Le immagini in bianco e nero (...) sono dei Michelangelo canovati o meglio ancora dei Canova zeffirellati".Le foto di Mapplethorpe sono perfette, c'è poco da dire, ma le irriverenti definizioni di Bonami a me sembrano calzanti. E l'accostamento dei due artisti effettivamente stride, perché se dalle sculture di Michelangelo tensione e forza premono per uscire, nelle immagini di Mapplethorpe risultano congelate, cristallizzate: non tanto per naturale conseguenza del mezzo, quanto per le scelte tecniche e stilistiche.Però tutto questo lo dico sottovoce, ché già a Firenze è raro che succeda qualcosa di artistico e una volta che c'è un evento interessante criticare pare brutto. E un po' anche per riguardo a Patti Smith che era all'inaugurazione, e io a vederla da vicino mi sono com-mossa e delle foto che le ho fatto non ce n'è una che non sia mossa. Etichette: fiorentinità, Maestri