Oggi non ho voglia di belle immagini, di sintassi curate, di plasmare la realtà per darle una forma accettabile.
In questo momento mi sembra più giusto prenderne dei tranci di questa realtà e sbatterli sul tavolo di marmo del macellaio, per mostrarla a chi la vuol vedere. Chi non vuole è in tempo a cambiare pagina, e magari ci rivediamo ad anno nuovo.
Tipo.
Nella scuola dove lavoro.
Ho conosciuto una donna ancora giovane, fa la custode ma è esonerata dalle mansioni pesanti: ha sempre dolori alla schiena, e le avevo visto delle lunghe cicatrici sui polpacci. Pensavo a una malattia delle ossa. Invece mi ha raccontato che anni fa un giorno si è buttata giù dal terrazzo. Mi ha fatto vedere una foto, era carina come una bambola, e fidanzata. Ora è ingrassata, il viso gonfio per gli psicofarmaci. La sua voce ha sempre un tono lamentoso, e sembra sempre che si scusi di esistere.
C'è un uomo sulla quarantina che ha da poco perso il padre. Viveva solo con lui, non ha altri parenti. Il suo turno di lavoro è pomeridiano, ma certi giorni viene a scuola già dal mattino per non restare solo in casa. Lo vedi seduto in portineria, gli occhi arrossati dal pianto, lo sguardo perso nel vuoto. Si risveglia però quando vede passare un paio di gambe femminili, e lì gli si accende una luce che fa quasi paura.
Stamani non c'è lezione, la scuola è vuota e silenziosa e ci si rende conto di quanta allegria fa il chiasso dei ragazzini, che a quest'età (11-13 anni) sono pura energia in movimento.
A volte anche per loro senti male.
Ieri una mia collega ha chiamato in segreteria un ragazzino di seconda, per chiedergli la causale di un versamento che risultava a suo nome. Lui non sapeva, e lei gli ha detto: "Va bene, allora telefono al babbo o alla mamma...dove lo trovo ora il babbo?"
Lui, semplicemente: "Il babbo non c'è"
"E la mamma?"
Con voce tranquilla, senza mostrare imbarazzo: "La mamma è in un centro, perché è drogata".
E vi dico l'ultima, poi vi lascio in pace: ho accompagnato in biblioteca una terza classe perché dovevano scegliersi i libri da leggere durante le vacanze. Molti hanno scelto dei gialli, Simenon o Agata Christie, oppure l'Odissea raccontata da De Crescenzo, o titoli come "Memorie di una mucca". Mi ha colpito l'entusiasmo con cui una voce diceva: "io prendo questo!".
Mi sono girata a guardare. Il libro era "I demoni" di Dostoevskji, il ragazzino aveva lo sguardo sveglio e il viso deturpato dal labbro leporino, non saprei dire se operato o no, sicuramente ancora esteticamente non risolto. Forse le due cose non sono in relazione ma chissà, a me son venute le lacrime agli occhi.
Oggi è così. Solo per oggi, promesso.