Pensieri pigri



Nel viaggio di ritorno sono stata invitata sul ponte di comando. Col sottofondo musicale di vecchie canzoni in romanesco ho curiosato tra gli strumenti, mi hanno anche spiegato come si usano ma ho preferito non provare per il bene collettivo.
Mi è sembrato uno dei film migliori visti ultimamente XXY di Lucìa Puenzo, recuperato all'inestimabile circolino-cineteca vicino casa. Per chi non l'avesse visto la protagonista è Alex, una ragazzina nata con entrambi i sessi (se ne parla al femminile solo perché ha l'aspetto di una ragazza androgina). La madre e la scienza si preoccupano della necessità di farla operare: il padre no ("quando nacque mi consigliarono di operarla subito, così da grande non si sarebbe ricordata di niente. Ma io non volli, era perfetta così"). La stessa Alex non ne ha la minima voglia, più interessata a sperimentare la sua controversa sessualità con il figlio degli amici di famiglia - in modo tutt'altro che scontato per entrambi.
Quante volte in città sogno il mare con un intensità fisica dell'"essere lì" che solo il desiderio può creare. E ogni volta il passaggio reale è al confronto quasi deludente nella sua normalità.
Non capiscono bene quando dici che preferisci restare ancora un po' nel corridoio deserto. Neanche il cuccettista capisce bene, e mi invita a sedermi nel suo scompartimento. Io non capisco bene lui, ad ogni buon conto gli dico no grazie, vorrei fotografare il panorama. Di notte, sì.
Il lungo tratto che il treno percorre vicinissimo alla costa mi è sempre sembrato magico, a dispetto della desolazione di certe zone.