30 giugno, 2007
foto M. Ackermann
Ho appena scoperto che a Lucca pochi giorni fa c'è stato un workshop con Michael Ackermann, fotografo che amo. Dal momento che non avrei potuto esserci, meglio averlo scoperto dopo. Ormai è andata. Sarà per un'altra volta.
29 giugno, 2007
28 giugno, 2007
Colour me your colour, darling
Che senso avrà sognare Tonino Carotone? Certo poteva andare peggio, ma c'era anche dell'altro, qualcuno che voleva cancellare le tracce di un delitto. Eppure la mia coscienza sembrerebbe a posto, almeno ad un primo esame.
Per questa foto mi aveva sfiorata l'idea di postare "Call me" dei Blondie ma è veramente troppo anni '80, fa l'effetto di una bibita troppo gassata, di un vestito troppo colorato. Si ascoltava dappertutto allora, alla radio, alle feste, Roll me in designer sheets I'll never get enough, e qui io e la mia compagna di banco di solito ci guardavamo con aria interrogativa perché ci sfuggiva un po' il senso della cosa (e non è che tuttora, come dire).
27 giugno, 2007
Parentesi
Con brutale cambio di registro comunichiamo in diretta che a fine anno scolastico, s'intende con il massimo rispetto per preside, professori, alunni e genitori abbiamo approvato all'unanimità come inno ufficiale dell'ufficio segreteria questo classico della canzone francese, pardon italiana.
26 giugno, 2007
Viaggio
Sono due anni che non vado giù a Lipari. Oltre a mancarmi il mare mi manca tutto un mondo di sensazioni fisiche. Soprattutto il viaggio attraverso gli odori.
All’inizio si paga il pegno: il viaggio di andata è lungo più di mezza Italia, parti in treno la sera e quando arrivi a Milazzo al mattino puzzi terribilmente di treno. Sulla nave però l’odore di ferro e carburante è già dolce perché si mescola a quello del mare.
Scesi sull’isola per strada ti accoglie il pescespada fresco, esposto in vendita per il pranzo sui furgoncini dei pescatori.
I sassi lisci della spiaggia no, quelli non hanno odore, e neanche la pomice.
Il sole del primissimo pomeriggio invece odora. Di riflesso. Surriscaldando nel silenzio della controra tutto quello che incontra ne estrae l’essenza, e l'aria si addensa di vapori.
Più tardi, quando cala un po' il sole, vai a passeggio nel centro abitato dell’isola e lungo il Corso l'aria ti ricorda che il cibo, quello vero, profuma. Dagli antri odorosi dei negozi e dalle merci esposte proviene un’unica miscela di provoloni, caciotte, pomodori, melanzane e cocomeri, capperi e origano. E dalle pasticcerie ti chiamano i babà ubriachi di rhum.
Nelle gite pomeridiane c’è poi un altro tipo di odore che ho sempre ricercato, una nota che spezza questi richiami, sensuale ma in modo diverso: l’odore pungente della stampa fresca dentro il negozio del giornalaio e quello dolciastro dei vecchi libri nella biblioteca comunale, luoghi di un altro nutrimento altrettanto vitale.
All’inizio si paga il pegno: il viaggio di andata è lungo più di mezza Italia, parti in treno la sera e quando arrivi a Milazzo al mattino puzzi terribilmente di treno. Sulla nave però l’odore di ferro e carburante è già dolce perché si mescola a quello del mare.
Scesi sull’isola per strada ti accoglie il pescespada fresco, esposto in vendita per il pranzo sui furgoncini dei pescatori.
I sassi lisci della spiaggia no, quelli non hanno odore, e neanche la pomice.
Il sole del primissimo pomeriggio invece odora. Di riflesso. Surriscaldando nel silenzio della controra tutto quello che incontra ne estrae l’essenza, e l'aria si addensa di vapori.
Più tardi, quando cala un po' il sole, vai a passeggio nel centro abitato dell’isola e lungo il Corso l'aria ti ricorda che il cibo, quello vero, profuma. Dagli antri odorosi dei negozi e dalle merci esposte proviene un’unica miscela di provoloni, caciotte, pomodori, melanzane e cocomeri, capperi e origano. E dalle pasticcerie ti chiamano i babà ubriachi di rhum.
Nelle gite pomeridiane c’è poi un altro tipo di odore che ho sempre ricercato, una nota che spezza questi richiami, sensuale ma in modo diverso: l’odore pungente della stampa fresca dentro il negozio del giornalaio e quello dolciastro dei vecchi libri nella biblioteca comunale, luoghi di un altro nutrimento altrettanto vitale.
Al ritorno, nel pergolato dietro casa di una vecchia zia si fa conversazione storditi dai grappoli di pomodori maturi e dal basilico fresco.
