Il treno arriva con quaranta minuti di ritardo. A volte riescono a recuperare nella notte correndo follemente in aperta campagna. Stavolta no, e il viaggio sarà più lungo del previsto di quasi due ore.
I posti in cuccetta, se richiesto alla prenotazione, vengono assegnati con separazione uomini/donne. Una donna sbraita per un'ora con il cuccettista perché nel suo scompartimento è capitato un uomo "non previsto".
Io dividerei i posti piuttosto tra dormienti e insonni.
A me càpitano sempre i primi, che subito vorrebbero rinchiudersi a chiave dentro lo scompartimento; per me invece l'unico senso del viaggio è guardare fuori.
Non capiscono bene quando dici che preferisci restare ancora un po' nel corridoio deserto. Neanche il cuccettista capisce bene, e mi invita a sedermi nel suo scompartimento. Io non capisco bene lui, ad ogni buon conto gli dico no grazie, vorrei fotografare il panorama. Di notte, sì.


Alla fine per cortesia verso i compagni di cuccetta entro. Ma resto appiccicata al finestrino, chiudo gli occhi ogni tanto e poi li riapro. A Salerno vedo il cielo schiarirsi contro i palazzi e mi sveglio del tutto.
Non posso perdermi la prima vista del mare.

Il lungo tratto che il treno percorre vicinissimo alla costa mi è sempre sembrato magico, a dispetto della desolazione di certe zone.

I compagni di cuccetta per fortuna sono tranquilli, mi piace chi continua a dormire anche dopo il sorgere del sole invece di stordire subito gli altri con voce squillante.
Sotto il sole ormai alto scorre la Calabria intera, Miami beach compresa.