A proposito dei discorsi fatti qui e altrove sul desiderare persone impossibili, mi viene in mente un film: "La femme en bleu" di Michel Deville, 1972. Raccontato brevemente:
Pierre (Michel Piccoli) è un musicologo dalla vita professionale e sentimentale ricca di soddisfazioni. Un giorno, entrando in un negozio incontra lo sguardo di una donna vestita di blu (Lea Massari). Ne resta affascinato e quando lei esce la segue in strada, ma fa appena in tempo a vederla salire su una Mini blu e ripartire.
La sua compagna Aurelia (ancora Lea Massari) è appena tornata da un viaggio ed è contenta di vederlo. Ma lui è scontroso, assente, e alla fine le confessa di essere ossessionato dal desiderio per quella donna vestita di blu appena incontrata. Deve ritrovarla, sapere chi è, sapere se si trovava lì per lui.
L'attrice è la stessa, quindi Aurelia e l’altra ci appaiono uguali: ma Aurelia (vestita di rosso) è lì presente in carne ed ossa e innamorata di lui, mentre l’altra (vestita di blu) fugge, lui non sa chi sia e quindi nella sua immaginazione può essere tutto.
Aurelia pur soffrendo aiuta Pierre a cercare la sosia-rivale per tutta Parigi, finché lui abbandona la ricerca per paura di scoprire che (forse) la donna in blu lavora in una casa d’appuntamenti. E si lamenta:
“Chi e cosa sognerò adesso? Tu? Ma tu Aurelia sei viva, ti tocco, esisti, non posso sognarti...un sogno è inafferrabile, indispensabile. Ho ucciso il mio sogno. D’ora in poi avrò una vita in cui saprò tutto del domani, cosa farò domani, cosa penserò domani. La mia vita sarà una vita senza mistero, senza sogni. E senza sogni è noto, non si puo vivere, lo dice anche la medicina”.
Vi dico come finisce, che tanto è anche la scena con cui inizia il film: Pierre torna a casa, apre l'armadietto del bagno, ingoia un flacone di pasticche e si sdraia sorridente sul letto andando incontro al Sogno Eterno.
Il finale estremizza il concetto.
Ma quanto, e quando, l'anestesia del sogno è preferibile alla vita reale?
Il sogno può essere fuga, e dipendere da quanto la nostra vita reale ci piace o no, o magari da qualcosa dentro di noi che non vogliamo sentire? E in ogni caso, sarà possibile spostare l'associazione del principio di piacere dal sogno alla realtà? Far entrare un po' di realtà nel nostro sogno, e trovare un po' di sogno nella nostra realtà?
No, perché a giocare sempre lo stesso gioco ci si stufa, non so voi, e insomma anche per cambiare un po', se no alla fine che noia.