Rientri a casa la sera assalito amorosamente dai gelsomini. Al mattino ti svegli con il profumo del forno sotto casa e delle sue brioche zuccherate, subito prima di tuffarti nell'odore del mare.
24 giugno, 2007
Follia
"Il mio lavoro qui nella clinica psichiatrica è studiare le passioni. Lo ritengo uno sport troppo pericoloso da praticare in prima persona."
"Beh, io sono sposata da dodici anni e non lo ritengo affatto uno sport!"
"Sto parlando di passione, il matrimonio è una bestia diversa."
("Follia", film tratto dal libro di Patrick McGrath)
22 giugno, 2007
21 giugno, 2007
Non mi portare nel bosco di sera
Che questa estate era dedicata al diritto amministrativo l'avevo già deciso da tempo. Il tutto però doveva concludersi a luglio, mentre qui le commissioni vanno in vacanza e le prove minacciano di trascinarsi fino a settembre-ottobre. E abbiamo visto che neanche chiudersi in casa di sabato sera ti garantisce dalle tentazioni (quindi tanto vale uscire). Finora ho resistito ma l'estate è lunga, sono una donna non sono una santa, tre mesi sono lunghi da passare cantava una grande pioniera del trash molti, molti anni fa, quando ancora non potevo capire perché avesse tanta paura del bosco di sera.
18 giugno, 2007
16 giugno, 2007
Tempo desiderato
Stanotte ero a Lipari e c'era mare bianco, come si dice laggiù quando il mare è chiaro e liscio come un lenzuolo ben teso e la linea dell'orizzonte si confonde con il cielo.
Mi sono tuffata nel mio pezzettino di mare, quello davanti a casa, ma presto si sono alzate onde alte e pericolose.
Ho pensato poi di fare uno studio fotografico nella stanza abbandonata al piano di sopra della casa di lì, era buia ma allo stesso tempo (non si sa come) una luce bellissima entrava da una finestra in alto.
Ho incontrato familiari fantasmi del passato, e poi di nuovo tu che non sei né passato né presente, eravamo seduti e anche stavolta mi stavi a fianco vicinissimo ma appena mi son girata a guardarti te ne sei andato, neanche ti avessi schizzato con l'olio della lanterna di Psiche.
e anche stavolta la scultura è di Mitoraj
Etichette: inconscio, le porte dei sogni, luce, mare
14 giugno, 2007
Chi ha paura della carne?
foto Ran Raven dalla rivista "Numéro" di giugno
La rivista "Numéro", recente edizione italiana dell'omonima raffinatissima rivista francese, dimostra di non aver paura della carne con un articolo intitolato "Apologia di una 48" (nel senso di taglia). Dunque ammette: la carne esiste. Poi però nel parossismo estetico la imprigiona in improbabili abiti settecenteschi, sabotandone così la "normalizzazione".
Un passo avanti e due indietro. Una lancia contro un tabù solo incrinata, non spezzata.
La moda quando vuole legittima di tutto, anche la violenza: ma non la carne. Intanto potrebbe offendersi qualche stilista, se gli vien fatto notare che forse non fanno abiti sopra la 42 perché semplicemente non sono capaci. E poi forse non è prudente facilitare la vita alle donne, rassicurarle, togliere loro motivi di insoddisfazione. Dove finirebbero tutte quelle energie liberate?
12 giugno, 2007
Family Life
Tema in classe sulle incomprensioni fra genitori e figli.
"Con la mia mamma io non ci parlo molto, non so perché, forse come mamma è abbastanza assente. Va a giro con i suoi amici e se non ci vado mi ci obbliga, quando devo andare via con il mio babbo lei non vede l'ora che io vada via per farsi i cavoli suoi anche se fa finta di essere triste, del resto io quando sono con lei sto male.(...) Il mio babbo non capisce che ho troppi pensieri per la testa per studiare del tipo: le amicizie, le litigate con la mamma, la preoccupazione per lui, la sua lontananza e anche quella della mamma che non c'è mai. Sto male quando li sento litigare, quando litigano in mia presenza come se io non ci fossi."
(Nello scrivere "come se io non ci fossi" la calligrafia, già piccolissima, si fa ancora più minuscola).
10 giugno, 2007
Santo Spirito
"Non mi sembra produttivo" dice improvvisamente rivolto a me l'uomo seduto solo davanti ad un boccale di birra. Biondo, ha gli occhi azzurri lucidi e arrossati, un volto fine, da sobrio non sarebbe neanche male. Non capisco se si riferisce alle fotografie esposte che sto guardando al di sopra della sua testa, ad ogni modo annuisco cortesemente.
Raggiungo i miei amici fuori nella piazza, lui si siede sul gradino di un portone lì accanto e richiama la mia attenzione. Mi chiede come mi chiamo e di dove sono. Gli rispondo tenendo d'occhio il gruppo degli amici, e stringo la mano che mi porge. "L'hai mai visto un braccio così?" mi fa indicando il bicipite robusto. "Complimenti" gli dico "e te di dove sei? " "Aspetta" fa col gesto della mano, "ora ti delucido" e inizia a raccontarmi che ha trentasei anni, e di dove sono la madre e il padre che non ha mai conosciuto. "E cosa fai nella vita?" "Monto impalcature, non hai visto che braccia?" mi dice leggermente spazientito come quando si parla a qualcuno un po' lento a capire. Poi si fa serio: "..pensare non è mica facile..." scuote la testa "non è facile pensare...parole, numeri..." Cerco di essere comprensiva, "credo tu abbia ragione", ma lui rialza il capo: "Che ho ragione lo so da me, non importa che tu mi delucidi. E poi guarda, io sono un Leone ascendente Leone, sono nato il 17 agosto come De Niro e Sean Penn". "Sei in buona compagnia" dico ingenuamente, prima di rendermi conto che ho di nuovo mancato di tatto: "No" mi corregge "se mai loro sono in buona compagnia!". Convengo che è vero, e anche che si è fatto tardi. Gli dò la mano, ci scambiamo tanti auguri, mi bacia affettuosamente il dorso della mano. Non si è offeso, o mi ha perdonato, meno male.
Libri, vini e caffè
A Firenze in questi giorni ha aperto una libreria che è anche un bel posto dove sedersi a bere e vedere spettacoli e mostre. Si chiama "La cité" ed è in Borgo San Frediano: il locale è molto bello e le scelte editoriali sono di qualità.
L'evento è da festeggiare con grande gioia, a Firenze inaugura qualcosa che non è un ristorante alla moda o una boutique griffata.
08 giugno, 2007
Mattinate fiorentine 2° parte
Ricompare la solita prof con i soliti due ragazzi dell'altro giorno, quelli dell'ustione da accendino surriscaldato: entrambi se ne stanno lì con le facce di gomma da impuniti. "Dov'è la preside? la mia tolleranza ha un limite, sto facendo fare compito in classe e questi due non fanno altro che ridere e fare confusione".
Quello di religione, nel sentire il fatto di qualche giorno fa, conoscendo i due aveva detto: "ah vabbe', ma lì è un rapporto tra sadico e masochista. Uno è rassegnato, svogliato, rinunciatario, e si appoggia a quell'altro che è forte ma pericoloso, i genitori hanno paura di lui e certe volte anch'io".
E a vederli accanto, questi due, si capisce che ha ragione. Non c'è nessun colpevole e vittima, ma un rapporto di dipendenza reciproca. Rientrando in ufficio li guardo, il masochista (quello del succhiotto) mi sorride complice, sarà abulico a scuola ma si capisce da che parte direziona le sue energie.
I due vengono messi a fare il compito in sala insegnanti, come se fosse una punizione, da soli. Meno male che proprio stamani abbiamo fatto le prove del piano di evacuazione antincendio.
La colonna sonora più in tema mi sembra questa.
06 giugno, 2007
Le porte dei sogni
Una volta, poco dopo averti conosciuto, ti ho incontrato in sogno nel Partenone. Guardavo quelle colonne e pensavo che erano lì da sempre, e tra le colonne c'eri tu seduto a scrivere.
In un altro sogno ti ho trovato ad un bivio dalle parti di Fiesole, portavi al collo una macchina fotografica (chissà perché tu e non io): una Zenit, non una marca qualsiasi.
Un’altra volta ancora mi ritrovavo di mattina presto in casa tua e non sapevo perché, casa tua non l'ho neanche mai vista: non vedevo te ma i tuoi vestiti, tra poco ti saresti svegliato per andare al lavoro e mi avresti scoperta, volevo scappar via ma cercando i miei abiti trovavo solo quelli di me bambina.
Di altri sogni non mi resta una storia, piuttosto un languore di vicinanza. Una notte camminavo al tuo fianco e il tuo braccio intorno alle spalle mi dava calore, ma col viso restavi voltato dall'altra parte.
Omero nell'Odissea distingueva tra sogni usciti dalle porte di avorio, fallaci, e sogni veritieri usciti dalle porte di corno. A me sembra che certi sogni si sfilaccino subito al risveglio come fibra sintetica, altri invece, come questi, siano di una trama più robusta, cotone, canapa, che ti resta addosso per l'intera giornata. Se siano più veritieri non so.
la scultura fotografata è di Igor Mitoraj
Etichette: inconscio, le porte dei sogni, sensi
03 giugno, 2007
Spremuta di io
Che lo specifico del blog sia l'io, la soggettività, può sembrare un limite ma può anche essere ricchezza e soprattutto originalità in un mondo di stereotipi. Ho trovato queste cose espresse da lui qui molto meglio di come possa farlo io, e l'espressione che dà il titolo a questo post la usa lui proprio nel paragrafo sui blog.